Qualche mese fa ho avuto l’onore e il piacere di intervistare una giovane attrice, stella nascente del panorama cinematografico e televisivo italiano, Chiara Vinci. Nel corso dell’intervista mi accennò alla sua presenza in un film “N.E.E.T. – e se tornasse la leva obbligatoria?”, opera di un altrettanto giovane regista Andre Biglione. Il film è stato ultimato qualche anno fa ma è stato portato in sala solo a partire dal 16 gennaio 2025 con un’anteprima al cinema Adriano di Roma il 15 gennaio. Personalmente, profondamente incuriosito dalla trama e dalle premesse accennatemi da Chiara e da Andrea, non ho voluto perdere l’occasione di recarmi presso un cinema a Casoria in occasione della prima giornata utile di programmazione.
Neet: la trama e la location
La trama promette divertimento perché narra la vicenda di 4 giovani – in realtà poi si aggiungeranno altri con ruoli leggermente minori – che sono nel limbo dei NEET, acronimo inglese che significa Not engaged in Education, Employment or Training, in altre parole coloro che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro, si ritrovano a dover fronteggiare una legge approvata dal governo, di chiaro orientamento di centro destra, che introduce nuovamente la leva obbligatoria per chi si trova nella loro condizione sociale. È così che Flavia, Marcello, Riccardo e Simone si ritrovano da un giorno all’altro catapultati in una Caserma della Puglia. Il territorio pugliese – salentino che fa da bellissimo sfondo al racconto è presente grazie anche alla partecipazione della Regione Puglia come ente.
I 4 protagonisti sono alla ricerca costante di qualcosa che gli permetta una realizzazione umana e professionale e hanno una provenienza sociale stratificata. Flavia ha un passato familiare burrascoso, Marcello che di cognome fa Barabba, si arrangia come può con un lavoro abusivo; Riccardo e Simone hanno raccontato bugie ai genitori. Nemmeno i militari, quelli di professione, hanno raggiunto in tutti i sensi una stabilità interiore. Lo sanno bene il comandante della caserma e il sergente istruttore, l’unico che pare essere maggiormente in pace con sé stesso. Il resto è da vedere al cinema per capire che, come accade ai protagonisti, ogni cosa a prima vista può non piacere ma bisogna concedere il tempo alle persone e alle cose di farsi conoscere in modo da poterne apprezzare pregi, peculiarità e difetti.
Un film italiano da apprezzare
Per un film d’esordio il cast è senz’altro di tutto rispetto: oltre a Chiara Vinci che con il suo personaggio Flavia, fa da fulcro alla vicenda, troviamo, tra gli altri, Caterina Murino e Pietro De Silva e la partecipazione sostanziosa di Mietta. Il film non è solo divertimento ma ha anche vari momenti di riflessione e uno di rievocazione storica oltre a numerose citazioni di personaggi, militari e politici illustri.
Ciò che mi è dispiaciuto e che si potrebbe e dovrebbe cambiare, è il fatto che mi sia sentito un po’ Salvatore Lo Cascio in Nuovo Cinema Paradiso. Un film girato e prodotto in Italia da attori italiani, ispirato sicuramente ad eventi italiani, merita certamente di essere valorizzato e apprezzato di più dal pubblico. Con Chiara Vinci, avemmo modo di parlare dell’attenzione delle istituzioni e del pubblico alle opere prime. Una cosa che scoprii proprio in occasione di quella intervista è che Marco Bellocchio, a suo tempo, produsse il film “I pugni in tasca” come sua opera prima. Probabilmente l’attenzione delle istituzioni verso le opere prime è aumentata, ma occorre che il pubblico, pur apprezzando le innegabili bellezze del cinema americano, non dimentichi di gradire, e perlomeno scoprire, anche tutti i lavori prodotti in casa nostra. Sicuramente l’Italia è la terra di tanti prodotti enogastronomici che sono tutelati dalle istituzioni e dal pubblico. Come italiani bisognerebbe ragionare in tal senso anche quando si parla di software e per software si intendono anche il cinema e la musica.
Ancora nessun commento.