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Sônia Guajajara la ministra dei Popoli indigeni del Brasile

Indigeni brasiliani
Indigeni brasiliani

Il 2024 segna un periodo di grande movimentazione per il popolo indigeno che vive nelle terre del Brasile, il quale continua a lottare per il diritto di appartenenza delle proprie terre. La lotta contro questa interpretazione giuridica, definita “Time limit Trick”, ovvero oltre un lasso di tempo, è considerata scandalosa dal momento in cui le terre appartengono al popolo indigeno ed erano occupate illegalmente da persone in cerca di oro. La ministra dei Popoli indigeni del Brasile, attivista e politica brasiliana, Sônia Guajajara, è la prima al mondo a ricoprire questo incarico; si è candidata con un solo obiettivo: rimarcare l’appartenenza alla terra indigena dell’Arariboia, nel cuore della foresta amazzonica. La ministra afferma: “L’elezione del presidente Lula ha dato una nuova speranza al popolo brasiliano perché siamo tornati ad essere una democrazia e abbiamo messo i popoli indigeni al centro del dibattito politico. Sono orgogliosa di questo”.

Limitazione dei Diritti con il “Lasso di Tempo”

Nel corso del 2024, il popolo indigeno ha preso parte a numerosi dibattiti e azioni di sostegno culminati verso il “Lasso di tempo – Rischi e violazioni dei diritti associati alla tesi sul quadro temporale”. Il “lasso di tempo” è una tesi politica che limita i diritti dei popoli indigeni sulle loro terre tradizionali attraverso l’applicazione di un limite temporale arbitrario, restrittivo e giuridicamente infondato. Secondo questa tesi, il diritto dei popoli indigeni di appartenenza si applica solo alle terre che occupavano effettivamente al momento della promulgazione della Costituzione Federale del Brasile nell’ottobre 1988. Purtroppo, in assenza di un’occupazione effettiva, bisognerà dimostrare che la terra in questione era contesa da gruppi indigeni attraverso una causa legale che ne contestava il possesso in quella data. L’articolo 231 della Costituzione federale riconosce il diritto originario dei popoli indigeni alle terre tradizionalmente occupate e definisce tali terre come l’insieme delle aree utilizzate dai popoli indigeni per l’abitazione, quelle utilizzate per le loro attività produttive, quelle essenziali per la conservazione delle risorse ambientali necessarie per il loro benessere e quelli necessari alla loro riproduzione fisica e culturale, secondo i loro usi, costumi e tradizioni.

Sônia Guajajara, Combattere la Deforestazione e Includere le Donne Indigene

Ad oggi sono state sgomberate 12 terre da chi le occupava illegalmente, e ora bisognerà sgomberarne altre 30 da chi taglia alberi, da chi è in cerca di oro e da chi alleva il bestiame. Questo è l’unico obiettivo per eliminare la deforestazione entro il 2030. L’obiettivo della Ministra è anche quello di includere le donne indigene nella vita pubblica fuori dal Brasile. A tal proposito, anche Papa Francesco si è espresso in un WORKSHOP intitolato “INDIGENOUS PEOPLE’S KNOWLEDGE AND THE SCIENCES: COMBINING KNOWLEDGE AND SCIENCE ON VULNERABILITIES AND SOLUTIONS FOR RESILIENCE”, PROMOSSO DALLE PONTIFICIE ACCADEMIE DELLE SCIENZE E DELLE SCIENZE SOCIALI. Il Papa afferma: “Ringrazio il Cancelliere, Cardinale Turkson, e i Presidenti delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali per aver promosso questa iniziativa: è un contributo qualificato per riconoscere il grande valore della saggezza dei popoli nativi e favorire uno sviluppo umano integrale e sostenibile. Questa è un’opportunità per crescere nell’ascolto reciproco: ascoltare le popolazioni indigene, per imparare dalla loro sapienza e dal loro stile di vita, e nello stesso tempo ascoltare gli scienziati, per imparare dai loro studi, infatti, il dialogo aperto tra i saperi originari e le scienze, tra le comunità di saggezza nativa e quelle scientifiche può contribuire ad affrontare in modo nuovo, più integrale e anche più efficace questioni cruciali come, ad esempio, quelle dell’acqua, del cambiamento climatico, della fame, della biodiversità. Questioni che, come ben sappiamo, sono tutte tra loro connesse. Dio ci ha fatto custodi e non padroni del pianeta: siamo chiamati tutti a una conversione ecologica, impegnati a salvare la nostra casa comune e a vivere una solidarietà intergenerazionale per salvaguardare la vita delle generazioni future, invece che dissipare le risorse e aumentare le disuguaglianze, lo sfruttamento e la distruzione. La Chiesa è con voi, alleata dei popoli indigeni e del loro sapere, e alleata della scienza per far crescere nel mondo la fraternità e l’amicizia sociale.”

Vittoria della Corte Suprema e Impegno per il Futuro

La decisione della Corte Suprema contro il tentativo dei latifondisti e multinazionali alimentari di limitare i diritti dei popoli nativi alle riserve protette dell’Amazzonia ha suscitato reazioni di gioia e euforia, dove i nativi hanno festeggiato con danze, canti e grida di felicità. La nuova tesi della Costituzione fissa un limite di 5 anni per sgomberare i territori. La storica attivista Joenia Wapichana ha dichiarato: “Ci sono voluti dodici anni per portare la questione di fronte alla Corte e altri due per arrivare alla sentenza. Ma ne è valsa la pena.” L’approvazione del “marco temporal” avrebbe sottratto le terre agli indios, e anche quelle già restituite sarebbero state a rischio. A farne le spese non sarebbero stati solo i 300 popoli nativi brasiliani, ma tutta la popolazione della Terra considerato che i loro appezzamenti sono i meno deforestati e, in questo modo, aiutano a contenere il riscaldamento globale, come ha certificato la stessa Onu.

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