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Covid, arriva la Jn1, a che punto siamo con i vaccini?

Covid-19 e vaccini
Covid-19 e vaccini

Una nuova variante del Covid-19 sarebbe in arrivo dalla Gran Bretagna, la JN1. Intanto i vaccini rallentano complice anche il fatto che siano gratis solo per malati e anziani.

La nuova Jn1 è una variante che grazie a una mutazione della famigerata proteina spike aderisce più facilmente alla membrana cellulare permettendo così un’elevata contagiosità dell’essere umano.
I primi casi della variante jn1 sono stati identificati il 4 dicembre dall’agenzia per la sicurezza e la salute dei Regno Unito e da allora sono stati registrati numerosi casi nell’isola, in Francia e negli Stati Uniti. C’è quindi da aspettarsi che a breve questa variante si diffonda anche negli altri paesi del mondo.

Covid, Jn1, cosa c’è di diverso?

Attualmente la variante dominante in Italia è Eris una diretta discendente della nota variante Omicron. Al secondo posto vi è la sottovariante Pirola. La differenza con questa nuova variante Jn1 è che quest’ultima è caratterizzata da una contagiosità più elevata, apparendo più simile alle varianti alfa e beta presenti all’inizio della pandemia.
Dal punto di vista delle difese immunitarie è altamente probabile che almeno all’inizio, come peraltro accade già con tutte le varianti e con tutti i nuovi agenti virali, il sistema immunitario non riconosca facilmente la variante jn1 permettendole di replicarsi all’interno dell’organismo dando luogo a infezioni diffuse e numerose.

Covid Jn1, variante nuova rischi vecchi

Nonostante questo però, occorre tener presente che non c’è bisogno di fare allarmismo perché la sintomatologia, così come il decorso, sono principalmente benigni e di tipo simil-influenzale. In ogni caso si tratta di sintomi già sperimentati in passato con le altre varianti. Tipicamente brividi, stanchezza, tosse e febbre. In alcuni casi potrebbe apparire mal di testa disgeusia e congestione nasale. Nei giorni scorsi sono stati lanciati numerosi allarmi riguardo a possibili nuove pandemie e alla possibilità che queste possono portare a un numero elevato di contagi, allettamenti e decessi con conseguenze sull’economia e sulla vita sociale. Si tratterebbe, quindi di problemi dal punto di vista economico e umano.

Covid e vaccini, da quest’anno gratis solo per anziani e malati

La campagna vaccinale sta andando a rilento con dati poco incoraggianti soprattutto per quelle fasce della popolazione che sono considerate deboli ovvero gli ultrasessantacinquenni. Probabilmente, alla riduzione delle adesioni alla campagna vaccinale, contribuisce anche il fatto che da quest’anno soltanto chi ha superato i 65 anni, e chi soffre di patologie gravi, ha diritto ad avere una dose gratuitamente, tutti gli altri devono pagarla e, pur volendolo fare, esistono al momento di difficoltà per l’approvvigionamento. Si tratta, quindi, di una inversione di tendenza rispetto a quello che è stato detto e fatto durante la grande campagna vaccinale del 2020-21 quando il vaccino fu concesso a tutti, gratuitamente e senza soluzione di continuità. Probabilmente all’iniziale insuccesso della campagna vaccinale contribuiscono anche questi fattori, la necessità di pagarlo e la paura dovuta a tante notizie, La maggior parte delle quali non circostanziate o addirittura fake, che minano la fiducia dei cittadini-pazienti nelle case farmaceutiche.

