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L’ONU compie 79 anni, limiti e funzionamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Il Palazzo di Vetro di New York, sede dell'ONU
Il Palazzo di Vetro di New York, sede dell'ONU

Il 24 ottobre 1945 a New York ebbe luogo la prima riunione dell’Assemblea Generale dell’ONU. Il 25 aprile dello stesso anno era stata firmata a San Francisco la convenzione che dava origine a quello che sarebbe diventato il più grande degli organismi internazionali, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, più semplicemente definita con l’acronimo ONU. La sede dell’ONU fu collocata a New York nel palazzo di vetro edificato su un territorio internazionale. All’epoca della fondazione gli stati membri erano 51 attualmente sono 193.

Dalla teoria dei 4 sceriffi all’ONU

Nel corso degli anni non sono mancate polemiche e colpi di scena come ad esempio il fatto che la Fifa, l’organismo del calcio mondiale, conti più iscritti dell’ONU. Ma statistiche a parte, come funziona l’organizzazione delle Nazioni Unite? Bisogna fare un passo indietro. La prima ipotesi di una organizzazione del genere risale all’inizio del 1945 quando il presidente Roosevelt ipotizzò la teoria dei 4 sceriffi. Occorreva creare un organismo internazionale che avesse un potere esecutivo affidato ai soli stati vincitori della Seconda Guerra Mondiale. A tutti gli altri stati sarebbe stato concesso di possedere solo armi alla stregua di un fucile. In questo modo il mondo libero che doveva uscire dall’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale sarebbe diventato un ordine mondiale favorevole alle potenze che quel conflitto lo avevano vinto.

Gli organi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Lo scopo del presidente americano trovò applicazione proprio nella struttura dell’ONU che è composta da sei organi principali: Assemblea Generale, Consiglio di Sicurezza, Segretario Generale, Corte Internazionale di Giustizia, Consiglio Economico e Sociale, Consiglio per i Diritti Umani.

L’Assemblea Generale è l’organi deliberativo alla quale prendono parte tutti gli Stati membri con al massimo 5 rappresentanti seppur, ogni stato ha un solo voto a propria disposizione. Alcune decisioni sono prese a maggioranza assoluta, altre richiedono la maggioranza dei due terzi.

Il Consiglio di Sicurezza: 5 stati amministrano il mondo grazie al diritto di veto

Il Consiglio di Sicurezza è composto invece da 15 stati dei quali 5 sono membri permanenti con diritto di veto mentre altri 10 sono eletti tra quelli che compongono l’Assemblea con rotazione biennale. Ogni anno però si rinnovano solo 5 membri non permanenti. Ciò che spesso ha bloccato l’efficacia, l’efficienza e il potere di risolvere le controversie da parte dell’ONU è proprio il meccanismo del diritto di veto. I membri permanente del Consiglio di Sicurezza sono Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina, cioè le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale più la Cina. Non è difficile quindi capire che si tratta di un sistema atto a garantire un ordine mondiale che mantenga inalterato lo status quo uscito dalla Seconda Guerra Mondiale. Grazie al diritto di veto le potenze possono evitare decisioni che possano danneggiare i loro interessi o quelli dei propri stati satellite, o se si preferisce, delle proprie sfere d’influenza. Questo meccanismo che, contrariamente a quanto previsto nell’Assemblea Generale, non assume decisioni con metodo democratico, è stato pensato per impedire ai grandi di pestarsi i piedi a vicenda.

È vero che le potenze che compongono il Consiglio sono state più volte su sponde diverse. È altrettanto vero che durante la Guerra Fredda si è andati in almeno 2 occasioni allo scontro nucleare totale ma è altrettanto vero che questo tipo di sistema decisionale garantisce ai 5 principali attori del mondo di assumere decisioni per tutti che però soddisfino sé stessi.

Quando i colleghi giornalisti spiegano che l’ONU non è capace di fermare un conflitto, non è capace di dare alle risoluzioni una organizzazione e una applicazione definitiva, si riferiscono al fatto che dovendo decidere tutti insieme all’unanimità, si ha spesso il veto da parte di uno degli attori principali con il conseguente immobilismo dell’intera organizzazione. Ecco realizzata la teoria dei 4 sceriffi di Roosevelt.

Gli altri organi dell’ONU

Poco possono, contro questo meccanismo gli altri organi. A partire dal Segretario Generale dell’ONU che in teoria deve essere il responsabile amministrativo e ha il potere di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi elemento che possa essere nocivo per il mantenimento della pace.

La Corte Internazionale di Giustizia è l’unico organo dell’ONU con una sede al di fuori del territorio degli Stati Uniti trovandosi a L’Aia nei Paesi Bassi. La Corte è composta da 15 giudici eletti ogni 9 anni a maggioranza assoluta dai membri dell’Assemblea e del Consiglio che votano separatamente.

Il Consiglio Economico e Sociale ha compiti di consulenza e di coordinamento.

ONU: inefficacia e fallimenti

L’attività dell’ONU è quasi sempre al centro dell’attenzione per la risoluzione dei conflitti. Se lo scopo era quello di limitarne lo scoppio o ridurne l’entità, purtroppo bisogna ammettere che non lo si è raggiunto. Uno dei limiti principali è il diritto di veto che impedisce una decisione di tipo democratico e che, anzi, talvolta è l’antitesi della democrazia consentendo a uno solo di decidere per tutti. Probabilmente era l’unico sistema per garantire che i grandi non si infastidissero a vicenda. Ma perché questo? Perché tutto sommato nell’epoca della democrazia e della libertà tra i singoli occorre fare in modo che gli stati possano comunque prendere le loro libere decisioni all’interno del diritto di veto. O forse no.

Fatto sta che spesso l’ONU non riesce a concretizzare le decisioni, non ha la capacità di fare ciò che serve e che, da un punto di vista etico, potrebbe apparire giusto per fermare i conflitti.  

L’ONU evita la terza guerra mondiale

Dal punto di vista giuridico e giurisdizionale ci sarebbe sempre un sistema migliore ma attuarlo non è interesse di chi detiene le redini di questo ordine mondiale scaturito dalla Seconda Guerra Mondiale. Possiamo comunque dire che anche se l’ONU manca di efficacia è stato utile per prendere consapevolezza dei problemi e dei conflitti del mondo offrendo comunque soluzioni per portare alla conoscenza del mondo problemi e fatti che altrimenti sarebbero rimasti insabbiati. Se è stato utile per evitare una terza guerra mondiale, la risposta è che l’ONU è ad oggi la prova tangibile che nessuno ha interesse in una terza guerra mondiale, una guerra che danneggerebbe proprio, maggiormente gli attori principali dell’attuale ordine. Paradossalmente le cinque potenze permanenti del Consiglio di Sicurezza sono gli Stati che più avrebbero da perdere, in termini di finalità politiche, da uno scontro tra loro stessi. Si correrebbe il rischio di un suicidio geopolitico come quello che compì l’Europa durante la Prima Guerra Mondiale. Allora non i governanti non avevano fatto bene i calcoli, adesso ci sono studi anche su questo e una sola certezza: da una terza guerra mondiale avremmo tutti qualcosa da perdere.

Leggi anche Israele vuole sbarazzarsi di Unifil o di Hezbollah?

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