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L’Intelligenza Artificiale ruberà davvero lavoro agli umani? Ecco i 5 settori a rischio entro il 2030

Lavoro e Intelligenza Artificiale
Lavoro e Intelligenza Artificiale

Sia che si tratti di un supporto all’automatizzazione dei processi sia alla gestione dei modelli di apprendimento profondo, l’IA sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano quotidianamente, diventando sempre di più strumento al servizio efficienza, efficacia e riduzione dei costi aziendali. Non senza preoccupazioni però: quali lavori saranno veramente a rischio? Molti si stanno interrogando: quali settori potrebbero scomparire del tutto? Mentre alcune professioni sono destinate a sparire, nuove opportunità stanno emergendo, ridefinendo l’equilibrio tra uomo e macchina.

Lavoro e intelligenza artificiale, il quadro complessivo

Come un Giano Bifronte, dobbiamo analizzare i pro e i contro dell’affermazione del IA. Tra i vantaggi innegabili troviamo: l’automatizzazione di processi ripetitivi, le analisi predittive e il miglioramento dell’efficienza operativa. Tra gli svantaggi, o possibili conseguenze negative, riscontriamo che l’adozione massiccia di tecnologie avanzate sta mettendo a rischio lavori tradizionali, soprattutto quelli basati su attività ripetitive e prevedibili. Un recente rapporto del World Economic Forum ha stimato che entro il 2025 l’IA eliminerà 85 milioni di posti di lavoro, ma ne creerà altri 97 spostando il baricentro verso professioni legate alla tecnologia.

Ma quali sono i 5 (cinque) settori che sarebbero maggiormente a rischio a causa dell’IA entro il 2030? Ecco una rapida carrellata:

Trasporti e logistica

    In Italia ci sembra assurdo, ma nei paesi Occidentali ed Occidentalizzati ad alto potere economico, il settore dei trasporti è tra i più vulnerabili all’adozione dell’IA. I veicoli a guida autonoma stanno rapidamente avanzando non solo negli Stati Uniti d’America, con aziende come Tesla, Waymo e Uber che stanno ancora investendo miliardi di dollari nella tecnologia. I camion autonomi potrebbero eliminare la necessità di milioni di autisti, mentre i droni e i robot automatizzati stanno rivoluzionando le consegne dell’ultimo miglio. La logistica, già fortemente automatizzata con l’uso di magazzini robotizzati, vedrà ulteriori riduzioni della forza lavoro umana, sempre più relegata a svolgere mansioni di basso profilo.

    Servizi bancari e finanziari

    Già da tempo, con l’avvento delle tecnologie fintech, molte attività tradizionali stanno scomparendo. L’IA è ora in grado di gestire operazioni bancarie quotidiane, elaborare prestiti e persino fornire consulenze finanziarie personalizzate. Chatbot come quelli di JPMorgan, Chase e algoritmi di trading automatizzato stanno riducendo la necessità di operatori umani, portando a una diminuzione dei posti di lavoro in filiali e call center. Una volta, questo fenomeno era spinto dalla riduzione del numero di operatori bancari, dovuto alle numerose fusioni tra istituti di credito a partire dagli anni Novanta del secolo scorso.

    Produzione manifatturiera

    La robotica industriale è ormai una realtà consolidata. I bracci robotici possono assemblare prodotti con precisione e velocità superiori rispetto agli esseri umani, mentre l’IA ottimizza i processi produttivi. In settori già in forte crisi, come l’automotive e l’elettronica di precisione, stanno riducendo drasticamente la dipendenza dalla manodopera umana, spingendo verso una produzione sempre più automatizzata. Restano ancora in piedi i lavori artigianali o “su misura”, dove il Made in Italy resta ancora forte ma sembra essere solo questione di tempo.

