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La Francia prende in “ostaggio” Pavel Durov fondatore di Telegram

Pavel Durov fondatore di Telegram
Pavel Durov fondatore di Telegram

Pavel Durov fondatore di telegram con la doppia cittadinanza Russa e Francese è stato arrestato a Parigi non appena ha messo piede fuori dal suo aereo.

Pavel Durov arrestato in Francia: l’accusa

L’arresto è avvenuto nella serata del 24 agosto all’aeroporto di Bourget alle porte di Parigi. Secondo quanto dicharato dalle autorità francesi Durov sarebbe stato tratto in arresto insieme alla sua guardia del corpo e a una donna, presumibilmente la sua compagna. La Francia sostiene di aver arrestato Durov in funzione di un mandato di perquisizione spiccato perché la famosa applicazione di messaggistica istantanea creata da Durov nel 2013 consentirebbe – ed è la verità – un livello di segretezza tale da essere utilizzata non solo da utenti privati attenti alla propria privacy ma anche da gruppi terroristici, organizzazioni criminali, gestori di siti pedopornografici e altre attività fuorilegge.

Chi è Pavel Durov e cos’è Telegram

Durov ha fondato Telegram nel 2013 ed è così certo del livello di crittografia end-to-end – è stato il primo ad usarlo, prima del blasonato concorrente Whatsapp – che in passato offriva un milione di dollari a chi sarebbe riuscito a violare almeno un messaggio trasmetto attraverso l’applicazione. Durov ha lasciato la Russia nel 2014 perché ha sempre creduto nella neutralità dell’applicazione. Proprio da quella data si è trasferito a Dubai dove la sua società ha sede. Attualmente si tratta di uno degli uomini più ricchi del mondo con patrimonio stimato dalla rivista Forbes in 15,5 miliardi di dollari

Le contraddizioni dell’arresto e la “presa in ostaggio”

Le autorità francesi hanno preso in arresto Durov perché sostengono che fornendo un livello di segretezza così elevato si rende complice delle organizzazioni e degli scopi criminali che usano l’applicazione. Non c’è bisogno di sottolineare quanto i produttori di questo tipo di applicazioni tengano a garantire la privacy dei propri utenti. Dopo la strage di San Bernardino del 2016 l’FBI chiese alla Apple di sbloccare gli iPhone di alcuni terroristi ma, nonostante la ragione di sicurezza nazionale invocata più volte dalla magistratura e dall’amministrazione Obama, la casa di Cupertino non sbloccò mai i telefoni e il Ceo di Apple Tim Cookc non fu tratto in arresto né la casa subì conseguenze legali o fiscali. Quello che è accaduto a Parigi da l’impressione di un vero e proprio ricatto indegno dei paesi occidentali.

Perché non potrebbe accadere in Italia

Un arresto di questo tipo, grazie alla Costituzione e all’articolo 13 non potrebbe avvenire in Italia. Inoltre, l’articolo 27 specifica chiaramente che “La responsabilità penale è personale” e l’articolo 25 precisa “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”. Insomma, troppe volte non ci si rende conto di quanto la Costituzione italiana tuteli la libertà contrariamente a chi, avendo attuato una rivoluzione borghese oltre 200 anni fa, propugna principi del tipo “Liberté” senza poi identificare i corretti confini – e senza nemmeno concedersi il beneficio del dubbio – tra la tutela dela libertà del singolo e l’incolumità pubblica. Durov, del resto, è un fautore della neutralità di chi progetta l’applicazione allo stesso modo di come Tim Barners Lee è a favore della neutralità della rete

L’Europa e la tutela della privacy

In Europa devi essere avvertito se un sito memorizza un cookie temporaneo e necessario sul tuo dispositivo. Si è discusso e si discute sul fatto che un autovelox possa fotografare il guidatore che violando i limiti di velocità, oltre a commettere un reato mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri. Google quando lanciò Street View fu costretta ad eliminare i volti delle persone che aveva fotografato nel rispetto di questo mostro sacro chiamato privacy ma le autorità francesi, alla luce di tutto questo, possono prendere in ostaggio il fondatore della società nonché autore dell’applicazione che garantisce la privacy. Se si volesse applicare questo metro di giudizio, se si propagasse questa pochezza intellettuale, la fabbrica di armi Beretta dovrebbe essere ritenuta responsabile di tutti gli omicidi commessi con le proprie armi. Se le autorità francesi avessero prove circa un coinvolgimento diretto e volontario di Durov nelle operazioni di supporto al terrorismo, sicuramente potranno dimostrare, in un tribunale davanti a giudice terzo e indipendente, le loro accuse. Altrimenti, rilascino l’ostaggio oppure ammettano di voler fare una guerra di propaganda per una non ben precisata ragione che – tra l’altro – rischia di compromettere ancora di più i rapporti tra Russia ed Europa.

Il sostegno di Elon Musk

In supporto di Pavel Durov, informatico che ha lasciato la Russia per non sottostare a un regime autoritario quale quello di Putin, arriva Elon Musk con un tweet su X “POV: It’s 2030 in Europe and you’re being executed for likink a meme” postando, sotto la notizia dell’arresto di Durov. Certamente Musk non è un santo e talvolta appare spregiudicato in funzione della sua smisurata ambizione, tuttavia non si può non condividere la sua preoccupazione per quella che si preannuncia una nuova caccia alle streghe.

Leggi anche Cosa sono pil, debito pubblico, inflazione e deflazione

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