Come vi abbiamo anticipato tempo fa il Radar si è fatto portavoce insieme a Natalya Gera di Intensive21 di una iniziativa per migliorare l’informazione e la consapevolezza degli italiani circa i consumi a tavola.
In particolare il direttore Domenico Di Sarno ebbe modo di intervistare Natalya Gera e, tra le altre cose, si discusse dell’eccessivo e non consapevole consumo di zuccheri in Italia. Scendendo nel dettaglio Natalya, essendo mamma prima che divulgatrice, poneva il problema dei consumi nelle mense dedicate all’infanzia, negli asili e in tutte le scuole frequentate da bambini di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Talvolta i menù tengono conto solo del fabbisogno calorico e non di tutti gli apporti nutrizionali. Tutto questo ovviamente avviene in buona fede senza nessuna intenzione di dolo da parte di chi compila e prepara i menù pasto. Ma c’è di più. Si osservò che anche all’interno delle mura domestiche spesso i bambini e gli adolescenti sono esposti a rischi per la loro salute dovuti all’assenza di informazioni o comunque alla mancanza di un’adeguata formazione in tal senso. Una formazione che manca ai genitori – non per loro colpa ovviamente – prima che ai bambini.
Alimentazione consapevole, un precedente illustre: Michelle Obama
È passato oltre un decennio da quando la first lady d’America Michelle Obama si preoccupava di abituare le sue figlie al consumo di alimenti sani limitando gli zuccheri e garantendo un adeguato apporto di elementi nutrizionali provenienti dalle verdure, dalla frutta e da alimenti non eccessivamente processati. L’interesse della moglie del presidente non si limitò all’ambiente domestico della Casa Bianca, ma permise anche una campagna di informazione e cambiamento in tutte le scuole degli Stati Uniti.
Oggi, traducendo in una proposta di legge codificata le intenzioni emerse in quella intervista, possiamo dire che le istituzioni italiane abbiano fatto un significativo passo importante nello stesso senso. Se osserviamo le patologie metaboliche e la gran parte delle comorbilità alle quali queste possono condurre o che potrebbero aggravare, ci rendiamo conto che la cura, talvolta non definitiva, di queste patologie assorbe una percentuale molto alta del Pil e un’altra ancora maggiore della spesa sanitaria. Investire oggi in formazione e informazione significa ridurre la spesa sanitaria nell’arco dei prossimi decenni. Dato il decremento demografico la spesa pensionistica per i prossimi 20 o 30 anni deve essere ridotta per evitare di far collassare il sistema. Questo è senz’altro vero e speriamo che si trovi una soluzione. Ma risparmiare diversi punti percentuali – si parla di oltre l’8% della spesa sanitaria totale – sarebbe un buon punto di partenza per garantire maggiori servizi e sostenere altre spese in futuro.
Grazie al sostegno dell’onorevole Eleonora Evi
Il 20 febbraio abbiamo avuto un segnale bellissimo e profondamente incoraggiante da parte delle Istituzioni. Natalya Gera, il dottor Franco Berrino e il nostro direttore Domenico Di Sarno sono stati ricevuti dall’onorevole Eleonora Evi che ha manifestato profondo interesse per il progetto rilanciando l’iniziativa e dimostrando il suo sostegno anche attraverso i suoi canali Instagram. In particolare l’iniziativa di legge prevede un aumento delle informazioni della quantità di zuccheri presenti in alcuni alimenti di origine industriale, una maggiore consapevolezza nei bambini e adolescenti attraverso l’introduzione di un’ora di educazione alimentare nelle scuole e, al contempo, una maggiore consapevolezza anche negli adulti, soprattutto nei genitori, impartendo anche a loro una formazione alimentare, non su base settimanale, ma considerando un certo numero di ore annuali, per acquisire cognizione circa il consumo di tutti gli alimenti e conoscenza di alternative alimentari meno impattanti sulla salute. Vivere più a lungo e meglio è l’interesse di ognuno e spendere 1 euro oggi in formazione e informazione permette di risparmiare più di 3 euro nel prossimo decennio.
Alimentazione consapevole: la Costituzione attribuisce alla salute un valore bipartisan
Sta a noi tutti, in primis al pubblico italiano, supportare l’iniziativa di parlamentari attenti come l’onorevole Evi. Siamo però certi che questa iniziativa possa trovare consenso anche in altri gruppi sia a Montecitorio che a Palazzo Madama perché la salute dei nostri figli e nostra, non è un interesse identitario di una certa area politica ma come specifica la nostra Costituzione all’articolo 32 la salute è “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Proprio in nome di questo principio scolpito nella nostra Carta Costituzionale ringraziamo profondamente l’onorevole Evi ma speriamo di dover estendere il nostro grazie all’intero Parlamento compresi anche coloro che vorranno esprimere dissenso o proposte di miglioramento senza trincerarsi – auspichiamo mai per un tema così importante – in mera demagogia o scontri puramente ideologici.
Leggi anche Parlando di colazione e alimentazione con il professor Luca Piretta
Ancora nessun commento.