    Vendita al dettaglio

    La rivoluzione dovuta ad Amazon, in grado di diffondere il modello di business degli e-commerce praticamente in ogni settore, così come l’uso sempre più massiccio delle casse automatiche nei negozi fisici (specialmente nelle catene e nei franchising) stanno già trasformando il settore della vendita al dettaglio, ponendo interrogativi importanti sul ruolo del personale e dei commessi. Su tutti e tra i più recenti, Amazon Go, con i suoi negozi senza cassieri, è un esempio lampante di come l’IA stia già eliminando la necessità di lavoratori umani per molte operazioni di vendita. Anche questo trend è destinato a crescere, colpendo milioni di lavoratori impiegati nei punti vendita tradizionali.

    Servizi legali e amministrativi

    Se pensavi che l’IA non impattasse anche sul mondo dei colletti bianchi, sappi che ti stavi sbagliando. Oggi su piattaforme come ChatGPT (ma non solo), gli algoritmi avanzati sono in grado di analizzare documenti legali, redigere contratti e persino prevedere esiti giudiziari. Si stima che il mondo del Business sarà di quel 3% di persone che oggi sta utilizzando l’IA nelle loro attività quotidiane. Nell’ambito dei servizi amministrativi, strumenti come RPA (Robotic Process Automation) sta automatizzando attività ripetitive come l’inserimento dati e la gestione delle fatture, riducendo significativamente la domanda di personale umano. Ma lo stesso vale per l’analisi di dati e report dal valore commerciale, e molto altro.

    Lavoro e intelligenza artificiale: quali settori ne beneficeranno

    Se apparentemente l’IA sembra poter “attaccare” il mondo del lavoro tradizionale, bisogna anche ricordare che la storia dell’evoluzione e del business è passata attraverso la “trasformazione” dell’ordinario attraverso forme, anche relative, di “innovazione”. Vengono così create nuove opportunità in settori innovativi. Tra i lavori in crescita nei prossimi cinque anni figurano:

    • Specialisti di IA e apprendimento automatico: La domanda di esperti in programmazione, data science e sviluppo di algoritmi è in costante aumento.
    • Professionisti della cybersecurity: Con l’espansione dell’IA, aumenta anche la necessità di proteggere i sistemi da attacchi informatici.
    • Ruoli nell’assistenza sanitaria: Sebbene molte funzioni mediche siano automatizzate, il lato umano dell’assistenza rimane cruciale, creando opportunità per infermieri e operatori sanitari.
    • Settori creativi: L’IA sta potenziando, piuttosto che sostituire, i professionisti della creatività, offrendo strumenti per migliorare la produzione di contenuti multimediali, design e arti visive.

    Un andamento già noto

    Quindi, come possiamo prepararci al futuro del lavoro? Quali che saranno i trend, per affrontare le sfide poste dall’IA, resta valido il motto “investire nella formazione” e nello sviluppo di competenze trasversali. A partire dagli inizi del XXI secolo, lo sviluppo delle abilità digitali, l’affermarsi del pensiero critico e la capacità di adattarsi a nuove tecnologie sono necessità fondamentali. Inoltre, governi e aziende, in qualità di operatori economici e sociali, dovranno collaborare attivamente per l’adozione di politiche che supportino la transizione, come programmi di riqualificazione e reti di sicurezza sociale. Specialmente oggi che il welfare state è stato praticamente smantellato ovunque dalle politiche neoliberiste degli ultimi decenni.

    Tutto si trasforma

    Come già detto, sebbene l’IA si sta avviando a stravolgere il panorama del lavoro tradizionale, è importante ricordare che il cambiamento non è necessariamente negativo, ma per sua definizione “va gestito”. Sebbene alcuni settori siano destinati a svanire più che a modificarsi, l’innovazione porterà anche nuove opportunità. L’intelligenza artificiale resta comunque una intelligenza, che può contribuire certamente a migliorare il lavoro di miliardi di lavoratori in ciascun campo. Come diceva il chimico Antoine-Laurent de Lavoisier, “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Il mondo del lavoro non verrà distrutto ma “solo” trasformato.

    Leggi anche Secondo l’FMI, l’intelligenza Artificiale minaccia il lavoro

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