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Quanto vale l’industria farmaceutica italiana ed europea

Industria Farmaceutica
Industria Farmaceutica

Negli ultimi dieci anni, l’industria farmaceutica ha registrato una crescita straordinaria, guidata dall’innovazione tecnologica, dall’incremento delle malattie croniche e dall’invecchiamento della popolazione globale. Tra i fattori che hanno favorito questo trend, possiamo far notare come tra il 2013 e il 2023, il mercato abbia visto un aumento costante della spesa sanitaria globale, con un’enfasi particolare sui farmaci specialistici e biotecnologici. L’industria farmaceutica è uno dei settori più strategici e innovativi all’interno dell’Unione Europea (UE). Con un valore complessivo di mercato superiore ai 390 miliardi di euro (dati 2023), l’UE rappresenta uno dei maggiori produttori e consumatori mondiali di prodotti farmaceutici.

Nel 2023, i profitti dell’industria farmaceutica globale hanno superato i 1.500 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) intorno al 6% negli ultimi cinque anni.

L’invecchiamento complessivo della popolazione europea, unito al diffuso welfare all’interno dell’Unione Europea, ha contribuito a creare una forbice: a) una farmacologia diffusa a costi medio-bassi e di Business quotidiano e b) una assai più specialistica e ad alto valore aggiunto. Oggi, l’età media nella sola Italia, che registra la popolazione più vecchia d’Europa, è di 48,4 anni, contro i 44,5 anni dell’UE. 48 anni con una aspettativa di vita stimata in 81,5 anni. E come sappiamo, le persone anziane necessitano di cure di ogni tipo, non solo preventive.

Industria Farmaceutica: trend e settori trainanti

Il 2023 ha segnato una forte spinta nell’adozione di farmaci innovativi, soprattutto nel settore oncologico e immunologico. L’UE è anche un centro nevralgico per la ricerca e sviluppo (R&D): nel 2022, oltre 41 miliardi di euro sono stati investiti in R&D farmaceutica, posizionando il settore come uno dei più intensivi in termini di innovazione. Grandi aziende europee come Roche, Sanofi e Bayer competono con giganti statunitensi e asiatici, mentre le start-up biotech stanno emergendo come attori chiave, sostenute da politiche europee di incentivazione.

Dopo la Pandemia da Covid-19, che ha mostrato i limiti della globalizzazione ma anche uno stop temporaneo sulla tabella di marcia dello sviluppo Globale, le case farmaceutiche hanno ripreso a lavorare ininterrottamente seguendo i trend pre-crisi.

Nei paesi occidentali le malattie letali si sono trasformate in patologie da monitorare, mentre le malattie oncologiche e quelle autoimmuni stanno crescendo a ritmi decisamente preoccupanti. Conseguentemente la farmacologia oncologica ha registrato una crescita del 14-17% grazie all’introduzione di nuovi trattamenti, mentre i farmaci immunologici hanno guadagnato terreno, rappresentando una fetta significativa della spesa globale.

Inoltre, le terapie contro l’obesità e quelle legate a malattie neurodegenerative come Alzheimer e depressione sono cresciute rapidamente, sostenute da progressi significativi nella ricerca e sviluppo anche se ancora molto deve essere fatto, in termini di investimenti, ricerca e sviluppo. Come ha sottolineato lo scienziato inglese il sig. John Ernest Walker, premio Nobel per la Chimica del 1997, le malattie neurodegenerative sarebbero le più difficili da sconfiggere «Sconfiggeremo prima il cancro di Alzheimer».

