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L’Aquila a 15 anni dal terremoto

L'Aquila
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Alle 3:32 della notte tra il 5 e il 6 aprile, una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 colpì la città dell’Aquila. Le vittime accertate furono 309, 80 mila gli sfollati e i feriti più di mille, un forte sisma che colpì 57 comuni: 42 nella provincia dell’Aquila, 7 in quella di Pescara, 8 nel teramano.

La ricostruzione della città

Il tempo passa e i ricordi di quella notte riaffiorano nella mente di chi ha vissuto la catastrofe, gli edifici sono quasi ristrutturati, ma la rabbia e il dolore per le perdite subite non possono essere riparati. Intanto la vita va avanti e i cittadini della città dell’Aquila e di tutti i comuni limitrofi sono impegnati nel guardare al futuro, cercando di ricostruire ciò che è andato distrutto. Nel cratere dell’Aquila mancano 2 anni per completare i lavori di ristrutturazione delle abitazioni private, mentre per la ricostruzione degli edifici pubblici manca ancora il 50% per la città dell’Aquila e meno del 50% per i comuni del cratere. Anche la piazza principale “Piazza Duomo” avrà un nuovo restyling con una nuova pavimentazione e una nuova illuminazione e una riqualificazione complessiva dell’area.

Il concorso di colpa per le vittime del terremoto

In questi 15 lunghi anni, si sono accavallati una serie di avvenimenti che hanno riaperto una ferita profonda, il 9 ottobre del 2022, il Tribunale de l’Aquila ha accertato il concorso di colpa per 24 vittime del terremoto, giudicando la loro condotta “incauta” pertanto gli eredi avrebbero avuto una riduzione del risarcimento, in più secondo il giudice, i morti rimasero a dormire nonostante le due scosse avute nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Per questo motivo il concorso di colpa comportò una diminuzione del 30% del rimborso per il risarcimento danni. Molti furono i dibattiti e molte le polemiche alzate contro le istituzioni, considerato che una città Universitaria come l’Aquila, situata in una zona sismica, debba assicurare agli studenti delle sistemazioni adeguate e antisismiche. Invece quella notte 54 giovani studenti persero la vita.

L’Aquila, la situazione attuale della città

Ad oggi nel comune mancano 4-5.000 abitanti nel centro storico della città e altri mille nelle zone limitrofe, il problema principale è che chi è stato sfollato oggi ha paura di tornare a vivere lì e attualmente le case sono state date in affitto agli stranieri. Grazie al titolo di Capitale della Cultura italiana 2026, l’Aquila punta a ridare una nuova vita agli edifici pubblici come le scuole, i teatri, i luoghi di aggregazione per valorizzare il cuore della città. Il capo dell’ufficio speciale che si occupa della ricostruzione degli edifici Raffaello Fico afferma:

Siamo a buon punto, le nuove funzioni assegnate all’ufficio hanno di fatto potenziato le sue già consolidate capacità di pianificazione, programmazione e gestione delle risorse. A queste si sono aggiunte funzioni e processi che ne hanno cristallizzato il ruolo di gestore e facilitatore nei programmi finanziari volti allo sviluppo del territorio ed al suo recupero socio economico.

Le parole dell’Onorevole Stefania Pezzopane

Stefania Pezzopane, all’epoca presidente della Provincia dell’Aquila, in memoria del sisma del 2009, afferma:

Prima come amministratrice mi sono adoperata per ricostruire, poi da legislatrice ho costruito apposite leggi per la ricostruzione, norme per dare personale stabile, finanziamenti per i crateri anche con il Fondo complementare del Pnrr, abbiamo creato norme per la ricostruzione sociale, culturale ed economica e tanto altro. Tutte cose importanti che hanno determinato effetti positivi, ma c’è ancora tanto da fare. Abbiamo fatto tanto, tantissimo per ricostruire le case, ma non si sta facendo abbastanza per ridare il senso della comunità e della vita. Questa è un vuoto importante da colmare perché la ricostruzione sia soprattutto rigenerazione. Dobbiamo essere orgogliosi delle tante cose fatte, ma seri costruttori di ciò che ancora manca.

Leggi anche L’Aquila capitale italiana della cultura 2026

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