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Usa 2024: Come funzionano le elezioni per la Casa Bianca

I candidati alla Casa Bianca Kamala Harris e Donald Trump
I candidati alla Casa Bianca Kamala Harris e Donald Trump

Ogni 4 anni, il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre il mondo si ferma a osservare la super potenza occidentale impegnate nelle elezioni, quasi dirette, del proprio presidente. Si tratta di un appunto che spesso viene definito come momento della democrazia e, al quale, guardano con interesse tutti i paesi del mondo, non solo quelli del blocco occidentale.

Elezioni Usa 2024, cosa prevede la Costituzione

La Costituzione degli Stati Uniti all’articolo 2 integrato dagli emendamenti XII, XXII e XXXII prevede che le elezioni abbiano luogo il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre. Questo significa che possono avvenire tra il 2 e l’8 novembre dal momento che se il primo novembre fosse il primo martedì di novembre, non sarebbe il primo martedì dopo il primo lunedì essendo questo il 7 novembre. La scelta di questa definizione riporta all’anno 1845 quando fu fissata con una legge federale espressamente prevista in Costituzione.

Perché si vota il primo martedì dopo il primo lunedì

Verrebbe da chiedersi per quale motivo il primo martedì dopo il primo lunedì e non un’altra data. La motivazione è di ordine storico ma anche sociale e culturale. Nel 1845, quando fu fissato questo criterio, la gran parte dell’economia americana era basata sul lavoro dei grandi proprietari terrieri. Inoltre la società americana non risentiva ancora di quei canoni di eguaglianza dei quali risente oggi, quindi il voto era definito in base al censo. Molti uomini d’affari potevano quindi dedicarsi alla politica al termine della gran parte delle attività agricole. Questo accade solitamente nel mese di novembre. La scelta del primo martedì è spiegata anche con il fatto che gli Stati Uniti hanno una tradizione religiosa di origine puritana. Il “primo martedì dopo il primo lunedì di novembre” evita categoricamente, la coincidenza tra il giorno di Ognissanti e la ricorrenza elettorale, rispettando lo spazio religioso di quella giornata. Inoltre, nel corso del XIX secolo, gli Stati Uniti hanno risentito anche dell’influenza della festa di Halloween che cade tra il 31 ottobre e il primo novembre. Sarebbe difficile quindi organizzare una giornata elettorale la mattina seguente a una festa celebrata in gran parte di notte. Infine, negli anni dell’entrata in vigore della legge vi era un sistema di trasporto molto più lento, con seggi elettorali talvolta distanti dalle fattorie. Per recarsi a votare poteva essere necessario viaggiare per un giorno intero. La domenica era dedicata alla festa religiosa, il lunedì si poteva viaggiare, il martedì si votava.

Come avviene l’elezione del presidente degli Stati Uniti

Al momento delle elezioni il popolo vota per liste collegate espressamente ai candidati ma non per la loro elezione diretta. Infatti nel seggio elettorale si delega la propria preferenza ai grandi elettori. Si tratta di 538 persone che si riuniscono, assegnate a ciascuno Stato dell’Unione in numero pari ai senatori e ai deputati assegnati spettanti a quello Stato. I grandi elettori si riuniscono nelle capitali dei propri stati il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre scegliendo di fatto presidente e vicepresidente. Di tale elezione prende atto il Congresso il 6 gennaio dell’anno successivo e il presidente giura il 20 gennaio a mezzogiorno. Fino a quella data resta in carica il presidente precedente in modo da non avere nessun vuoto di potere.

Cosa accade in caso di parità

Vi è la possibilità di ottenere un pareggio. Se ad esempio fossero eletti 269 grandi elettori per 2 candidati, oppure, se in presenza di più di 2 candidati, i grandi elettori siano ripartiti in parti uguali tra alcuni di essi. La Costituzione degli Stati Uniti gestisce questa situazione con il XII emendamento che prevede, che in caso di parità, il presidente sarà eletto ugualmente dai grandi elettori ma non con un voto per testa bensì per Stato. I grandi elettori di ogni stato esprimeranno poi una sola preferenza tra i 3 candidati che hanno ottenuto più voti. Una sola elezione è avvenuta così nel corso della storia degli Stati Uniti, quella del 1824.

Il voto è libero, ma la registrazione non è segreta

Anche per partecipare alle elezioni, non c’è un procedimento così immediato come accade in Italia dove il voto è dovere di tutti, a prescindere dalla stratificazione sociale, fin dalla fondazione della Repubblica. Negli Usa non si riceve a casa il cerrtificato elettorale, occorre che l’elettore lo richieda e che si registri per l’elezione. Nel momento in cui un elettore compie questa operazione deve anche dichiarare per quale candidato si sta registrando. Ovviamente al momento del voto potrebbe cambiare idea, ma questo la dice lunga sulle differenze circa l’articolo 48 della nostra Costituzione che prevedere un voto libero e segreto.

La democrazia americana, come tutte le altre del resto, non è perfetta, ha limiti e contraddizioni ma affascina elettori, giornalisti e pubblico in ogni angolo del globo. Non è l’appuntamento elettorale che coinvolge più persone, primato spettante alle elezioni del parlamento indiano, ma è quello che suscita maggiore interesse per le modalità, le peculiarità e l’influenza sull’America e sul mondo.

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