Industria Farmaceutica: brevetti, sviluppi e prospettive

Globalmente, però, insieme all’aumento della popolazione, si prevede che entro i prossimi cinque anni, la crescita annuale del mercato farmaceutico globale possa essere compresa tra il 9,5% e il 12,5%, aggiungendo circa 389 miliardi di dollari. Il segmento dei farmaci biotecnologici e specialistici continuerà a dominare, rappresentando oltre il 55% della spesa nei mercati sviluppati entro il 2028. Uno dei vantaggi di moltissime case farmaceutiche è dovuto alla presenza e registrazione di numerosi brevetti, che di fatto portano diversi gruppi a godere di posizioni di assoluta supremazia tecnologica a carattere oligopolistico. Ma lo scadere di molti brevetti potrebbe causare una diminuzione del volume d’affari di circa 59 miliardi di dollari entro il 2028. Se però la sanità non è pubblica in moltissimi paesi, l’aumento della polarizzazione sociale con un incremento dei livelli di povertà sta portando numerosi paesi ad adottare politiche di accesso ai farmaci e le iniziative di sostenibilità giocheranno un ruolo cruciale nell’evoluzione del mercato.

Un altro elemento chiave del futuro dell’industria farmaceutica sarà l’adozione di tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale e l’automazione, per ottimizzare lo sviluppo di farmaci e migliorare l’efficienza operativa. Questi strumenti stanno già trasformando il modo in cui le aziende identificano nuove molecole e gestiscono le operazioni cliniche, riducendo i tempi e i costi associati alla ricerca e sviluppo.

Industria Farmaceutica: come si posiziona l’Italia

Nella competizione internazionale, l’Italia si distingue come uno dei principali hub produttivi in Europa, superando la Germania per volumi esportati già nel 2020. Il Paese ha registrato una forte crescita nel settore, soprattutto grazie all’export, che rappresenta oltre il 70% del fatturato complessivo del settore farmaceutico italiano. Le regioni Lombardia, Veneto, e Emilia-Romagna sono i poli industriali principali.

Inoltre, il settore nel complesso è dominato da collaborazioni pubblico-private: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede investimenti significativi per il potenziamento della ricerca, con focus su farmaci innovativi, vaccini, e biotecnologie avanzate. Ma quello che sarà il futuro è ancora in fieri.

L’industria farmaceutica si trova in una fase cruciale di trasformazione e consolidamento. Negli ultimi dieci anni, il settore ha dimostrato una capacità straordinaria di rispondere alle sfide globali, come l’invecchiamento della popolazione, la crescita delle malattie croniche e la necessità di affrontare pandemie globali. L’integrazione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e le terapie geniche, sta rivoluzionando i modelli produttivi e l’approccio alla ricerca.

Guardando al futuro, entro il 2030, il settore farmaceutico sarà caratterizzato da quattro pilastri principali:

  1. Innovazione Tecnologica: La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale ottimizzeranno i processi di sviluppo e produzione, riducendo tempi e costi, e rendendo possibili cure più efficaci e personalizzate.
  2. Espansione del Mercato Biotecnologico: Farmaci biologici e biotecnologici domineranno il mercato, rappresentando oltre il 55% della spesa globale nei mercati sviluppati entro il 2028.
  3. Sostenibilità: L’adozione di pratiche ecologiche e l’accesso equo ai farmaci diventeranno priorità, spinti da una crescente attenzione alla responsabilità sociale e ambientale.
  4. Crescita della Sovranità Farmaceutica Europea: L’Europa lavorerà per ridurre la dipendenza da fornitori esterni, con investimenti strategici nella produzione di principi attivi e innovazioni locali.

Per l’Italia, il futuro è promettente ma richiede uno sforzo strategico. Come hub produttivo europeo, il Paese ha già dimostrato la sua capacità di competere a livello internazionale. Tuttavia, per mantenere questa posizione di leadership, sarà essenziale investire nella ricerca, semplificare la burocrazia e incentivare collaborazioni tra pubblico e privato.

In un panorama in rapida evoluzione, il successo dipenderà dalla capacità di anticipare i cambiamenti, sfruttare l’innovazione e rispondere alle esigenze di un mercato sempre più globale e complesso. L’industria farmaceutica non solo giocherà un ruolo cruciale nella salute pubblica, ma sarà anche un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico e tecnologico del prossimo decennio.

Leggi anche Cristina Longhini Movimento IFC: “I farmacisti siano per legge operatori sanitari”

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