Covid, la cabina di regia del Ministero della Salute

Circa 10 giorni fa il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute Francesco Vaia aveva annunciato che il Ministero avrebbe intrapreso tutte le azioni necessarie istituendo, anche, una cabina di regia per comprendere le motivazioni dell’insuccesso della campagna vaccinale e, il presidente della Foce, ovvero la federazione degli oncologi cardiologi e ematologi, il dottor Francesco Cognetti, aveva dichiarato:

solo il 7% degli ultrasettantenni è stato vaccinato contro il Covid-19 e, tra i malati fragili, le percentuali sono ancora più basse. Questa settimana la mortalità per Covid è ulteriormente aumentata del 24% rispetto alla settimana precedente con una proiezione su base annua di più di 15 mila morti, destinata purtroppo ad un progressivo sensibile aumento.

Infine Cognetti spiegava che l’Italia aveva a disposizione sette milioni e mezzo di dosi, ma di queste ne erano state somministrate non più di un milione, con una carenza di somministrazioni profondamente marcata nel Lazio e nelle regioni meridionali. Infine, il presidente aveva dichiarato che probabilmente la causa di questi ritardi era dovuta proprio all’assenza di una programmazione e a una campagna informativa incompleta.

la diffusione, purtroppo anche da parte di alcune autorità sanitarie del paese, di messaggi confusi e spesso contraddittori sulle dimensioni del contagio e sulla sua letalità, quindi con l’effetto di ulteriormente demotivare e scoraggiare una popolazione già parzialmente restia.

Covid, raccomandato comunque l’isolamento

Del resto lo stesso virologo che tutti avevamo imparato a conoscere ai tempi della pandemia, Roberto Burioni, ospite il 3 dicembre a Che Tempo Che Fa, aveva invitato tutti coloro che fossero infetti a restare in isolamento pur non essendoci più un obbligo legale.


Abbiamo un virus che è contagiosissimo. C’è stata una totale rimozione di questo virus, è come se fosse stato dimenticato. Accanto a questo c’è stata una demonizzazione dei vaccini. Non passa un giorno senza che si senta una bugia. Dire che si è contro al vaccino obbligatorio e un’opinione, dire di essere contro il green pass e un’opinione, dire che il vaccino causa morte è una bugia. Nel frattempo, se uno sta male deve stare a casa

tornano gli Open Day

Per rimediare ai ritardi dovuti all’assenza di programmazione della campagna vaccinale, come annunciato dal Presidente Vaia, nella giornata del 13 dicembre la ASL di Genova ha istituito un Open Day somministrando oltre 600 vaccinazioni e, allo stesso modo, l’ASL di Imola è riuscita a somministrare oltre 150 dosi. Ma le iniziative si moltiplicano in tutta la penisola, altri Open Day sono stati programmati in Emilia Romagna, Toscana e nella città di Torino. In precedenza la ASL di Napoli ne aveva programmato uno nella terza decade di novembre. Nonostante questo i medici di base avevano dichiarato che era necessario un aumento delle somministrazioni. Probabilmente non si è trattato di una buona idea rendere il vaccino a pagamento per le fasce non deboli della popolazione.

Covid-19, perché cambiare regole così spesso?

Se gli Open Day hanno avuto successo bisognerebbe chiedersi se la mancanza di somministrazioni sia stata fino a quel punto dovuta all’assenza di sensibilizzazione e programmazione oppure anche alla necessità di dover somministrare dosi a pagamento. Si tendono a tutelare le fasce deboli della popolazione, gli anziani e coloro che soffrono di patologie gravi e questo è giusto. Non bisogna dimenticare però che spesso gli anziani sono meno esposti al contagio perché non hanno la necessità di uscire e frequentare posti affollati per lavoro. Non bisognerebbe, quindi, dimenticare di tutelare anche coloro che sono costretti ad avere contatti con gli altri per poter esercitare la propria attività. Per esperienza sappiamo che non soltanto gli anziani e i malati possono essere uccisi dal Covid. Si tratta di un rischio per tutti è per questo che, dopo la lezione della pandemia del 2020-21, dovremmo imparare a non cambiare le regole troppo spesso anche perché il corpo sociale non è flessibile come la mente di un bambino, non si adatta tanto facilmente a variazioni e cambiamenti.

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