Il processo che segue la morte di un Pontefice è regolato da tradizioni secolari che combinano aspetti liturgici, cerimoniali e pratici. Dalla dichiarazione del lutto nazionale al periodo dei novendiali, fino all’elezione del successore attraverso il conclave, ogni fase segue procedure ben codificate. Analizzando i conclavi dal 1958 al 2013, emerge un quadro interessante sulla durata e le modalità di questi eventi fondamentali per la Chiesa Cattolica.
Il Lutto Nazionale per un Pontefice
Quando un Papa muore, viene generalmente proclamato un periodo di lutto nazionale in Italia e in altri paesi a maggioranza cattolica. Questo lutto rappresenta un riconoscimento dell’importanza spirituale e morale della figura pontificia, non solo per i fedeli ma anche per le istituzioni civili. Il lutto ufficiale comporta l’esposizione a mezz’asta delle bandiere sugli edifici pubblici, la sospensione di eventi festivi e, in alcuni casi, la chiusura di uffici governativi. Tuttavia, non esiste una regolamentazione uniforme a livello internazionale per questo tipo di lutto, come dimostra il caso della reporter uccisa a Malta nel 2017, per la quale non venne dichiarato il lutto nazionale. Per i pontefici, invece, la prassi è consolidata, soprattutto in Italia, dato lo speciale rapporto con il Vaticano.
I Novendiali: Nove Giorni di Preghiera e Commemorazione
I “novendiali” rappresentano un elemento centrale nel processo di transizione dopo la morte di un Papa. Il termine deriva dal latino “novendialis” (composto da “novem”, nove, e “dies”, giorno) e si riferisce a cerimonie che durano nove giorni. Nella tradizione romana antica, designava feste espiatorie o riti funebri celebrati il nono giorno dopo la sepoltura. Nella Chiesa Cattolica moderna, i novendiali indicano precisamente le esequie in suffragio del pontefice defunto, che si protraggono per nove giorni consecutivi dopo la morte. Durante questo periodo, vengono celebrate messe quotidiane di suffragio, l’ultima delle quali presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio. Questi nove giorni permettono ai fedeli di tutto il mondo di elaborare il lutto e ai cardinali di convergere a Roma per il successivo conclave.
La Durata dei Conclavi Moderni (1958-2013)
I conclavi dal 1958 al 2013 mostrano un’interessante evoluzione nelle tempistiche di elezione del nuovo pontefice. Il conclave del 1958, convocato dopo la morte di Pio XII, si svolse alla Cappella Sistina dal 25 al 28 ottobre, richiedendo ben undici scrutini per eleggere Angelo Giuseppe Roncalli, che divenne Giovanni XXIII. Questo conclave, durato quattro giorni, fu il più lungo del periodo considerato. Nel 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II, il conclave si risolse molto più rapidamente: iniziato il 18 aprile, si concluse già il giorno successivo con l’elezione di Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) al quarto scrutinio. Analogamente, il conclave del 2013, convocato in seguito alla storica rinuncia di Benedetto XVI, durò solo due giorni (12-13 marzo) e richiese cinque scrutini per eleggere Jorge Mario Bergoglio, che assunse il nome di Francesco.
Analisi Statistica delle Elezioni Pontificie
Calcolando la media dei tre conclavi presi in esame (1958, 2005 e 2013), otteniamo una durata media di circa 2,7 giorni, con una media di circa 6,7 scrutini necessari per raggiungere l’elezione. Questi dati riflettono una tendenza generale verso conclavi più brevi rispetto al passato. È interessante notare che nella storia recente della Chiesa, come riportato dalle fonti, nessun conclave degli ultimi 150 anni è durato più di 5 giorni. Il record di durata negli ultimi 150 anni appartiene al conclave del 1922, che richiese 14 scrutini distribuiti su cinque giorni per eleggere Achille Ratti come Pio XI. La brevità dei conclavi recenti potrebbe essere attribuita ai miglioramenti logistici, come l’introduzione della Domus Sanctae Marthae quale alloggio per i cardinali, ma anche a una maggiore condivisione di vedute all’interno del Collegio Cardinalizio sulle sfide che attendono la Chiesa contemporanea.
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