La politica e lo spettacolo si preparano a uno degli appuntamenti mondami più sentiti dell’anno.
La prima alla Scala è tradizionalmente uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per il panorama dello spettacolo e della lirica italiane. Insieme al festival di Sanremo è probabilmente l’evento che focalizza maggiormente l’attenzione dei media, dei social e della politica. Non si tratta di un evento come gli altri, così come non si svolge in un giorno qualsiasi, ogni prima Alla Scala è la Prima, non una Prima. I lettori sanno che questa è una testata che quando può riporta le notizie, ma è prima di tutto interessata all’approfondimento. Ci si prepara a un evento, si studia una notizia e ci si entra per poter condividere con i lettori quanto appreso. Quindi, in questa ottica, analizziamo perché ogni anno si sente parlare della Prima Alla Scala e perché questo evento ha tanta visibilità al punto di attirare, quasi sempre, le più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente della Repubblica e quello del Consiglio dei Ministri. Ma i politici non sono i soli, consideriamo anche l’elevatissimo numero di personaggi dello spettacolo che affollano il teatro. La Prima della lirica è una passerella alla quale pochi rinunciano, trattandosi di uno degli eventi mondani e culturali più sentiti.
Il teatro Alla Scala, la costruzione e il nome
Il teatro Alla Scala fu costruito tra il 1776 e il 1778. L’idea di finanziarne prima la costruzione e poi il funzionamento fu delle famiglie patrizie di Milano. La progettazione e la realizzazione furono affidate a Giuseppe Piermarini uno degli architetti più in vista nel XVIII secolo. Il nome è dovuto al fatto che nell’area in cui oggi sorge il teatro, fino al 1776 sorgesse la chiesa di Santa Maria La Scala, L’inaugurazione avvenne il 3 agosto 1778 e tradizionalmente la prima della si teneva il 26 dicembre, tuttavia dal 1940, il direttore musicale del teatro Victor De Sabata, volle anticipare questa tradizione al 7 dicembre, giorno nel quale la chiesa cattolica commemora Sant’Ambrogio, patrono di Milano.
la Prima portata mediatica della lirica
Negli oltre 2 secoli di storia tutti i più grandi maestri e autori della lirica hanno calcato la scena del palco del teatro Alla Scala, Donizetti, Bellini, Puccini e Giuseppe Verdi, solo per citarne alcuni. L’usanza inaugurata sa De Sabata proseguì anche dopo la guerra quando furono necessari dei lavori di riparazione a causa dei danni prodotti durante la Seconda Guerra Mondiale. La prima è diventata un evento sempre più atteso e partecipato anche per i rappresentanti delle istituzioni. Si tratta di un fascino così marcato che anche la programmazione televisiva della prima rete nazionale è modificata per l’occasione con lo spostamento del telegiornale delle 20 a fine diretta. Nel 2020, anno della pandemia da Covid-19, la prima fu sostituita da un concerto a porte chiuso trasmesso ugualmente in diretta intitolato A riveder le stelle.
la Prima Alla Scala, il Palco Reale
Come accennato in precedenza all’evento prendono parte le più alte cariche dello stato.
A questo punto occorre però fare una premessa.
I teatri d’opera sono dotati di un Palco Reale che nel caso del teatro Alla Scala è detto Palchettone ed è ubicato proprio difronte al palcoscenico. Si tratta della migliore postazione per poter assistere allo spettacolo. Tipicamente questo posto è riservato alla personalità più importante con i suoi ospiti. Durante la Prima vi siede il presidente della Repubblica insieme alla sua famiglia, ai ministri presenti e al sindaco di Milano. Insomma, gli occupanti del Palco Reale, hanno, per così dire, “titolo” per occuparlo in quanto cariche diverse, non potrebbero seguire lo spettacolo da quella postazione.
Prima Alla Scala, la polemica scampata
Quest’anno essendo assente il Presidente della Repubblica, la postazione poteva essere riservata alla seconda carica dello Stato, in questo caso il presidente del Senato Ignazio Larussa.
Il sindaco di Milano aveva chiesto di dare un segnale politico – sulla guerra Israele Hamas e i recenti atti di antisemitismo – manifestando l’intenzione di seguire lo spettacolo con accanto la senatrice a vita Liliana Segre. A tal proposito aveva specificato che se la senatrice non fosse stata ammessa nel Palco Reale, sarebbe stato lui a scendere in platea rinunciando al suo “seggio”. Pressappoco in contemporanea anche il presidente Larussa si era detto intenzionato a fare lo stesso. Si era quindi ipotizzato che per quest’anno il palco reale sarebbe stato vuoto, del resto il primo avente diritto, il Presidente della Repubblica, era assente. Tuttavia, polemica, presunta o reale, scampata, pace fatta – ammesso che ci sia mai stata guerra – e tutti insieme saranno nel Palco Reale, Larussa, Sala, la senatrice Segre, loro parenti e altri ospiti.
Prima Alla Scala, tutti uguali almeno a teatro
Pur rispettando l’elevato valore artistico e le formalità di protocollo occorre tenere conto che i cittadini osservano la politica non per i posti che occupa a teatro ma per le soluzioni che la classe dirigente riesce a proporre per risolvere i problemi generali della comunità. Del resto il vero messaggio politico è proprio quello di riconoscere l’uguaglianza degli ospiti e dei cittadini.
Dal punto di vista artistico, quest’anno la Prima vedrà andare in scena Don Carlo di Giuseppe Verdi che racconta l’amore osteggiato tra i figli di due sovrani del XVI secolo. Il protagonista è Carlo erede della corona di Spagna ed Elisabetta a sua volta discendente della corona francese. Tra le polemiche e la guerra ci piace pensare che vinca la musica.
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