Dal 2003 il 17 novembre si celebra la Giornata Internazionale del Gatto Nero. Si tratta purtroppo di un felino fortemente discriminato a causa del colore del suo pelo. Ma da dove trae origine questa erronea credenza popolare?
Giornata Internazionale del gatto nero, perché il 17 novembre?
Ma per quale motivo è stato scelto proprio il 17 novembre come giorno del gatto nero? Il fatto è che nell’immaginario collettivo il numero 17 è interpretato come una data sfortunata e per questo la si è associata al gatto nero considerato, erroneamente in preda all’ignoranza, altrettanto portatore di sfortuna.
Le origini storiche
L’usanza di considerare il gatto come vettore della sfortuna è stata studiata da uno storico dell’Università dell’Arkansas, il professor Donald W. Engels che nel 2001 ha condotto una ricerca in tal senso. Il professor Engels giunse alla conclusione che molto è dovuto all’interpretazione di una bolla papale di Gregorio IX la “Vox in Rama” che il pontefice emise per contrastare le nascenti eresie. Era il 1233 e la lotta agli eretici era una delle prime preoccupazioni della chiesa e del tribunale dell’Inquisizione.
A complicare le cose ci fu una lettera del teologo germanico Corrado di Marburgo che scrisse proprio a papa Gregorio IX spiegando che nei territori dell’Impero si praticava il culto satanico e che i suoi adepti erano soliti utilizzare il gatto nero per un rituale di iniziazione. In realtà Gregorio IX non ha mai ordinato lo sterminio di tutti i gatti neri e la sua bolla non contiene informazioni in merito. Ad aggravare la situazione ci fu poi la Peste del 1346-53 che sterminò circa un terzo degli abitanti d’Europa. Il gatto fu erroneamente associato alla diffusione della malattia probabilmente perché dando la caccia ai topi, veri vettori della pestilenza, ma essendo di dimensioni più grandi, era facilmente visto nei pressi dei covi dei ratti.
Quando l’ignoranza incontra il gatto nero per strada
Nel corso del 400 le cose non migliorarono infatti, a causa del fatto che le carrozze erano trainate da cavalli e che molte persone, soprattutto appartenenti ai ceti abbienti, si muovevano a cavallo, quando gli equini vedevano un gatto che attraversava la strada tendevano ad agitarsi e a disarcionare chi era in sella. Questo fu visto come un fenomeno di sfortuna. Per molti secoli, e in alcuni casi ancora oggi, se il gatto nero attraversa la strada in un senso, nell’immaginario popolare porta sfortuna, se la attraversa nel senso opposto porta fortuna. In Italia, Stati Uniti e Spagna il gatto nero è una figura scaramantica da evitare invece in Francia e Giappone accade l’opposto.
Il gatto nero, simbolo di eleganza e agilità
No. Il gatto nero non porta sfortuna e non vi sono evidenze scientifiche che sia più aggressivo degli altri gatti. Si tratta di gatti agili, socievoli e simpatici. Per millenni l’ignoranza ha discriminato gli uomini di colore, purtroppo questa discriminazione, frutto dell’ignoranza, continua ancora oggi sui gatti neri. Un modo di pensare arcaico e fuorviante è più o meno alla base del fatto che molti rifugi siano pieni di gatti neri, probabilmente perché a causa della superstizione, che è al contempo il contrario della fede e della scienza, molte persone preferiscono, esplicitamente, adottare gatti di altri colori.
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