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Parlamento, Giunte e Commissioni: cos’è il caso Scutellà-Gentile

Il Palazzo di Montecitorio sede della Camera dei Deputati
Il Palazzo di Montecitorio sede della Camera dei Deputati

Il Parlamento Italiano è composto di due rami, due camere, la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Il nostro sistema è basato sul bicameralismo perfetto, questo significa che entrambe le camere, seppur diverse per regolamenti interni, composizione, numero di elementi e caratteristiche di accesso, hanno gli stessi poteri. Ciascuna Camera ha delle Commissioni parlamentari e delle Giunte. La differenza tra le commissioni e le Giunte sta nel fatto che le prime hanno solitamente compiti legislativi mentre le seconde si occupano del funzionamento amministrativo interno delle Camere, rientrando negli organi di autodichia.

La Giunta delle Elezioni

Uno degli organi che più dovrebbe godere di rappresentanza equa, imparziale e bilanciata, di tutte le forze politiche è la Giunta per le Elezioni. Nel caso della Camera dei Deputati è prevista dall’articolo 17 e 17 bis del regolamento che ne prevede la consistenza in 30 deputati. Si tratta di un organo estremamente importante perché è l’unico titolato a sindacare su convalida, annullamento o decadenza dei Parlamentari selezionati dalla tornata elettorale. Nella XIX legislatura la Giunta delle Elezioni è composta da 5 deputati del PD che ne detiene anche la presidenza, 4 del M5S, 3 di FI, 9 di FdI, 5 della Lega, 1 Azione, 1 AVS, 1 Noi Moderati e 1 del gruppo Misto. La Giunta, a sua volta, ha un regolamento interno che ne determina il funzionamento.

Il caso Scutellà Gentile

Nella recente cronaca politica la Giunta delle Elezioni è stata al centro di una vicenda profondamente discussa, la riassegnazione del seggio plurinominale della Circoscrizione Calabria 1, passato dalla deputata pentastellata Elisa Scutellà al forzista Andrea Gentile. La vicenda in sé ha fatto discutere non tanto per l’avvicendamento dei parlamentari quanto per il modo rocambolesco con il quale, a seconda delle interpretazioni si sono considerati o riconsiderati dei voti precedentemente ritenuti nulli in fase di scrutinio. In particolare si discute sul principio del favor voti e sulle indicazioni del Ministero dell’Interno che imponeva ai presidenti di seggio di annullare le schede che recavano più di un simbolo finanche quelli che recavano più segni su liste della stessa coalizione. La Giunta ha ritenuto, poi, nella sua relazione di maggioranza, interpretare non tanto le indicazioni ministeriali quanto il DPR 361 del 30 marzo 1957 respingendo anche quanto richiesto dall’onorevole Scutellà attraverso le memorie presentate alla Giunta. La deputata del M5S chiedeva ulteriori accertamenti anche nell’attesa delle determinazioni della magistratura circa l’esposto presentato dalla stessa Elisa Scutellà in merito a fatti di potenziale rilievo penale. La vicenda ha avuto un esito parlamentare definitivo ma è ben lontana dal cicatrizzarsi dal punto di vista delle conseguenze politiche.

Leggi anche Cos’è l’immunità parlamentare

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