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Il Carnevale, storia, data e curiosità del periodo e del martedì grasso

Maschere di Carnevale
Maschere di Carnevale

Il Carnevale è una celebrazione mobile legata al calendario liturgico cristiano, che precede la Quaresima, periodo di penitenza e astinenza. La sua durata varia tra febbraio e marzo, caratterizzata da parate, costumi, maschere e un generale capovolgimento delle norme sociali. Elementi centrali sono l’eccesso nel consumo di cibi grassi e carne, come ultimo banchetto prima del digiuno quaresimale, e l’uso di travestimenti che annullano le identità individuali, promuovendo un senso di unità collettiva. La tradizione delle maschere, come quelle del Carnevale di Venezia (XV secolo), si intreccia con la commedia dell’arte e l’eredità culturale italiana. La data del Carnevale dipende dalla Pasqua, calcolata con l’algoritmo di Gauss, che determina anche il Martedì Grasso, ultimo giorno di festa prima delle Ceneri. Questo legame con il calendario religioso sottolinea il dualismo tra dissolutezza e purificazione.

Il Carnevale e l’etimologia: tra latino e leggende popolari

L’etimologia di “Carnevale” è dibattuta. La teoria più accreditata lo collega al latino carnem levare (“eliminare la carne”), riferito al banchetto pre-quaresimale. Altre ipotesi includono carnualia (“giochi campagnoli”) o carrus navalis (“nave su ruote”), legato a processioni pagane. Antropologicamente, alcuni studiosi propongono carnal vale (“addio al carnale”), legato a riti orgiastici e miti di rigenerazione, come la leggenda della Mugnaia di Ivrea. Le prime attestazioni del termine risalgono al XIII-XIV secolo, in testi di Matazone da Caligano e Giovanni Sercambi. Questa pluralità di origini riflette la fusione tra pratiche cristiane e substrati pagani, dove il Carnevale simboleggia un “addio” al vecchio ciclo e l’inizio di un nuovo ordine.

Dai Saturnali alle Feste di Rinnovamento

Le radici del Carnevale affondano in festività precristiane come i Saturnali romani e le Dionisie greche, caratterizzate dal rovesciamento delle gerarchie sociali e dalla licenziosità. Durante i Saturnali, gli schiavi diventavano temporaneamente padroni, simbolo di un caos rigenerativo. Analoghe celebrazioni esistevano in Babilonia, dove il mito della lotta tra Marduk e il drago Tiamat riattualizzava la creazione del cosmo. Mircea Eliade interpreta queste feste come tentativi di “abolire il tempo” e ripristinare l’illud tempus primordiale attraverso rituali caotici. A Roma, figure come Mamurio Veturio (simbolo dell’anno morente) venivano ritualmente scacciate, mentre processioni con navi su ruote richiamavano simbolismi cosmici. Questi elementi confluirono nel Carnevale medievale, adattato dalla Chiesa ma conservando il nucleo di rinnovamento ciclico.

Simbolismo, rituali, maschere

Le maschere, spesso di origine infera o demoniaca (come Arlecchino o Pulcinella), hanno funzione apotropaica, proteggendo dai spiriti durante il passaggio tra caos e ordine. Il Carnevale incarna un “mondo alla rovescia”, dove i morti simbolicamente tornano tra i vivi, richiedendo onori attraverso corpi provvisori (le maschere). La conclusione dei festeggiamenti prevede rituali di purificazione: il “Re Carnevale”, un fantoccio, viene processato, condannato e bruciato, caricandolo dei mali della comunità. Questo atto, presente in molte culture (es. Sardegna con i mamuthones), riproduce miticamente la morte del caos e la rinascita del cosmo. James Frazer, ne Il ramo d’oro, collega tali riti a pratiche arcaiche di sacrificio sostitutivo, mentre James C. Scott vi vede una valvola di sfogo per rafforzare l’ordine costituito.

Storia e attualità del carnevale
Storia e attualità del carnevale

Il Carnevale nella storia: dal Rinascimento all’Età Moderna

Nel Rinascimento, il Carnevale divenne espressione artistica e politica. A Firenze, i Medici organizzavano “trionfi” con carri allegorici e canti carnascialeschi, come Il trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici. A Venezia, le maschere divennero simbolo di anonimato sociale, immortalate da pittori come Longhi e Guardi. Opere come Lotta tra Carnevale e Quaresima di Bruegel il Vecchio ritraggono il contrasto tra dissolutezza e austerità. Nonostante la Controriforma tentasse di regolamentare i festeggiamenti, tradizioni come il Carnevale Romano (soppresso post-Unificazione) sopravvissero, adattandosi ai contesti locali. Oggi, celebrazioni come Viareggio o Ivrea mescolano satira sociale e folklore, mantenendo vivo il legame con il passato.

Calendario e data del martedì grasso: Il ruolo dell’Algoritmo di Gauss

Il Carnevale è una festa mobile legata alla Pasqua, la cui data si determina con l’algoritmo sviluppato da Carl Friedrich Gauss nel 1800. Esso calcola la prima domenica dopo il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera (21 marzo). Poiché la Quaresima inizia 46 giorni prima di Pasqua (Mercoledì delle Ceneri), il Martedì Grasso cade 47 giorni prima, variando tra il 3 febbraio e il 9 marzo. Eccezioni come il Carnevale Ambrosiano (che termina il sabato) riflettono differenze liturgiche. Questo sistema, basato sul ciclo lunare, unisce astronomia e tradizione, mostrando come il Carnevale sia radicato in una complessa rete di calcoli temporali.


Tradizioni contemporanee e cultura

Nonostante la secolarizzazione, il Carnevale conserva valenze comunitarie. In alcune zone alpine, il “Giovedì di Mezza Quaresima” interrompe il digiuno con il rogo della “Vecchia”, simbolo dell’inverno. A Bergamo, sfilate riecheggiano antichi rituali. Joseph Ratzinger (poi Benedetto XVI) ne sottolineò il valore di “gioia cristiana”, riconoscendone l’umanità oltre il rigore religioso. Oggi, eventi come il Carnevale di Rio o Notting Hill dimostrano come antiche simbologie si fondano con identità globali, trasformando il caos rituale in espressione di creatività collettiva. La festa, pur evolvendosi, rimane un ponte tra sacro e profano, passato e presente.

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