In Italia, il fenomeno dei suicidi varia significativamente tra diverse categorie socio-professionali. Di seguito sono riportati i dati disponibili per ciascuna categoria, con un focus sulle percentuali relative e sui tassi di rischio.
Suicidio: i dati analizzati per categorie lavorative
- Imprenditori e liberi professionisti
- Gli imprenditori rappresentano la categoria più colpita, con il 43,1% dei suicidi legati a motivazioni economiche tra il 2012 e il 2019.
- Il tasso di rischio per imprenditori e liberi professionisti è pari a 10 suicidi ogni 100.000 individui in questa condizione.
- Disoccupati
- I disoccupati costituiscono il 39,3% dei suicidi per motivazioni economiche durante lo stesso periodo.
- Il tasso di rischio è il più alto tra tutte le categorie: 17,2 suicidi ogni 100.000 disoccupati.
- Lavoratori dipendenti
- La percentuale di suicidi tra i lavoratori dipendenti è dell’11,3% nel periodo 2012-2019.
- Il tasso di rischio è relativamente basso: 4,5 suicidi ogni 100.000 lavoratori dipendenti.
- Studenti e inattivi (casalinghe e pensionati)
- Gli studenti e altre categorie inattive (casalinghe e pensionati) hanno un tasso di rischio pari a 4,8 suicidi ogni 100.000 residenti nella stessa condizione.
- La percentuale di suicidi tra i pensionati è del 3,2% per motivazioni economiche nel periodo analizzato.
- Professionisti sanitari
- Medici e infermieri mostrano un rischio più elevato rispetto alla media della popolazione generale: 21 suicidi ogni 100.000 abitanti contro il tasso medio di 12,6 per la popolazione italiana.
- Gli infermieri hanno un tasso specifico di 16,2 suicidi ogni 100.000 abitanti, mentre i medici registrano un tasso di 13 ogni 100.000 abitanti.
Più numerosi i disoccupati ma sul totale incidono gli imprenditori
Categoria | Percentuale sul totale (suicidi economici) | Tasso di rischio (suicidi/100k individui) |
Imprenditori | 43,1% | 10 |
Disoccupati | 39,3% | 17,2 |
Lavoratori dipendenti | 11,3% | 4,5 |
Studenti e inattivi | N/A | 4,8 |
Professionisti sanitari* | N/A | fino a 21 |
*Dati sui professionisti sanitari non direttamente correlati alle motivazioni economiche.
Alcuni aspetti emersi si possono così sintetizzare
- Gli imprenditori sono particolarmente vulnerabili durante crisi economiche, con un aumento significativo dei suicidi in periodi di instabilità finanziaria.
- I disoccupati sono la categoria con il più alto tasso di rischio, evidenziando una forte correlazione tra mancanza di lavoro e stress psicologico.
- I lavoratori dipendenti e gli studenti/inattivi mostrano un rischio inferiore rispetto alle categorie precedenti.
- Tra i professionisti sanitari, lo stress lavorativo e le condizioni difficili contribuiscono a un rischio elevato.
Questi dati sottolineano l’importanza di interventi mirati per supportare le categorie più vulnerabili attraverso politiche economiche e sociali.
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