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Vacanze ed enogastronomia: quanto vale la Pasqua

Dolci pasquali
Dolci pasquali

Nel 2025, la Pasqua rappresenta un momento di grande spesa per gli italiani, che investono complessivamente circa 6,4 miliardi di euro tra la settimana santa e la festività stessa. Di questi, circa 4,9 miliardi sono destinati alle vacanze pasquali, con circa 21 milioni di italiani in viaggio e una spesa media pro capite di 438 euro, che include trasporti, pernottamenti, pasti e attività ricreative. A questa cifra si aggiunge la spesa per il pranzo di Pasqua, che coinvolge otto italiani su dieci e raggiunge una media di 82 euro a famiglia, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, la spesa per il pranzo di Pasqua si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro, segnando un aumento dell’8% rispetto al 2024, nonostante molte famiglie abbiano ridotto i consumi a causa dell’inflazione e dei rincari sui prodotti alimentari.

Il pranzo di Pasquetta, invece, è spesso vissuto con un picnic o una gita all’aria aperta, con una spesa più contenuta ma comunque significativa, soprattutto per quanto riguarda prodotti alimentari tipici e bevande. In generale, la Pasqua incide in modo rilevante sui consumi stagionali, rappresentando un momento di rilancio per il settore turistico e alimentare, anche se con una spesa più oculata da parte delle famiglie.

Incidenza della spesa pasquale sul PIL italiano

La spesa complessiva legata alla Pasqua e alla Settimana Santa, stimata intorno ai 6-7 miliardi di euro, rappresenta una quota significativa dei consumi stagionali, ma incide in modo limitato sul PIL nazionale, che nel 2025 si attesta intorno ai 2.100 miliardi di euro. La spesa pasquale contribuisce quindi per circa lo 0,3% al PIL italiano, un dato che evidenzia l’importanza economica di queste festività nel contesto dei consumi interni, soprattutto per i settori del turismo, della ristorazione e dell’agroalimentare.

Tuttavia, la spesa pasquale è caratterizzata da forti differenze sociali ed economiche: circa metà delle famiglie italiane dichiara di dover contenere i consumi a causa dei rincari, mentre una parte consistente della popolazione può permettersi vacanze e pranzi più ricchi, con un impatto positivo sul tessuto economico locale, in particolare nelle regioni più turistiche e rurali.

Menù e tradizioni pasquali nelle regioni italiane

La Pasqua in Italia è un momento di forte identità culturale e gastronomica, con menù e usanze che variano notevolmente da regione a regione. Il pranzo di Pasqua è generalmente abbondante e ricco di piatti tipici, come l’agnello arrosto, le lasagne, il casatiello napoletano, la torta pasqualina ligure o il capretto, accompagnati da salumi e formaggi locali.

Al Nord, in Emilia-Romagna, un piatto tradizionale sono i cannelloni ripieni di carne e salsiccia, conditi con besciamella e sugo di pomodoro, mentre nelle Marche e in Friuli si praticano giochi con le uova sode, come il “Truc” e la “Punta e cul”, che coinvolgono tutta la comunità. In Piemonte, sulle colline delle Langhe, si celebra il “Cantè J’euv”, un rito folkloristico che prevede canti e scambi di uova fresche tra giovani e contadini.

Pastiera

Nel Centro Italia, in Toscana, si svolgono tradizioni religiose e popolari come il “Brindellone”, mentre al Sud la Pasqua è accompagnata da dolci tipici come la pastiera napoletana, le scarcelle pugliesi e le pardulas sarde. Il lunedì di Pasquetta è tradizionalmente dedicato a picnic e gite fuori porta, un’usanza diffusa in tutta Italia che favorisce il consumo di prodotti tipici locali in un contesto conviviale e all’aperto.

Scarcelle pugliesi

In sintesi, la Pasqua in Italia è un momento di grande spesa ma anche di forte valorizzazione delle tradizioni regionali, che contribuiscono a mantenere viva la cultura gastronomica e sociale del Paese, con un impatto economico significativo soprattutto nei settori del turismo e dell’agroalimentare.

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