Care lettrici, cari lettori,
Un saluto a tutti voi dalla redazione del Radar. In un panorama editoriale saturo di nomi proforma abbiamo optato per un nome a favore della sostanza. La nostra testata, parte di un progetto più ampio nell’ambito del mondo della comunicazione, si prefigge da un lato di dare le notizie, dall’altro di approfondirle, rivoltarle, come gli archeologi sanno fare. Dall’altro di rendere i lettori partecipi del percorso di analisi che porta al centro della notizia. Il nome più appropriato per questa testata ci è sembrato appunto questo: Il Radar. Si tratta di uno strumento utilissimo in campo civile e militare, per vedere tutto e approfondire la parte della realtà di proprio interesse.chiarezza e partecipazione
Chiarezza e partecipazione
Quando nel linguaggio parlato si dice “chiarezza a 360 gradi”. Ecco, proprio questo può essere Il Radar. Provate, cari lettori, a immaginare cosa accadrebbe guardando la mappa del cielo sullo schermo di un dispositivo Radar che sorveglia lo spazio circostante a 360 gradi. Potreste notare dei puntini che indicano velivoli più o meno vicini. Ciò che ci proponiamo di fare è di illuminare, con il nostro lavoro, tutti i puntini entrando in quelli più vicini, più interessanti, più visibili e di maggior interesse per la nostra comunità di lettori.
Non dare la notizia ma entrare nella notizia.
I lettori potranno vedere, con il passare del tempo, quanto la nostra redazione metterà in atto per coinvolgere i protagonisti della vita quotidiana, per approfondire gli sviluppi degli eventi e sentire la voce degli attori, di coloro che le cose le fanno e gli eventi, li determinano o co-determinano in prima persona. Tutto questo con la consapevolezza che fornire un’informazione rapida è un bene ma una approfondita, dal centro della notizia, mette l’intera comunità di lettori al primo posto. Il lettore è, in definitiva, colui che determina quale è il centro della notizia.
Gli ordinamenti costituzionali attuali cercano di dare importanza alle comunità sub-nazionali e alle organizzazioni sovranazionali. Questa è, in parte, l’idea del Radar, dare al lettore la possibilità di influenzare, dal basso, il prossimo centro, della prossima notizia, nella quale inviare i nostri archeologi degli eventi.
Partecipate!
Cari lettori che vi apprestate ad accompagnarci in questa emozionante avventura, sappiate che se sarete solo venticinque, come scriveva Manzoni, troverete sempre ascolto e parola tra i membri della redazione. Se sarete di più, come auspichiamo noi, allo stesso modo non troverete mai un giornale freddo che pratica una comunicazione a senso unico. Sarete sempre al centro della notizia e parte della nostra comunicazione. Per ogni dubbio o segnalazione, per ogni pensiero che vogliate condividere con noi, non esitate a usare i nostri canali per contattarci, commentate, scrivete, soprattutto pensate liberamente e condividete con noi ogni volta che lo riterrete opportuno. Da parte nostra ci sarà sempre attenzione e dedizione.
Partiamo con un grazie
Come direttore e ideatore di questo progetto editoriale consentitemi, infine, di ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. La mia mamma che non c’è più, ma mi piace pensare che mi stia guardando e sia orgogliosa e contenta di me. Mio padre che con i suoi sforzi mi aiuta a realizzare tutto questo. La mia socia Maria che mi ha motivato sempre con la sua fiducia. Silvia, senza di lei niente sarebbe stato possibile, mi ha chiesto tanto, le ho dato tutto e grazie a questo ho trovato me stesso, probabilmente io ho la candela ma lei è il carburante. Suo fratello Alberto, persona socievole e simpatica, esempio di cortesia e imprenditore da imitare e seguire. Infine un grazie a tutti coloro che con entusiasmo mi aiutano a sostenere questa testata, ai collaboratori che non saranno mai subordinati, in questa redazione le persone “si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzione” e, a coloro che mi concedono e concederanno le loro interviste, grazie a loro potremo soddisfare la sete di conoscenza dei lettori.
Grazie e Buona lettura a tutti.
Domenico Di Sarno direttore Il Radar
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