Ieri in Campidoglio nella sala della Promoteca si è svolto l’incontro pubblico tra Pietro Orlandi fratello di Emanuela rapita nel 1983, il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta il senatore Andrea de Priamo e uno dei componenti della Commissione il deputato Francesco Silvestri con pubblico e giornalisti.
Pietro Orlandi: la pista inglese e via il segreto per Chaoqui
Dalle dichiarazioni di Pietro, che tra le altre cose ha ricordato che il 7 ottobre è anche il compleanno di Mirella Gregori, si evince che la famiglia di Emanuela crede nella pista inglese e che la sete di verità e giustizia, dopo 41 anni è tutt’altro che sopita. Pietro Orlandi si dice certo che la sorella sia stata tenuta in Inghilterra per un periodo, a spese della chiesa, ma non sa cosa sia successo dopo. Non manca, come da suo solito, chiedere con insistenza che siano compiuti i passi successivi per aggiungere un tassello alla verità al fine di poter finalmente capire in maniera chiara e inequivocabile cosa sia successo. Orlandi infatti chiede che Papa Francesco tolga il segreto pontificio a Francesca Chaoqui consentendole di poter chiarire il mistero relativo alla cassa che sarebbe conservata nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Commissione Orlandi Gregori cosa dicono De Priamo e Silvestri
All’incontro pubblico hanno partecipato, tra gli altri, anche due dei componenti della Commissione Parlamentare bicamerale che sta cercando di fare luce sulla vicenda. Il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo si è detto fiducioso sul compito e sui lavori della Commissione: “Ci sono tre soggetti al momento operativi: la Procura di Roma, quella Vaticana e la Commissione bicamerale. Credo che il compito principale della Commissione si quello di arrivare a una relazione, che consegneremo al Parlamento e dunque ai cittadini, che possa dipingere un quadro molto realistico”. Anche Francesco Silvestri, componente della Commissione ha spiegato quanto la Commissione sia “un preciso dovere di un Paese che abbia gli elementi della dignità”.
Non una Verità ma la Verità
La nostra linea editoriale è da sempre attenta al valore assoluto della Verità e a quanto essa sia insabbiata per quanto la sua vista possa essere illuminante. Cogliamo quindi questi propositi e queste parole con il massimo gradimento, fondendole e auspicando che la Commissione prosegua il proprio lavoro con serenità ma, al contempo, con la certezza che quando si parlerà al Paese, quindi ai cittadini e a tutte le Istituzioni, si potrà farlo avendo rispetto della dignità, di chi indaga e di chi invece attende risposte, in modo da presentare un lavoro veritiero, una relazione di Verità.
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