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Il Patto di Stabilità e l’Unione Monetaria Latina

patto di stabilità ed unione monetaria latina
patto di stabilità ed unione monetaria latina

Il recente dialogo tra i paesi europei in merito alla riforma del cosiddetto Patto di Stabilità ha mostrato quanto sia difficile conciliare le esigenze di 27 governi che hanno altrettante opinioni pubbliche a cui rendere conto. Per quanto sia difficile, in questo periodo, imputare ai decisori politici una certa accountability perfino davanti agli elettori, in un periodo che precede le elezioni europee i governi non vogliono chiedere troppi sacrifici agli elettori. Si tratterebbe di un comportamento che i cittadini potrebbero effettivamente stentare a comprendere. Tuttavia come avevamo già ampiamente preventivato in una nostra intervista, le cose non sono cambiate di molto. Lo scostamento ha interessato pochissimi decimali e non ha prodotto cambiamenti di rilievo. Ancora meno novità si avranno dall’accordo sui migranti.

Quando furono fissati i tassi di cambio dalle valute nazionali all’euro, il confronto fu lungo e aspro. Il numero famoso o famigerato, a seconda dei punti di vista, nel caso dell’Italia, fu 1936,27. Il confronto serve a trovare un compromesso, a far si che se si ha un’idea per ciascuno, la risultante non sia una delle idee dei partecipanti al dialogo, ma una nuova idea risultante non univoca delle idee dei proponenti. È quella che in politica si chiama la sintesi. Ecco, è proprio quello che avvenne in quella occasione. Il successivo 1 gennaio 2002 si passò alla doppia circolazione che durò fino al mese di marzo.

il Patto di Stabilità, dalla CEE alla BCE

L’Europa della CEE ha avuto bisogno di eliminare le monete nazionali per far posto alla moneta unica. L’idea era quella di semplificare scambi e movimenti di persone e capitali all’interno del territorio dell’unione. La stessa UE nacque nel 1957, nell’Europa ancora ferita dalla seconda guerra mondiale, proprio per evitare che i paesi del vecchio continente, facendosi guerra reciprocamente, potessero continuare a minare il loro potere globale e la loro stessa esistenza.
Se si cercava la pace l’obiettivo si è grossomodo raggiunto: Francia e Germania si erano fatte guerra nel 1870, nel 1914 e nel 1939, ben 3 volte in meno di settant’anni. L’unione politica e finanziaria invece stentano ad arrivare, forse perché manca la volontà di immaginarsi in una identità comune. Fatto sta che quando c’è una sola entità emittente che emette l’unica moneta – per la verità la divisa europea non è materialmente stampata solo dalla BCE, ma anche da altre banche autorizzate da questa e in quantità da essa dettate – sarebbe anche logico avere un debito comune, cosa che però non avviene.

l’Unione Monetaria Latina

Al di là di queste osservazioni può essere utile paragonare l’attuale unione monetaria all’unione monetaria latina. Si tratta di una unione che equiparò il valore delle varie monete europee, e di alcune d’oltreoceano, allo scopo di semplificare gli scambi commerciali e la circolazione delle persone. Il fondatore, almeno politicamente parlando, fu Napoleone III. Nel 1865 aderirono all’unione 4 paesi, Italia, Francia, Belgio e Svizzera. La Grecia aderì nel 1868. Altri 10 paesi entrarono con accordi bilaterali, inoltre erano presenti numerosi paesi allineati tra i quali Brasile, Argentina, Venezuela e Cile. Infine i paesi delle colonie francesi.

l’Unione Monetaria Latina, funzionamento e durata

Il principio di funzionamento era molto semplice, consisteva, grossomodo, nell’equiparare il valore delle monete principali per consentire la libera circolazione delle divise in tutti i paesi aderenti. Il patto poi sarebbe stato ridiscusso ogni 15 anni salvo la rinunzia di qualche paese. Si trattava di un sistema che ebbe subito successo, perché era semplice e non richiedeva ai popoli, talvolta meno alfabetizzati di quelli attuali, di ragionare con numeri diversi, ma permetteva l’uso delle monete correnti. Manteneva il valore di queste e lo fissava in base alla quantità di metallo prezioso contenuto. Non poneva limiti all’emissione monetaria nazionale, se non per alcuni tagli. Infine, non era un impegno sine die perché se a qualcuno non fosse andato a genio avrebbe potuto ripensarci 15 anni dopo. Un tempo congruo per la finanza dell’epoca.

Unione Monetaria Latina ed Euro

L’unione monetaria latina fu poi superata dal fatto di vincolare i valori delle monete in modo eccessivamente rigoroso alle quantità di metallo prezioso in esse contenute e dalla corsa agli armamenti nell’epoca coloniale. De facto nel 1914 non esisteva più e formalmente fu sciolta quando la lira era a quota 90 nel 1927. Tuttavia chi ha pensato al sistema euro probabilmente avrebbe dovuto, almeno in primis, prevedere un sistema reversibile sul lungo periodo. Ovviamente l’attuale unione monetaria sarebbe reversibile anche così com’è, ma realizzare tale opzione comporterebbe oneri che per trasformarsi in investimenti fruttuosi impiegherebbero decenni, con problemi finanziari e ripercussioni sull’economia reale difficili da quantificare e immaginare in dettaglio.

un Patto di Stabilità rinnovabile

Ovviamente suggerire la reversibilità dell’euro oggi è solamente una provocazione, ma è utile dire che per quanto un piano urbanistico comunale incida direttamente sul territorio più del piano di stabilità dell’Unione Europea, sarebbe opportuno che i due strumenti non abbiano in comune la durata illimitata. Probabilmente sarebbe più consono definire una durata adatta ai cicli economici attuali. Il patto di stabilità del 1997 aveva 26, anzi quasi 27 anni. L’UE potrebbe decidere di adottare piani di questo tipo con una durata di 15 o 20 anni, e questo potrebbe aiutare i rappresentanti dei vari governi a prendere le decisioni con maggiore consapevolezza e più serenità. La serenità che un impegno gravoso non andrebbe sulle spalle di chissà quante generazioni a venire e la consapevolezza che se siamo forza di governo e sono passati 18 anni dall’ultimo rinnovo del patto, sappiamo che dobbiamo trascorrere i successivi 2 anni a preparare le condizioni per un patto di sviluppo di tutti. Su questa eventualità si potrebbe riflettere.

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