L’analisi dell’andamento della bilancia commerciale degli Stati Uniti dal 2020 al 2025 rivela un significativo e persistente deficit che ha raggiunto livelli record nei primi mesi del 2025. Questo squilibrio commerciale si è particolarmente intensificato nei rapporti con l’Unione Europea, dove gli Stati Uniti mantengono un sostanziale passivo che nel 2024 ha toccato i 235,6 miliardi di dollari. Con l’Italia, pur rappresentando una porzione minore dell’interscambio complessivo USA-UE, il rapporto commerciale ha subito significative fluttuazioni durante il periodo pandemico. L’evoluzione di questi rapporti commerciali è stata influenzata da molteplici fattori, tra cui la pandemia di COVID-19, le tensioni commerciali globali e le politiche tariffarie implementate dalle diverse amministrazioni statunitensi.
Andamento Generale della Bilancia Commerciale USA dal 2020 al 2025
Nel 2020, con l’inizio della pandemia, gli Stati Uniti hanno registrato un significativo deterioramento della propria bilancia commerciale. Le esportazioni statunitensi di beni e servizi sono diminuite del 15,7 %, mentre le importazioni hanno subito una contrazione minore, del 9,5 %, portando a un aumento complessivo del deficit del 17,7%. Questo squilibrio non ha fatto che accentuarsi negli anni successivi, evidenziando problematiche strutturali dell’economia americana che vanno oltre gli effetti temporanei della crisi sanitaria. L’analisi storica mostra che il saldo commerciale negli Stati Uniti ha mediato -18,55 miliardi di dollari dal 1950 al 2024, con il minimo storico registrato a marzo 2022 con -101,91 miliardi di dollari. Questo trend negativo è proseguito fino a raggiungere un nuovo record a gennaio 2025, quando gli Stati Uniti hanno registrato un deficit commerciale di 131,4 miliardi di dollari, in significativo aumento rispetto al deficit di 98,1 miliardi di dicembre 2024. Questo aggravamento è stato principalmente causato da un’impennata delle importazioni, aumentate del 10% a 401,2 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono cresciute solo dell’1,2% a 269,8 miliardi di dollari.
Dazi Usa: cause dell’espansione del deficit commerciale
L’ampliamento del deficit commerciale statunitense nei primi mesi del 2025 appare legato a dinamiche particolari del mercato. Le importazioni hanno registrato un’impennata dovuta principalmente all’anticipazione di imminenti dazi, con aumenti significativi nelle importazioni di forme di metallo finite (20,5 miliardi di dollari), preparati farmaceutici (5,2 miliardi) e computer (3 miliardi). Le esportazioni, pur in crescita, non hanno tenuto il passo, con incrementi limitati nei settori degli aeromobili civili (1,1 miliardi) e preparati farmaceutici (0,8 miliardi), mentre si sono registrate diminuzioni in altri settori come quello della soia (-0,8 miliardi). Il 2024 ha visto il deficit commerciale americano aumentare del 17% rispetto al 2023, raggiungendo i 918,4 miliardi di dollari. In questo quadro, le esportazioni sono aumentate del 3,9% a 3.191,6 miliardi e le importazioni sono salite più velocemente, del 6,6%, a 4.110 miliardi. Questa tendenza conferma la persistenza di uno squilibrio commerciale che, nonostante le politiche protezionistiche adottate negli ultimi anni, continua a caratterizzare l’economia statunitense.
Merci a favore dell’Europa, servizi a favore degli Usa
Il deficit commerciale degli Stati Uniti nei confronti dell’Unione Europea rappresenta una delle componenti più significative dello squilibrio commerciale americano. Nel 2020, il deficit bilaterale USA-UE si attestava a 183 miliardi di dollari, ma la situazione si è ulteriormente aggravata negli anni successivi. A dicembre 2024, il deficit commerciale con l’UE era di 20,4 miliardi di dollari, salito a 25,5 miliardi di dollari a gennaio 2025. Complessivamente, per l’intero 2024, il deficit commerciale USA-UE ha raggiunto i 235,6 miliardi di dollari. Questo deficit si ottiene dalla differenza tra i beni che gli Stati Uniti hanno importato dall’UE, per un valore di 605,8 miliardi di dollari, e le merci che hanno esportato verso l’UE per 370,2 miliardi. È interessante notare che, nonostante questo significativo squilibrio nel commercio di beni, l’Unione Europea mantiene un deficit di 109 miliardi di euro nei servizi nei confronti degli Stati Uniti. Questo aspetto evidenzia la complessità delle relazioni commerciali transatlantiche, dove gli USA mantengono un vantaggio competitivo nel settore dei servizi, particolarmente in quelli digitali forniti dalle aziende di Big Tech americane.
Tensioni commerciali e politiche Tariffarie
Le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea sono state caratterizzate negli ultimi anni da crescenti tensioni, culminate in discussioni su potenziali nuove tariffe. Recentemente, l’amministrazione americana ha proposto l’imposizione di dazi del 20% sui beni europei, utilizzando una formula di calcolo controversa. Secondo fonti ufficiali, l’aliquota tariffaria media applicata dall’Unione europea era in realtà del 5% nel 2023, ben lontana dal 39% citato nelle discussioni politiche americane. Se ponderata per i settori merceologici, l’aliquota reale sarebbe addirittura poco al di sopra dell’1%, secondo le stime della Commissione europea, e risulterebbe inferiore all’aliquota media ponderata dei dazi americani imposti sulle merci europee. Queste discrepanze nelle narrative sulle politiche tariffarie evidenziano come le tensioni commerciali tra USA e UE siano spesso alimentate anche da percezioni divergenti delle realtà economiche sottostanti, complicando ulteriormente la ricerca di soluzioni equilibrate per ridurre gli squilibri commerciali esistenti.
Il Commercio tra Stati Uniti e Italia: tendenze e prospettive
All’interno del quadro delle relazioni commerciali USA-UE, l’Italia rappresenta un partner significativo, sebbene di dimensioni più contenute rispetto ad altri paesi europei. Nel 2020, in piena pandemia, l’interscambio di beni tra Stati Uniti e Italia si è attestato a quasi 70 miliardi di dollari, registrando un calo del 14,4% rispetto all’anno precedente. Questo dato riflette le difficoltà economiche globali causate dalla crisi sanitaria, che ha colpito duramente entrambe le economie. L’Italia, con la sua forte tradizione manifatturiera nei settori dell’arredamento, del tessile-abbigliamento, dell’agroalimentare e della meccanica di precisione, ha probabilmente continuato a contribuire all’esportazione di beni di valore verso gli Stati Uniti, mentre ha importato tecnologie e servizi americani. L’analisi dell’andamento della bilancia commerciale degli Stati Uniti dal 2020 ad oggi rivela un quadro di persistente e crescente deficit, che ha raggiunto livelli record nei primi mesi del 2025. Questo squilibrio è particolarmente evidente nei rapporti con l’Unione Europea, dove si registra un significativo deficit nel commercio di beni, parzialmente compensato da un surplus americano nel settore dei servizi. Le proiezioni future, basate sui modelli macroeconomici di Trading Economics, suggeriscono che il deficit commerciale statunitense potrebbe attestarsi intorno ai -75 miliardi di dollari alla fine del trimestre corrente, per poi oscillare intorno ai -73 miliardi nel 2026 e -88 miliardi nel 2027. Nonostante le politiche commerciali aggressive e le tensioni tariffarie, gli squilibri strutturali dell’economia americana potrebbero persistere anche nei prossimi anni.
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