La Xylella fastidiosa è una delle minacce più gravi per l’agricoltura italiana, in particolare per gli uliveti della Puglia, dove ha causato danni economici, ambientali e culturali di proporzioni enormi. Questo batterio, responsabile della sindrome del rapido declino dell’olivo (Olive Quick Decline Syndrome, OQDS), ha trasformato il paesaggio del Salento e delle province di Brindisi e Lecce, con conseguenze devastanti per la produzione di olio d’oliva. Di seguito analizziamo come la Xylella fastidiosa attacca le piante, i rimedi possibili e l’impatto economico e sociale del fenomeno.
Come la Xylella attacca le piante
La Xylella fastidiosa è un batterio gram-negativo che colonizza i vasi xilematici delle piante, bloccando il trasporto dell’acqua e dei nutrienti. Questo provoca sintomi come l’essiccazione delle foglie e il rapido declino della pianta fino alla morte. Il batterio viene trasmesso da insetti vettori che si nutrono della linfa xilematica, come le cicaline (sharpshooter leafhoppers) e le sputacchine (spittlebugs). La diffusione è favorita da condizioni climatiche calde e umide, tipiche del Salento. Il batterio può infettare un’ampia gamma di piante, ma negli ulivi provoca danni particolarmente gravi. Una volta insediato, è estremamente difficile da eradicare, rendendo la gestione del fenomeno una sfida complessa per agricoltori e istituzioni.
Possibili rimedi e strategie di controllo
Attualmente non esiste una cura definitiva per la Xylella fastidiosa. Tuttavia, sono stati studiati diversi approcci per limitarne l’impatto. Tra questi, l’uso di biocomplessi a base di zinco e rame (come il Dentamet) ha mostrato risultati promettenti nel ridurre i sintomi del batterio. Questi composti agiscono come inibitori della formazione di biofilm batterici nei vasi xilematici, migliorando la vitalità delle piante infette. Altre strategie includono la rimozione degli alberi infetti per prevenire la diffusione del patogeno e la reintroduzione di varietà resistenti al batterio, come l’ulivo Leccino. Inoltre, il controllo degli insetti vettori attraverso trattamenti fitosanitari è fondamentale per limitare la propagazione della malattia. La ricerca scientifica continua a esplorare nuove soluzioni sostenibili. L’Unione Europea ha finanziato progetti come POnTE e XF-Actors per sviluppare metodi di gestione integrata del patogeno e migliorare la resistenza delle colture.
L’impatto economico in Puglia
La Puglia è stata la regione più colpita dalla Xylella fastidiosa, con il Salento che ha subito i danni più gravi. Dal 2013 al 2024, oltre 21 milioni di ulivi sono stati infettati dal batterio, trasformando vasti paesaggi verdi in distese di alberi secchi e scheletriti. La produzione regionale di olio d’oliva è diminuita dell’80%, causando una perdita economica stimata in 20 miliardi di euro. Questo ha avuto ripercussioni anche a livello nazionale: oggi circa il 45% dell’olio d’oliva consumato in Italia non proviene più dalla Puglia.
Le conseguenze economiche includono:
- La chiusura di numerosi frantoi e aziende agricole.
- La perdita di circa 5.000 posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori del settore.
- La svalutazione dei terreni agricoli nel Salento.
Oltre alle perdite dirette, il declino degli uliveti ha aumentato l’inquinamento ambientale nella regione a causa della riduzione della copertura arborea che assorbiva CO₂.
Interventi istituzionali
Le istituzioni italiane ed europee hanno messo in campo diverse misure per affrontare l’emergenza Xylella. La Regione Puglia ha stanziato fondi per supportare gli agricoltori colpiti e incentivare la reintroduzione di varietà resistenti. Il governo italiano ha adottato piani straordinari per il monitoraggio del patogeno e il controllo degli insetti vettori. A livello europeo, l’Unione Europea ha finanziato progetti di ricerca e fornito aiuti economici attraverso programmi come il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Questi interventi mirano non solo a contenere la diffusione del batterio ma anche a sostenere la rigenerazione degli uliveti distrutti. Nonostante gli sforzi, molti agricoltori lamentano ritardi burocratici nell’erogazione dei fondi e difficoltà nell’applicazione delle misure fitosanitarie. Il recupero completo della produzione olivicola pugliese richiederà anni di lavoro e investimenti significativi.
La Xylella fastidiosa ha rappresentato una catastrofe senza precedenti per gli uliveti del Salento e delle province di Brindisi e Lecce. Oltre ai danni economici diretti, il batterio ha colpito profondamente il patrimonio culturale e paesaggistico della regione. Sebbene siano stati fatti progressi nella ricerca scientifica e nelle strategie di controllo, il cammino verso una soluzione definitiva è ancora lungo. Il futuro dell’olivicoltura pugliese dipenderà dalla capacità delle istituzioni di collaborare con gli agricoltori per rigenerare un settore vitale per l’economia italiana.
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