Skip to content

La giornata mondiale del malato: sensibilizziamo il tema della donazione

Giornata Mondiale del Malato - Croce Rossa e Mezza Luna Rossa
Giornata Mondiale del Malato - Croce Rossa e Mezza Luna Rossa

Nella ricorrenza della giornata mondiale del malato, mi piacerebbe portare in evidenza un fatto: alcune malattie possono essere curate non soltanto con i medicinali, ma anche con l’amore, inteso come dono di sé. Potrebbe sembrare una frase smielata, un modo di dire, ma in realtà non lo è. Forse così il discorso è troppo generico. A cosa mi riferisco? Ai numerosissimi malati che sono in lista di attesa per il trapianto degli organi, che vivono una condizione di eterna incertezza, aspettando che qualcuno doni, appunto, “un po’ di sé”. È ovvio che nessuno spera nella morte di qualcun altro. Eppure è proprio dalla morte che si può tornare alla vita: grazie alla generosità e al sentimento di umanità di chi si fa donatore, può tornare ad essere vita, la vita di chi aspetta! Ovviamente in questa sede faccio riferimento alla donazione post mortem, in quanto la donazione da vivente può essere preventivata, pianificata, lasciata alla decisione di chi, ancora in vita, può scientemente dare “un pezzetto di sé” a chi ama, a chi fa parte della sua famiglia.

giornata mondiale del malato, siamo considerati un popolo altruista ma doniamo poco

Ma cosa accade, per esempio, in caso di morte improvvisa? O di incidente? Quando il decesso arriva prima che una decisione così importante sia stata presa in considerazione? Non pensate anche voi, come me, che sia peccato “sprecare” organi sani che tanto potrebbero essere d’aiuto per chi è nel bisogno? Dovrebbe essere un sentimento comune, eppure i dati statistici, purtroppo, dimostrano che le donazioni sono poche. Troppo poche. E al sud Italia ancora meno. La Campania, ad esempio, è fanalino di coda perché in terzultima posizione. E pensare che siamo conosciuti, soprattutto noi napoletani, come persone di cuore, generose, altruiste. Non sarebbe bello dimostrare queste attitudini con un gesto che, in valore e importanza, supererebbe tutti gli altri? Perché si dona così poco?

il sondaggio

Un recente sondaggio riferisce che, in fase di rinnovo della carta d’identità, circa il 38% delle persone dice NO alla donazione dei propri organi post mortem. Ma perché? Forse c’è disinformazione o, ancor più, paura. Ma bisogna sensibilizzare la gente rispetto a un tema così importante. Ho pensato, a tal proposito, dopo aver partecipato a un convegno tenuto da medici di rilievo nazionale, di scrivere un post sulle mie pagine social. Sicuramente molti like. Sicuramente tanti plausi. Ma c’è una cosa che è stata davvero importante e toccante, per me. Un mio amico mi ha contattato, qualche giorno dopo il mio post, e mi ha detto:

Sai che sono andato a rinnovare la mia carta d’identità e, alla domanda dell’impiegato sulla volontà di donare gli organi, ho risposto di SI. Tanto, dopo la mia morte, a me non serviranno più ma potranno aiutare qualcuno che ne ha bisogno.

E poi ha aggiunto:

Se non avessi letto il tuo post di qualche giorno fa, avrei risposto di no.

Allora io ho sorriso. E sorrido adesso se penso che anche solo ad una persona è arrivato questo messaggio d’amore tanto grande.
E mi piace concludere con un lascito di Madre Teresa:

Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo.

Meditiamo. E doniamo.

Leggi anche Sanremo 2024, l’amore, il papa, la musica, le parole

Articoli correlati

Seguici sui social

ADVERTISMENT

Recent Posts

ADVERTISMENT