Skip to content

Il divieto di fumo in Italia e nel mondo

Divieto di fumo in Italia e nel mondo
Divieto di fumo in Italia e nel mondo

In alcune città italiane sono state adottate nuove regole che prevedono sanzioni anche per chi fuma all’aria aperta. Il 15 aprile 2024, il Consiglio comunale di Torino ha approvato la modifica al Regolamento di Polizia Urbana numero 221, aggiungendo alla sezione dei Comportamenti Vietati dell’articolo 7, comma 1, la lettera v. La nuova regola sancisce il divieto di fumare in presenza di un bambino o di donne in stato di gravidanza, in ogni luogo all’aperto a una distanza inferiore di cinque metri. Il divieto di fumo riguarda tutti i tipi di sigarette e si estende anche alla pipa, al sigaro e alle sigarette elettroniche. Sulla base della consapevolezza delle implicazioni sociali, ambientali e sanitarie, è stato istituito il divieto di fumo nelle aree esterne degli ospedali, degli istituti di ricovero pediatrici, ginecologici e di neonatologia. Nella delibera a Torino, vige il divieto di fumo anche nei parchi pubblici e nelle aree di gioco.

Divieto di fumo, le regole a Milano

Torino non è l’unica città in cui si adottano regole severe per i fumatori. Anche a Milano, dal 1° gennaio 2025, sarà vietato fumare all’aperto. Il divieto sarà esteso a tutte le aree pubbliche, comprese le aree stradali, salvo nei luoghi dove si possa mantenere una distanza da altre persone di almeno 10 metri. Il trasgressore sarà punito con una multa che varierà da 40 euro a 240 euro. A Milano, il regolamento prevede il divieto di fumo nelle aree destinate al gioco, allo sport o ad altre attività per bambini. Il divieto viene applicato anche vicino alle fermate dei taxi, nelle aree cimiteriali, nelle aree per i cani e presso le strutture sportive, come ad esempio lo stadio.

Fumo, la situazione internazionale

Se però guardiamo anche nel resto del mondo, l’Italia è indietro rispetto alle grandi città. Gli Stati Uniti d’America hanno applicato la legge sul divieto di fumo all’aperto 15 anni fa, e addirittura lo stato della California 20 anni fa sanzionava le persone che fumavano lungo le spiagge e nei luoghi all’aperto. Recentemente, gli Stati Uniti hanno sancito il divieto di fumo per chi ha meno di 21 anni. Simile è il caso della Gran Bretagna che vieta la vendita di sigarette ai minori di 15 anni e si pone come obiettivo il voler creare la prima generazione smoke-free. I parlamentari britannici sostengono la legge proposta dal premier britannico Rishi Sunak, che vieta la vendita di tabacco alla generazione dei ragazzi nati nel 2009. La legge, però, vieterà la vendita di sigarette ai minori di 15 anni, ma non ne vieterà l’uso personale. Come afferma l’ex premier Liz Truss: “Siamo in un paese libero, non possiamo decidere chi deve fumare e chi no”.

Dati e implicazioni

Secondo alcuni dati statistici, si è constatato che chi ha iniziato a fumare prima dei 20 anni resta dipendente dall’uso del tabacco. Secondo il Rapporto Nazionale sul Tabagismo, tenutosi all’Istituto Superiore di Sanità, cala il numero complessivo dei fumatori, ma aumenta il numero delle sigarette fumate. In Italia, la popolazione fuma in media 12 sigarette al giorno. Gli italiani alternano al fumo delle sigarette normali quello delle sigarette elettroniche o del tabacco riscaldato. Tra i fumatori, l’81% consuma sigarette confezionate, mentre l’11% fuma sigarette fatte a mano e il restante 14% fuma sigarette a tabacco riscaldato. La fascia dei fumatori riguarda il 36% degli studenti tra i 14 e i 17 anni; il 9% tra gli 11 e i 13 anni consuma almeno un prodotto tra sigarette confezionate e sigarette elettroniche, e lo studio ha notato che la maggior parte dei giovani che abusano del fumo è di sesso femminile.

Effetti e problemi

Il tabacco provoca più decessi di alcol, AIDS, incidenti stradali e droghe ed è la causa di malattie note come la broncopneumopatia cronica o il cancro ai polmoni, cardiopatie, ecc. Mediamente, il fumo ha causato 93.000 decessi in un anno rispetto ai 120.000 decessi per Covid nel 2020. Alcuni studi ritengono che il fumo passivo sia la causa di infezioni respiratorie, soprattutto nei bambini esposti al fumo passivo. Si è registrato un numero maggiore di ricoveri per asma, bronchiolite, polmonite, e l’Istituto Superiore di Sanità afferma che molti problemi comportamentali scolastici siano legati ad esso.

fumo e impatto ambientale

Attualmente, il tabacco viene coltivato in 125 paesi su un’area stimata di 4 milioni di ettari. La coltivazione e la produzione di tabacco provocano danni irreversibili al nostro pianeta. Essi svolgono un ruolo cruciale nell’agricoltura e contribuiscono al cambiamento climatico. I danni ambientali sono notevoli, per non parlare dei mozziconi di sigaretta che contengono sostanze pericolose come il piombo e l’arsenico. I pacchetti di sigarette producono 2 milioni di rifiuti (carta, inchiostro, cellophane e colla). Discorso analogo vale per le sigarette elettroniche, che contengono materiali dannosi all’ambiente in quanto non sono biodegradabili. La deforestazione per le piantagioni di tabacco richiede l’uso di pesticidi e di fertilizzanti; questi non solo inquinano le acque dei fiumi e dei mari, ma comportano un aumento di anidride carbonica nell’atmosfera e sono la causa di gravi conseguenze ambientali. Quindici pacchetti di sigarette tolgono la vita a un albero.

Leggi anche Intervista a Flavio Parenti

Articoli correlati

Seguici sui social

ADVERTISMENT

Recent Posts

ADVERTISMENT