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Assegno mantenimento, conta anche il periodo prematrimoniale

Assegno di mantenimento
Assegno di mantenimento, conta anche il periodo prematrimoniale

La Suprema Corte di Cassazione con sentenza 35385 depositata il 19 dicembre 2023 ha stabilito che nella quantificazione dell’assegno di divorzio conta anche il periodo di convivenza prematrimoniale. Il caso è stato portato alla conoscenza della Corte in seguito a un ricorso da parte dalla moglie di un cugino di Lucio Dalla. La donna aveva chiesto di considerare un periodo di convivenza di 7 anni tra il 1996 e il 2003. Nello stesso periodo quelli che poi sarebbero divenuti coniugi avevano avuto anche un figlio.

assegno mantenimento, la sentenza nel merito

La Corte d’Appello di Bologna aveva stabilito che l’assegno riconosciuto alla donna in primo grado non era della giusta entità, ma andava ridotto. La motivazione stava nel fatto che la donna aveva deciso di rinunciare a lavorare

“per l’agiatezza che proveniva dalla sua famiglia d’origine non per essersi dedicata interamente alla cura del marito e del figlio”.

e in legittimità

Secondo quanto riconosciuto comunemente dalla giurisprudenza, gli obblighi nascono dal matrimonio e quindi non era necessario per lei, adempiere a tali obblighi.
Il matrimonio era poi durato altri 7 anni dal 2003 al 2010. La Suprema Corte di Cassazione, interpellata attraverso i ricorsi, ha poi stabilito che

la convivenza prematrimoniale è un fenomeno di costume che è sempre più radicato nei comportamenti della nostra società cui si affianca un accresciuto riconoscimento dei legami di fatto intesi come formazioni familiari e sociali di tendenziale pari dignità rispetto a quelle matrimoniali.

Proprio per questo motivo si è deciso di considerare anche i 7 anni precedenti al matrimonio, dal 1996 al 2003, per determinare l’assegno di mantenimento. È stata espressa soddisfazione da parte dell’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti. Secondo l’avvocato

d’ora in poi cambiano completamente i parametri. È una grande rivoluzione di giustizia che, ovviamente, non riguarderà tutte le convivenze ma bisognerà analizzare caso per caso.

Proprio in seguito a questa decisione c’è da aspettarsi che questa sentenza faccia giurisprudenza negli anni a venire seppur attraverso ricorsi che potrebbero arrivare fin al terzo grado prima di dar luogo a sentenze definitive.

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