La mattina del 18 agosto è venuto a mancare uno dei volti più noti del cinema Alain Delon. A dare la triste notizia sono stati i tre figli, Alain Fabien, Anouchka e Anthony, i quali affermano che Alain si è spento serenamente, circondato dall’affetto della sua famiglia. Alain Delon è stato uno dei volti leggendari del cinema negli anni 60 e 70, con il sguardo glaciale e la sua bellezza angelica ha interpretato ruoli diversi, dal duro all’antieroe della malavita, al poliziotto seducente ma segnato da un aspro destino.
Alain Delon, la marina e l’inizio della carriera cinematografica
La vita privata del noto attore è stata segnata da alti e bassi, all’età di quattro anni i suoi genitori si separano e questo evento drammatico per Alain, segnerà negativamente la sua infanzia. A 14 anni lascia la scuola per lavorare in macelleria e a 17 decide di arruolarsi in marina dove resterà per 5 anni nel battaglione di paracadutisti della fanteria, destinato al sud est asiatico, per la spedizione militare francese in Indocina. Anche l’esperienza nella marina è travagliata: trascorre 11 mesi complessivi in prigione per indisciplina. Al suo rientro in Francia, incontra l’attrice Brigitte Auber, che lo introduce al mondo del cinema e da quel momento diventa uno dei volti più popolari del cinema francese di tutti i tempi. Nel 1958, dopo aver interpretato piccole parti in vari film, arriva per Delon il primo ruolo da protagonista, quello del giovane e seducente Franz Lobheiner in “L’amante pura”, storia di amore e tradimenti diretta da Pierre Gaspard-Huit. Sul set incontra l’attrice coprotagonista Romy Schneider, con la quale inizierà una lunga relazione d’amore.
L’incontro con Luchino Visconti e i primi lavori
Nel 1959 con il giallo “Delitto in pieno sole “di René Clément, Alain Delon, si fa notare per la prima volta con uno di quei personaggi belli e dannati, lasciando il segno anche all’estero. Nel 1960 incontra il regista Luchino Visconti che gli assegna la parte di protagonista nel film “Rocco e i suoi fratelli”, con un personaggio puro e tollerante. La storia di cinque fratelli lucani emigrati a Milano con la madre, Delon incarna Rocco, che prova in ogni modo a tenere unita la famiglia, accettando perfino di intraprendere l’odiata carriera di pugile. Nel 1963 Visconti lo sceglie nuovamente per il suo capolavoro sulla decadenza della nobiltà siciliana ai tempi dell’Unità d’Italia, “Il gattopardo”, dove interpreta il principe Tancredi ambizioso e seducente attivista delle camicie rosse, indimenticabile al pubblico femminile.
L’apice della carriera, gli anni ’60 e ’70
Nel 1965 il poliziesco “L’ultimo omicidio” di Ralph Nelson fa volare l’attore dritto verso gli Stati Uniti dove, nel 1967, si cimenta in una delle sue performances più riuscite quella di Frank Costello faccia d’angelo capolavoro di Jean-Pierre Melville. Delon interpreta la parte di un sicario a pagamento che deve guardarsi dalla polizia e persino dal suo complice, un samurai solitario della malavita. Notevole è l’interpretazione di Delon nel gangsteristico “Il clan dei siciliani” del 1969 di Henri Verneuil. Gli anni ‘70 per Delon sono caratterizzati dall’apice del suo successo cinematografico, successivamente Delon recita quasi esclusivamente in polizieschi violenti, in cui i caratteri divengono sempre più stereotipati. Nel film “Mr. Klein” del 1976 di Joseph Losey, incarna un cinico ed elegante antiquario che si arricchisce acquistando i beni degli ebrei deportati nella Francia del 1942, prima di ritrovarsi su un treno diretto ad Auschwitz per un caso di omonimia.
Alain Delon regista
Gli anni ’80 sono per Delon un lento declino, da attore prova a diventare regista ma i risultati non rientrano nelle sue aspettative. Nel 1981 cura la regia, la sceneggiatura e l’interpretazione principale del film “Per la pelle di un poliziotto” , storia di un detective privato che deve ritrovare una ragazza cieca scomparsa. Ancora nel 1982 scrive, dirige, interpreta e produce “Braccato” storia di un ladro che, uscito di prigione, tenta di recuperare il vecchio bottino, ma per recuperarlo dovrà fare i conti con i complici che vogliono la loro parte e la sua.
Anni ’90 e 2000, i premi alla carriera e la depressione
Gli anni ‘90 sono per Delon anni di apertura verso il teatro e la televisione. Nel 1995 al Festival di Berlino, arriva un primo grande riconoscimento al suo talento: l’Orso d’oro alla carriera. Nel 2005 Delon rivela alla stampa la sua lotta contro la depressione, malattia che lo ha portato sull’orlo del suicidio. Nel 2008 viene definito clinicamente guarito e torna a lavorare al cinema, interpretando ruoli autoironici come ad esempio il narcisista Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi di Frederic Forestier e Thomas Langmann al fianco di Gérard Depardieu. Nel 2012, riceve il premio “Il Pardo” alla carriera al Festival di Locarno e nel 2019 il Festival di Cannes gli ha conferito la Palma d’oro.
Gli ultimi anni, lo scontro tra i figli e la compagna
Torna alla ribalta della cronaca nell’estate del 2023, quando i suoi tre figli presentano una denuncia contro la compagna, Hiromi Rollin, accusandola di “circonvenzione di incapace” e di approfittarsi della sua debolezza.
“Voglio morire, la vita è finita”, Sono queste le parole che l’attore francese Alain Delon, nel luglio 2023, disse a un medico chiamato a visitarlo nella sua residenza di campagna a Douchy. La visita rientrava nell’ambito di un’indagine avviata dalla polizia dopo la denuncia per maltrattamenti e circonvenzione di incapace sporta dai suoi figli nei confronti di Hiromi Rollin, la donna che per molti anni è stata assistente di Delon e, come spiegò lui stesso ai gendarmi, diventò poi qualcosa di più perché “c’era una forma di amore tra noi”. Gli stessi figli hanno poi intrapreso una guerra fratricida sui media e nei tribunali, riguardo allo stato di salute dell’attore, che soffriva di un linfoma e che ha avuto un ictus nel 2019. Gli ultimi anni della sua vita, però, sono segnati soprattutto dalla malattia “Non ho paura della vecchiaia, è l’infermità che mi spaventa, l’impotenza. Mai mi mostrerò al mio pubblico devastato nel fisico e abbrutito dalla malattia”, afferma Delon. Per i suoi 80 anni l’ex compagna Mirelle Darc dichiarò: “Alain vive in una solitudine profonda nel suo mondo. Quel malessere l’ha sempre avuto dentro di sé. Ma non si lamenta: ha voglia di vivere così. Gli dà pace”. Nel 2022 Delon rivela alla stampa il suo pensiero sull’eutanasia: “Da una certa età, da un certo momento, si ha il diritto di andarsene tranquillamente, senza passare per ospedali, iniezioni e così via”.
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