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Momento d’Opera, Katia Ricciarelli ospite del Maestro Aniello Sepe a Ottaviano

Ricciarelli, Cresca, Cavallino, Sepe
Da sinistra il soprano Katia Ricciarelli, il tenore Roberto Cresca, il soprano Vira Cavallino e il tenore Aniello Sepe

La redazione del Radar ha seguito l’evento musicale svoltosi a Ottaviano che ha visto la partecipazione straordinaria del soprano Katia Ricciarelli per la direzione artistica e l’organizzazione del Maestro tenore Aniello Sepe.

Il Radar ha intervistato il Maestro Aniello Sepe.

Maestro, quando nasce l’idea di organizzare eventi di questo tipo, ai quali peraltro lei non è nuovo, in che modo procede?

Solitamente quando si organizzano eventi di questo tipo ci si avvale di una squadra. Il direttore artistico ha il compito di dirigere la squadra, ma ci sono tanti componenti. Nello specifico il direttore artistico dovrebbe contattare i cantanti e valutare le qualità acustiche della location. 

Cosa intende per qualità acustiche?

L’evento al quale ci stiamo riferendo si è svolto in una chiesa. Quando si valuta la location si cerca di comprendere anche se la struttura è troppo alta, troppo larga oppure più bassa, più stretta. In base a queste caratteristiche si prende la decisione, tra le altre cose, di cantare con o senza microfono. Da qui quindi è necessario anche capire che tipo di strumenti utilizzare. Glielo sto spiegando sinteticamente ma è ovvio che bisogna compiere uno o più sopralluoghi per scegliere esattamente esattamente cosa fare e come farlo.

In base alle caratteristiche acustiche della location si possono utilizzare anche tipi di canti diversi? 

No, l’acustica non influisce sulla scelta dei pezzi ma serve soltanto a valutare il modo in cui il suono si propaga all’interno della struttura che in questo caso era una chiesa. Questo influisce anche sul gradimento del pubblico perché un suono ben riverberato si sviluppa lungo tutta la struttura e quindi il pubblico ne gode al meglio. Viceversa, se l’acustica non è tra le migliori, il suono non si diffonderebbe attraverso tutta la cubatura della struttura. 

La ringrazio per la spiegazione anche a nome dei lettori che sicuramente avranno gradito di comprendere come funziona l’acustica di un luogo, ma ora veniamo ai componenti che l’hanno accompagnata nell’esibizione. Come ha fatto per convocare i membri della squadra?

Durante tutta la mia carriera avevo avuto modo, più volte, di venire in contatto con Katia Ricciarelli. Avendo studiato in vari conservatori avevo assistito a varie esibizioni della signora Ricciarelli, anche dal vivo. Inoltre l’avevo incontrata spesso in commissione d’esame, in concorsi e in altre occasioni. Vivendo e lavorando nel settore della musica d’opera è abbastanza frequente conoscersi e avere amici in comune. Questo mi ha permesso di abbreviare i tempi che sarebbero stati molto più lunghi se avessi dovuto seguire il percorso ordinario. Lo stesso vale anche per gli altri componenti della squadra, il nostro comune amico e tenore Roberto Cresca e il soprano Vira Cavallino che ha completato il quartetto. Sono particolarmente soddisfatto per quanto organizzato perché avevo intenzione da molti anni di organizzare un evento simile nella mia città e sono contento di esserci riuscito.

Per quanto riguarda lei, l’abbiamo vista, anzi sentita cantare. Inoltre ha organizzato l’evento. Lei preferisce il calcio giocato o stare in panchina cioè preferisce più cantare o organizzare?

Bella domanda. Sono due cose un po’ diverse. Se hai studiato canto è perché ti piace cantare e quindi ti piace trasmettere le tue emozioni al pubblico. Quando senti l’applauso del pubblico, oppure intravedi una standing ovation questo ti riempie l’anima di gioia. Si crea un feeling tra il cantante e il pubblico e quella è la più grande emozione che, a mio parere, un cantante possa vivere dal punto di vista artistico. Quando invece ci si occupa della direzione artistica di un evento bisogna essere più metodici, occuparsi di tutti i dettagli a cominciare dalla scelta della location, passando per l’acustica, il casting dei cantanti che dovranno esibirsi, la scelta dei canti, considerare il budget a disposizione e tenere conto persino di eventuali ripercussioni sull’ordine pubblico. Quindi direi che si tratta di due ruoli diversi che hanno in comune il fatto che quando si fa un buon lavoro e si riesce a emozionare il pubblico, entrambi gratificano chi li svolge.

Il pubblico ottavianese e il territorio vesuviano possono aspettarsi di avere altri eventi di questo tipo in un futuro prossimo?

Certo che si. Un altro evento è già in fase di organizzazione con la partecipazione di ospiti illustri ma voglio che sia una sorpresa per tutti, sicuramente faremo il possibile per trasmettere emozioni al pubblico, ma i dettagli li diffonderemo in prossimità dell’evento 

La redazione del Radar ringrazia il Maestro Aniello Sepe, per la disponibilità e la cortesia avendoci permesso di condividere l’ascolto e l’intervista con il pubblico.

Leggi anche Intervista a Stefano Fassina

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