Polmonite in Cina. Dal 22 novembre si stanno diffondendo numerose polmoniti tra i bambini in Cina. L’allarme si estende anche in Vietnam e Francia. Situazione grave ma non critica
Una nuova minaccia sanitaria arriva dall’Asia. Da alcune settimane la Cina registra un aumento delle polmoniti nei bambini. Secondo gli esperti non si tratta di un nuovo virus o di altri agenti patogeni di tipo batterico ma di un mix di batteri che erano già conosciuti, ma dei quali non si erano più registrati molti casi a causa delle restrizioni per il Covid-19. Sarebbe, quindi, scongiurata fortunatamente e almeno per il momento, l’ipotesi di un nuovo virus. L’organizzazione mondiale della sanità, memore di quanto accaduto con il silenzio sul N-Sars-Cov-2 ha chiesto chiarimenti alla commissione sanitaria nazionale cinese che ha specificato che la patologia è una sovrapposizione di virus e batteri, tutti già noti. In modo particolare l’agente patogeno responsabile sarebbe un batterio il micoplasma pneumoniae che al momento risulta resistente all’azitromicina, antibiotico appartenenti al gruppo dei macrolidi. Si tratta di un antibiotico usato per diverse patologie delle vie respiratorie anche per pazienti pediatrici.
polmonite in Cina, sintomi e cause
La sintomatologia di questa nuova polmonite è caratterizzata dalla presenza di febbre e di noduli polmonari visibili – questi ultimi – nelle radiografie. Di solito tali formazioni non compromettono la qualità della vita del paziente nei mesi successivi.
Secondo la commissione sanitaria nazionale cinese la condizione attuale non è paragonabile a quanto accaduto nel caso del Covid-19. La spiegazione risiede nel fatto che si tratta di patologie già conosciute e quindi dovrebbe essere possibile curarle, inoltre sono disponibili i vaccini. Proprio in questa ottica le autorità hanno consigliato a tutte le famiglie di vaccinare bambini e anziani. Il portavoce della commissione sanitaria nazionale Mi Feng ha dichiarato:
dovrebbero essere compiuti sforzi per aumentare l’apertura di cliniche ed aree di trattamento, per estendere gli orari di servizio e per aumentare la fornitura di medicinali
infine ha raccomandato di concentrarsi sulle misure di prevenzione come ad esempio l’utilizzo di mascherine.
polmoniti in Cina, l’OMS indaga dopo l’insabbiamento del 2019
Durante le prime fasi della pandemia nel dicembre del 2019 le autorità cinesi avevano omesso di comunicare la presenza del nuovo agente virale all’organizzazione mondiale della sanità ed entrambe le istituzioni erano state accusate di non aver provveduto a diffondere tempestivamente informazioni che sarebbero potute servire per prevenire i la diffusione del virus limitando i contagi. Questa volta l’OMS ha voluto giocare d’anticipo chiedendo immediatamente un rapporto dettagliato alle autorità cinesi.
la ricerca aveva ipotizzato possibili polmoniti e farmacoresistenze
In realtà già lo scorso febbraio si sarebbero registrati i primi campanelli d’allarme. Risale proprio a quel periodo la pubblicazione su The Lancet, di un lavoro di tre ricercatori cinesi. Gli studiosi mettevano in evidenza come da un lato le restrizioni per la pandemia che venivano meno e l’abolizione dei controlli all’acquisto di antibiotici dall’altro, avrebbero potuto contribuire a diffondere patologie e farmacoresistenze. Nel rapporto si legge:
la crisi della Resistenza antimicrobica è stata amplificata dalla pandemia di Covid-19. Tuttavia, con la sua politica zero Covid, la Cina ha registrato un calo del consumo di antibiotici, perché gli interventi intensivi non farmaceutici volti a controllare il Covid-19 hanno prevenuto anche la diffusione di altre malattie trasmesse per via aerea e le loro conseguenze e infezioni. La Cina ha anche rafforzato la vendita di farmaci per il trattamento dei sintomi legati al Covid come parte dei suoi sforzi zero Covid, che hanno contribuito a ridurre l’automedicazione con antibiotici. Pertanto la resistenza antimicrobica non è stata vista come una questione urgente almeno fino a quando la Cina non ha allentato la sua politica zero Covid all’inizio di dicembre 2022.
casi anche in Francia e Vietnam
Nonostante la situazione, che almeno al momento non pare sfuggire di mano, si registrano casi anche in Vietnam e Francia. Ciò che maggiormente preoccupa è proprio la diffusione nel territorio transalpino. A questo proposito il dottor Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute ha dichiarato:
La Cina questa volta ha dato immediatamente risposte alle richieste dell’Oms. Bisogna rimarcare che questo aumento di casi arriva dopo un lungo periodo di restrizioni che ha provocato un calo delle difese immunitarie. Questo è un fatto naturale al quale si aggiunge un altro dato: è il periodo in cui le malattie respiratorie circolano di più. Si tratta di una polmonite che possiamo tranquillamente controllare con le medicine che abbiamo.
Una differenza non da poco che dovrebbe tranquillizzare tutti soprattutto dopo l’immane tragedia del Covid-19 ancora viva nella mente degli italiani e degli europei.
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