Tra i Carnevali più famosi di Italia da quello di Viareggio a quello di Putignano a quello di Cento, ce ne è uno famoso ma non conosciuto, il carnevale di Fano. Si tratta di un comune italiano di 59 883 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. La città è famosa per il suo carnevale, uno dei più antichi d’Italia, il primo risale al 1347, come specificato da un documento contabile custodito nella sezione locale dell’Archivio di Stato. I documenti attestano che la ricorrenza nacque durante la festa di Sant’Antonio Abate il 17 Gennaio, data che segna l’ingresso di carri, eventi, spettacoli e dolciumi vari che vengono lanciati dai balconi delle case di viale Gramsci. Giganti di cartapesta alti fino a 18 metri si incuneano delicatamente fra le ali di folla festante, in attesa di dolciumi e cioccolatini.
il carnevale di Fano, dalle origini ai giorni nostri
La notorietà si deve alla famiglia dei Malatesta che, nel 1450, con uno statuto decise che il carnevale doveva essere festeggiato. Una delle caratteristiche più importanti della festa era che tutte le differenze sociali venivano meno e tutti, anche i più poveri, avevano la possibilità di sentirsi al pari dei più ricchi. Nel 1718 Giacomo III Stuart sì recò a Fano, dall’Inghilterra, per assistere e godere del carnevale per 10 giorni. Nel 1872 venne fondata la Società delle Fortune per gestire le attività del carnevale. Tale società oggi è denominata Ente Cavalleresca. Uno dei momenti più attesi è la sfilata del Pupo e del “pup” in dialetto fanese, la maschera tipica del carnevale fanese che, dal 1951, costituisce la caricatura del personaggio più in vista del momento. Al termine del carnevale il Pupo viene sacrificato il Martedì Grasso attraverso le fiamme in piazza XX settembre. Il carro che chiude il corteo è quello più atteso, quello della musica Arabita che in dialetto significa musica arrabbiata. La banda musicale è nata nel 1921 e al tempo era composta da artigiani e bottegai che per contrastare la musica che solitamente ascoltavano i nobili e i ricchi proprietari terrieri, si inventarono una musica con cembali di latta, cornette di tubi di ferro e violini a sonagliera. Oggi la musica Arabita si è arricchita di nuovi strumenti ed elementi ed è proposta anche in altre occasioni.
il carnevale? “Una cosa seria”
Lo ha ribadito il primo cittadino di Fano, Massimo Seri
Carnevale significa cultura, arte e creatività che si tramandano e tengono viva la tradizione. La manifestazione fanese è fortemente ancorata all’identità locale, ma allo stesso tempo è proiettata anche al futuro grazie alla tecnologia che caratterizza i nuovi carri allegorici. Insomma, il Carnevale è proprio una cosa seria.
il carnevale di Ivrea
Un altro carnevale famoso per la sua specialità è quello di Ivrea, famoso soprattutto per la “Battaglia delle arance”. La battaglia durerà tre giorni e si svolge in quattro piazze: Borghetto, piazza del Rondiolino, piazza Ottinetti e piazza Ferruccio Nazionale. Tra un momento e l’altro della battaglia sfila il corteo storico aperto dai pifferi e seguito dallo Stato Maggiore a cavallo e dal Generale Marcello Feraudo. Si conclude con il cocchio della Vezzosa Mugnaia (il suo volto è svelato alla città la domenica precedente al martedì grasso alle 21 perché la tradizione vuole che la sua identità rimanga celata proprio fino al momento dell’affaccio).
il carnevale di Ivrea, la battaglia delle arance
Nei giorni del combattimento viene costituita una giuria che ha l’obiettivo di premiare la squadra più leale, grintosa e ardita che vincerà la contesa. Tra le squadre protagoniste del Carnevale, la compagnia di aranceri più vittoriosa e titolata di sempre, in grado di scatenare un tifo da stadio, sono i Diavoli. I colori della squadra sono il giallo rosso. Le origini della Battaglia, risalgono al Medioevo durante una rivolta popolare che portò all’abbattimento della tirannia feudale, affermando Ivrea come comune libero. In quel periodo, i feudatari regalavano una volta all’anno una cesta di fagioli al popolo. Tale ridicola elemosina, nel tempo, portò le varie famiglie a lanciare con disprezzo i fagioli fuori dalla finestra. Durante il Carnevale questo gesto di ribellione ha preso vita attraverso diversi oggetti. Prima gli stessi fagioli, poi i coriandoli, i confetti e, in tempi recenti, le arance, che venivano usate soprattutto dalle ragazze, che dai balconi volevano farsi notare dai ragazzi sui carri. Secondo la leggenda a dare origine alla rivolta fu il gesto eroico di Violetta.
le origini della battaglia delle arance
Violetta, era una bellissima ragazza, figlia di un mugnaio, che portava un cappello rosso, molto lungo che le cadeva su una spalla. Promessa in sposa a un ricco signore locale, una sera che era stata invitata al palazzo dal tiranno, Violetta invece di sottomettersi, lo fece ubriacare e lo uccise. Dopo questo gesto di protesta poi, la ragazza scese in piazza e sollevò tutto il popolo contro i ricchi del paese. Il popolo, non volendo sottostare allo ius primae noctis, con uccise il feudatario che affamava la città. Il Carnevale di Ivrea è quindi una festa dall’immenso valore simbolico che celebra la libertà e il rispetto.
al carnevale di Ivrea si sprecano le arance?
Ma perché sprecare ben 600 tonnellate di ottime arance lanciandole e distruggendole a terra? Il comune di Ivrea spiega:
Spreco di cibo? La risposta è semplice: perché non sono arance buone da mangiare. Alla fine della giornata l’azienda dei servizi ambientali di Ivrea raccoglie le arance da terra e le deposita in vasche speciali dove, in alcune settimane diventeranno compost, ossia un ottimo concime naturale per uso agricolo.
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