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Il dress code di Francesco Bellomo e perché è stato radiato dalla magistratura

Rosa Calvi e Francesco Bellomo
Rosa Calvi e Francesco Bellomo

Francesco Bellomo, direttore scientifico della scuola di preparazione al concorso in magistratura “Diritto e Scienza” con sedi a Milano, Roma e Bari, non potrà più indossare la toga. Rosa Calvi, avvocata di Cerignola, che con la sua denuncia ha avviato l’inchiesta sull’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo, si dichiara molto soddisfatta della decisione presa dai giudici del Consiglio di Stato e afferma:

Sono contenta per la decisione del Consiglio di Stato, non per la mia vicenda personale, ma perché, considerate le vicende legate anche alla sua personalità, non poteva svolgere quelle funzioni a cui era chiamato. Sono contenta anche per il messaggio di giustizia che emerge dalla sentenza.

Denuncia di Rosa Calvi

Rosa Calvi è stata tra le prime studentesse a denunciare i presunti abusi. Frequenta la scuola di formazione di Bellomo, ma dopo poco tempo decide di andarsene. Per quale motivo? Non firma il contratto. Tra le clausole del contratto c’è scritto qualcosa che non le piaceva:

Il borsista deve attenersi al dress code in calce al presente contratto. Questo dress code prevedeva tre tipi di look: in tutti e tre la gonna doveva essere corta e se il borsista avesse indossato i pantaloni, la maglietta doveva essere scollata.

Bellomo, le Accuse di Rosa Calvi

Rosa Calvi, il 10 luglio 2019, accusa di abusi Francesco Bellomo:

Una volta ha cercato di baciarmi. Io mi sono alzata e ho detto che dovevo andare da mio fratello. Mi ha risposto che lui era più importante di mio fratello. Per più di un mese ha tentato di convincermi dicendo che ero una stupida a dire no. Mi diceva anche che dovevo perdere peso e che dovevo fare delle punture per le occhiaie.

Un’esperienza terribile che sicuramente l’ha segnata, ma che le ha anche dato la forza di continuare a studiare per realizzare il suo sogno di diventare magistrato:

Non bisogna permettere alle persone di rubarci i sogni, bisogna combattere e io l’ho fatto.

Francesco Bellomo, la Sentenza del Consiglio di Stato

Dinanzi a queste accuse, tra le motivazioni che spingono alla decisione definitiva, i giudici del Consiglio di Stato sottolineano: “Ha posto in essere atti lesivi della dignità e dei diritti fondamentali della persona.” Bellomo ha abusato della sua qualifica di magistrato per scopi privati legati alla relazione tra lui e una borsista. Tra le regole scolastiche, Bellomo aveva inserito un dress code con tacchi a spillo e minigonne per le aspiranti magistrato. Successivamente, le accuse delle altre donne hanno portato ad altri procedimenti legali, tutti conclusi con scioglimento o archiviazione. A Milano l’inchiesta è stata archiviata, a Piacenza è stato assolto e a Bergamo è stato disposto il non luogo a procedere.

Conclusione e Riflessione

Nonostante i procedimenti penali conclusisi con un nulla di fatto, l’organo di autogoverno seguendo un procedimento più efficace: la destituzione. Nella sentenza firmata dai giudici di Palazzo Spada viene sottolineata l’importanza della condotta di ogni magistrato, che è tenuto a comportamenti rigorosi, usando caratteristiche fondamentali come correttezza, imparzialità, diligenza, riservatezza ed equilibrio, tutte qualità che Francesco Bellomo non avrebbe ostentato nella vicenda. I giudici affermano:

L’essere consigliere di Stato ha costituito il fulcro della pretesa di legittimità della sua condotta e, quindi, della pretesa di specifici comportamenti da parte delle borsiste, dignità e diritti fondamentali.

Reazioni e Rifiuto di Francesco Bellomo

A dicembre del 2022, Francesco Bellomo è stato assolto dopo quattro diversi processi. A dicembre del 2017 fu definito «un gran porco» da un popolare giornalista e alla fine è stato espulso dall’ordine giudiziario. Bellomo risponde alla sentenza dicendo:

Se mai ho subito persecuzione amorosa, la subisco io. Scriverò romanzi anche perché ho molte cose da dire su questa storia che non ho ancora detto e prima o poi dovrò farlo. C’è molto di più, molto di più e di peggio.

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