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“L’anestesia generale? È più sicura di quella parziale. I social sono uno strumento pubblicitario utile ma occorre sempre controllare formazione e specializzazione dei professionisti”. Intervista al chirurgo plastico Riccardo Iannuzzi

Il chirurgo dott. Riccardo Iannuzzi
Il chirurgo dott. Riccardo Iannuzzi

Per approfondire e chiarire le idee in merito a rischi e benefici della chirurgia estetica abbiamo chiesto un parere la dottor Riccardo Iannuzzi, chirurgo plastico e ricostruttivo

Qual è la differenza tra chirurgia plastica ed estetica?

In certi casi si sovrappongono, la chirurgia plastica è una branca piuttosto ampia che include anche l’estetica. Tutti gli interventi di chirurgia estetica per la parte di modellamento fanno parte della chirurgia plastica che non ha sempre finalità estetiche, provi a pensare ad esempio alla chirurgia post traumatica.

Nella visione comune la chirurgia serve a salvare vite, ma si potrebbe oggi fare a meno della chirurgia estetica?

L’intervento estetico è eseguito perché la volontà del paziente è di sentirsi meglio con sé stesso senza sentirsi a disagio quando ci si guarda allo specchio. Ad esempio lo scopo principale è quello di provocare un benessere psicologico

Secondo lei è giusto il timore che molti hanno dell’anestesia? E quali sono le precauzioni per limitare gli inconvenienti?

È un timore ingiusto e ingiustificato. Ci sono moltissime precauzioni perché i pazienti devono essere sani e questo è accertato con numerosi esami. Se il paziente non è più sano del necessario non viene preso in considerazione per la chirurgia estetica. Nelle altre forme di chirurgia ad esempio per interventi salva vita, è necessario intervenire anche se il paziente ha dei problemi proprio perché è necessario ma quando un paziente subisce un intervento estetico vuol dire che gode di ottima salute. Ai miei pazienti spiego che l’anestesia è il momento nel quale si viene monitorati in modo accurato da tutti i punti di vista. In quel momento c’è la possibilità di gestire la maggior parte degli inconvenienti. Quando accadono eventi avversi è perché non si ha questo monitoraggio al 100% ad esempio con l’anestesia non generale perché non si ha quel tipo di monitoraggio, non si è intubati e monitorati allo stesso modo.

La bellezza viaggia sul Web, come dovrebbero essere usati i social da chi cerca informazioni sul campo della medicina estetica?

Personalmente non sono contrario ai social in nessun ambito. È semplice demonizzarli quando accadono incidenti di questo tipo. È uno strumento come il passaparola ma è compito dei pazienti andare ad approfondire le informazioni sui professionisti ai quali pensa di rivolgersi. Non bisogna far passare il concetto che un professionista che è noto attraverso i social non è un professionista serio. Certo esistono alcuni poco professionali che puntano la loro professione solo sui social senza competenze solide, ma in sé il social è solo un mezzo pubblicitario, è un canale in più che da solo non basta a definire la professionalità dei medici? È importante anche controllare l’albo dei medici e il fatto che si tratti di un medico abilitato alla professione. Ricordare che la scuola di specializzazione non ha niente a che vedere con i master. La scuola di specializzazione è rilasciata da università statali per un periodo di formazione di 5 anni. Diversi sono i master di I e II livello che possono essere anche privati e sono estremamente più brevi e non hanno la stessa importanza scientifica e formativa di una scuola di specializzazione. Consideri che su migliaia di medici che si laureano ogni anno, ci sono solo poche centinaia di medici che si specializzano a una scuola di specializzazione.

Per avere uno specialista serio occorre molto denaro?

Spesso qualità e costi vanno a braccetto. Quando qualcuno viene da me e riferisce di preventivi che sono meno della metà del prezzo di mercato si capisce che il risparmio si riflette sulla qualità. Una clinica, i materiali sanitari e i professionisti, hanno tutti dei costi e onorari più elevati. Pensi a cosa accade se si risparmia su un anestesista o sui materiali, alla fine ci rimette sempre il paziente.

Leggi anche De Luca, sanità: Ospedale del Mare e Cardarelli a rischio

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