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Cos’è la Direzione Nazionale Antimafia e perché ne abbiamo bisogno

La sede della Corte di Cassazione, sede anche della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo
La sede della Corte di Cassazione, sede anche della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

L’Italia è un Paese con un forte vocazione alle politiche antimafia, forse perché, come viene definita in una celebre fiction degli anni Ottanta, la grande Piovra ha sempre avuto una fortissima vocazione nell’attecchire nel territorio della penisola e nelle sue realtà locali.

Prima dell’epoca di Giovanni Falcone tutte le indagini erano affidate alle varie procure competenti per territorio e il codice prescriveva, in maniera abbastanza descrittiva per non dire generica, l’obbligo per chi indagava di condividere le informazioni a livello di altre procure. Solo l’avvento dell’opera di Falcone ha portato alla costituzione di una Procura Nazionale Antimafia la cosiddetta Direzione Nazionale Antimafia cui fanno capo le varie Direzioni Distrettuali Antimafia e che è a sua volta sotto la guida della Procura Generale presso la Corte di Cassazione. Dal punto di vista della struttura interna il Procuratore Nazionale Antimafia dirige la Direzione Nazionale e può avocare le inchieste nel caso di inerzia da parte della DDA competente per territorio ma non può effettuare indagini. Per contro la Direzione Nazionale ha 20 Procuratori Aggiunti e dal 2015 ha assunto anche competenze in materia di terrorismo. Il capo della Procura è nominato dal CSM in accordo al Ministro della Giustizia.

La DNAA fu istituita con la legge 8 del 1992 che convertiva in legge il precedente Decreto Legge del Governo Andreotti VII numero 367 del 20 novembre 1991. L’organizzazione risentiva fortemente delle richieste e delle indicazioni formulate dal magistrato Giovanni Falcone. Attualmente l’organizzazione è articolata nel coordinamento delle indagini delle 26 DDA dei capoluoghi di distretto di Corte d’Appello. Ciascuna delle 26 DDA è a sua volta strutturata in servizi, quello per le Risorse Tecnologiche e la Sicurezza, quello Studi e Documentazione e quello per la Cooperazione Internazionale.

Le indagini sia a livello nazionale che distrettuale vedono spesso l’impiego di reparti speciali con funzioni di polizia giudiziaria quali il ROS dei Carabinieri, lo SCO della Polizia di Stato, lo SCICO della Guardia di Finanza e il NIC della Polizia Penitenziaria.

Ma perché ci serve una procura nazionale per l’antimafia?

Si è capito, nel corso dei maxiprocessi degli anni Ottanta ma anche da altre esigenze investigative, che condividere le informazioni a livello centralizzato semplifica il lavoro delle Procure Distrettuali. Inoltre con una maggiore condivisione e collaborazione si riesce a coordinare e dare maggiore impulso alle indagini. Dopo la guerra che lo Cosa Nostra ha dichiarato allo Stato si è via, via compresa la necessità di supportare anche le singole procure titolari per competenza territoriale. La cosiddetta Procura Nazionale nasce infatti a cavallo tra il 1991 e il 1992, anni determinanti che hanno visto il culmine della guerra tra mafia e Stato, soprattutto negli attentanti ai giudici Falcone e Borsellino ma anche in quelli a Roma e Firenze. Una stagione politico-mafiosa il cui ricordo ancora oggi lascia supporre che se dal punto di vista militare gran parte della potenza di fuoco è stata annientata, dall’altro, lascia ancora vivo il pensiero secondo il quale Cosa Nostra e le altre organizzazioni criminali continuano, in modo subdolo, a impedire lo sviluppo di una larga parte del Paese.

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