Il presidente francese Emmanuel Macron non è nuovo a uscite che Sorrentino nel film il Divo definirebbe “incongrue”. Infatti, l’inquilino dell’Eliseo ha ipotizzato che se la Russia dovesse rompere il fronte in Ucraina, ci sarebbe la necessità di inviare truppe di terra in per far combattere i nostri soldati contro quelli della Russia, perché, a parere di Macron, se non lo facessimo rischieremo la nostra libertà.
la parole di Macron, comunicazione e propaganda
Il presidente francese è tornato sulla scena europea con uno stranissimo modo di comunicare con gli alleati inglesi, francesi e tedeschi. Perché non si può trattare di altro se non di una forma di comunicazione. Durante la crisi di Cuba del 1962 il segretario alla difesa Robert McNamara ebbe a dire che la quarantena navale imposta dagli americani e il tentativo di eluderla dei sovietici, era un modo di comunicare tra il presidente Kennedy e il segretario Kruscev. È quindi, anzi sarebbe quindi, ragionevole pensare che Macron volesse comunicare qualcosa a qualcuno, anche perché la Francia, unica potenza nucleare dell’Unione Europea nonché unico seggio permanente nel consiglio di sicurezza, non ha alcun interesse a generare una guerra nucleare che sarebbe la sicura risposta della Russia in caso di uno scontro diretto con la Nato.
durante la guerra fredda i test nucleari erano all’ordine del giorno
Macron quando afferma pubblicamente di voler entrare in guerra con la Russia sa perfettamente che una guerra sul territorio ucraino, con forze e bandiere Nato, porterebbe a una guerra mondiale di tipo totale. Dal canto suo Putin ha annunciato esercitazioni con armi nucleari tattiche. Non c’è bisogno di inventarsi 3 lauree e la scuola di geopolitica per distinguere le armi tattiche da quelle strategiche. Un’arma nucleare tattica è di solito un’arma di piccola portata, di solito pochi kilotoni, cioè un’arma che essendo progettata con l’Uranio o con il Plutonio, ha una potenza equivalente a poche migliaia di tonnellate di tritolo. Per capirci la bomba di Hiroshima aveva una potenza di 18 kiloltoni, significa l’equivalente di 18 mila tonnellate di tritolo. L’arma di Hiroshima è stata superata in potenza dagli ordigni progettati durante la guerra fredda. La bomba all’idrogeno “Zar”, fatta detonare nel 1961 dall’Unione Sovietica, a scopo sperimentale, aveva una potenza di 57 – secondo altre fonti 61 – megatoni cioè 57 milioni di tonnellate di tritolo. Sarebbe quindi considerata un’arma strategica. Le armi strategiche hanno infatti una potenza maggiore, solitamente diversi kilotoni oppure qualche megatone.
Macron e Putin sanno di non volersi fare la guerra
Al di là della descrizione delle armi, argomento al quale potremmo destinare un articolo a parte, occorre considerare che Macron, al di là della comunicazione e delle sue necessità, dice il falso. Se Putin dovesse vincere in Ucraina, quasi certamente non si azzarderebbe ad andare oltre, anzi, probabilmente è sua intenzione considerare vittoria l’accettazione dello status quo, con l’annessione del Donbass e della Crimea. Il voler raggiungere i confini del 1991 è un altro bluff, un’altra esagerazione che deriva principalmente dalle necessità comunicative questa volta di Putin. Del resto il presidente di uno dei paesi membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’ONU, non può dimostrare ignoranza storica e mancanza di buon senso. Le cancellerie europee, compresa la Farnesina direttamente per bocca del ministro degli esteri Tajani, si sono affrettate a smentire l’intenzione di inviare soldati. Anche il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini ha smentito categoricamente. Del resto la Russia tutto vuole fuorché uno scontro con la Nato. Lo status quo derivante dalla teoria dei 4 sceriffi – che poi sono diventati 5 – voluta dal presidente Roosevelt, conferisce alle maggiori potenze mondiali la possibilità di primeggiare sugli altri stati del mondo e garantisce loro benessere, un benessere che tiene il mondo in equilibrio e le armi nucleari nelle basi e nei silos, più di quanto non le riesca a trattenere la teoria della mutua distruzione assicurata, elemento peraltro non insignificante e che ha il suo peso.
ci sono molti precedenti, per questo non ci sono rischi di guerre mondiali totali
Quando l’Unione Sovietica invadeva la Cecoslovacchia o quando le truppe del Cremlino attaccavano l’Afghanistan o, in tempi più recenti, la Cecenia, nessuno aveva paventato una guerra mondiale in caso di vittoria di Mosca. Ecco perché, se la Russia dovesse vincere in Ucraina, è assolutamente probabile che si fermi, senza cancellare il territorio di Kiev dalle carte geografiche. Chi fa propaganda di potenziali attacchi nucleari e chiede di inviare truppe è in malafede e gioca il ruolo dell’avvelenatore di pozzi, a meno che non si tratti di personaggi competenti e preparati come Macron, che sanno che le loro parole potrebbero essere prese sul serio solo dalla stampa e dalla gente comune, ma non da altri presidenti altrettanto competenti in fatto di comunicazione.
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