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Il 5 marzo 1943 nasceva Lucio Battisti

Lucio Battisti
Lucio Battisti

Lucio Battisti è stato uno dei cantautori più influenti e innovativi della musica italiana del Novecento. La sua carriera, costellata di successi e cambiamenti artistici, ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano. Di seguito esploriamo la sua vita, gli inizi della carriera, la celebre collaborazione con Mogol, le sue canzoni principali e il periodo artistico successivo alla rottura con Mogol.

Lucio Battisti, gli inizi

Lucio Battisti nacque il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone, un piccolo paese in provincia di Rieti. La sua infanzia fu segnata da una passione crescente per la musica, che si concretizzò con l’acquisto di una chitarra durante l’adolescenza. Autodidatta, Battisti iniziò a suonare e a comporre ispirandosi ad artisti internazionali come Ray Charles, Bob Dylan e i Beatles. Dopo aver completato gli studi come perito elettrotecnico, decise di dedicarsi completamente alla musica. Negli anni ’60 entrò a far parte di alcuni gruppi beat, tra cui I Mattatori e I Campioni, con i quali affinò le sue capacità musicali. Nel 1966 pubblicò il suo primo singolo da solista, Per una lira, che segnò l’inizio della sua carriera professionale. Sebbene inizialmente fosse più interessato alla composizione che al canto, il destino lo portò a diventare uno dei cantautori più amati d’Italia.

L’incontro con Mogol e il successo

Il 1965 fu un anno cruciale per Battisti: incontrò Giulio Rapetti, noto come Mogol, che divenne il suo principale collaboratore per i successivi quindici anni. Mogol non solo scrisse i testi delle sue canzoni ma lo convinse anche a cantare personalmente i suoi brani, intuendo il potenziale emotivo della sua voce. Insieme rivoluzionarono la musica leggera italiana, creando un connubio perfetto tra melodie innovative e testi profondi. Tra le loro prime hit ci furono Balla Linda (1968) e Acqua azzurra, acqua chiara (1969), che consacrarono Battisti come una stella nascente. L’album Emozioni (1970) segnò uno dei punti più alti della loro collaborazione, con brani iconici come Mi ritorni in mente e Fiori rosa fiori di pesco. Negli anni ’70 pubblicarono album fondamentali come Il mio canto libero (1972) e Anima latina (1974), sperimentando nuovi stili musicali e affrontando tematiche universali.

Le canzoni principali e il ritiro dalle scene

Le canzoni di Lucio Battisti sono diventate parte integrante della cultura italiana. Brani come La canzone del sole, Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, Una donna per amico e Con il nastro rosa continuano a essere ascoltati da generazioni di fan. La capacità di Battisti di mescolare generi musicali diversi – dal pop al rock fino alla disco music – lo rese un artista unico nel suo genere. A partire dalla metà degli anni ’70, Battisti iniziò a ritirarsi gradualmente dalla scena pubblica. Schivo e riservato, evitava interviste e apparizioni televisive, concentrandosi esclusivamente sulla produzione musicale. Nel 1980 si separò artisticamente da Mogol dopo divergenze creative. Questa rottura segnò la fine di un’epoca ma aprì la strada a una nuova fase della sua carriera.

Il periodo post-Mogol: sperimentazione e cripticità

Dopo la separazione da Mogol, Battisti intraprese un percorso artistico completamente diverso. Collaborò inizialmente con la moglie Grazia Letizia Veronese (sotto lo pseudonimo Velezia) e successivamente con Pasquale Panella. Con Panella esplorò nuovi territori musicali e lirici: i testi delle canzoni divennero criptici, spesso vicini al nonsenso, mentre le melodie si avvicinarono alla musica elettronica e sperimentale. Album come Don Giovanni (1986), L’apparenza (1988) e Hegel (1994) rappresentano questa fase innovativa della sua carriera. Sebbene questi lavori abbiano diviso critica e pubblico per la loro complessità stilistica, dimostrano il coraggio di Battisti nel reinventarsi continuamente.
Lucio Battisti è stato un artista poliedrico che ha attraversato diverse fasi creative senza mai perdere la capacità di emozionare. Dalla collaborazione con Mogol alle sperimentazioni del periodo post-Mogol, ha lasciato un’eredità musicale che continua a influenzare generazioni di cantautori italiani. Nonostante il suo ritiro dalle scene pubbliche negli ultimi anni di vita, la sua musica rimane immortale, un simbolo indelebile della cultura italiana.

Leggi anche Lucio Battisti un mito discreto che affascina la storia

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