Il fenomeno delle morti sul lavoro riguarda purtroppo tutto lo stivale da Bolzano fino a Portopalo di Capo Passero e, probabilmente, considerando le isole, anche fino a Lampedusa.
morti sul lavoro, la protesta da Nord a Sud
La scorsa settimana un crollo a Firenze in un cantiere ha provocato la scomparsa di cinque operai. Nella giornata di lunedì a Casalnuovo di Napoli in provincia di Napoli un altro operaio è deceduto a causa di una caduta da una impalcatura. Come accade spesso in questi casi le notizie fanno da Eco ai dati. E così che indagando, si è scoperto che negli ultimi 12 mesi nella sola provincia di Foggia i morti sul lavoro sono stati ben 15, una media superiore ad uno al mese. Si potrebbe fare un discorso analogo per le altre province. Proprio l’Italia, paese che spesso si interroga sulla propria identità territoriale, si sente unita prima dalle morti sul lavoro in ciascuna provincia e, adesso, dai vari presidi e movimenti di protesta che si succedono da Aosta a Genova a Milano e a Firenze ma anche nelle città del sud.
morti sul lavoro, i numeri e gli errori della poltiica
I numeri sono da capogiro, nel 2023 i morti sul lavoro sono stati Ben 1041 dei quali 204 immigrati stranieri. Si tratta di una media di 2,85 morti al giorno, qualcosa di incompatibile con il mercato del lavoro di un paese che ha la pretesa di definirsi civile. È vero anche che il costo del lavoro, per gli imprenditori onesti, è sufficientemente alto. È vero che le varie modifiche che sono state apportate negli anni sono andate nel senso della semplificazione normativa troppo spesso sovrapposta a una dei regolazione che poteva apparire come un erroneo segnale di “liberi tutti”. È necessario che tutta la politica in maniera bypartisan si riunisca intorno al tavolo delle commissioni parlamentari per definire immediatamente un progetto di legge che possa porre fine a questa piaga.
morti sul lavoro, non solo leggi ma controlli concreti
Accanto agli interventi normativi va però aggiunto, nel concreto, il modo per le amministrazioni di controllare il rispetto delle regole e poterle eventualmente sanzionare. Da questo punto di vista ha fatto bene la ministra Calderone a promettere un incremento delle ispezioni del 40%, ma il percorso è soltanto all’inizio, l’aumento delle ispezioni è una delle cose necessarie. L’auspicio sarebbe quello di avere più personale, pagato meglio in modo da resistere più facilmente ai tentativi di corruzione e un sistema sanzionatorio che probabilmente non dovrebbe fermarsi soltanto alle pene pecuniaria.
Intanto nei primi 50 giorni del 2024 le morti bianche sono salite a quasi 150 unità, questo significa che si sta mantenendo, purtroppo, la media dello scorso anno.
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