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Cosa sappiamo della psicologia

Cosa sappiamo della psicologia
Cosa sappiamo della psicologia

Il nostro cervello è un organo essenziale che deve essere protetto, per questo motivo esistono diverse barriere che lo difendono con il compito di bloccare il passaggio di sostanze pericolose. Le barriere sono molto selettive nel momento in cui non esplicano correttamente le loro funzioni, il cervello può danneggiarsi e quindi deve essere curato.

Psicologia, la ricerca empirica di Maslow

Negli anni Cinquanta, il fondatore della psicologia umanistica Abraham Maslow, rivendicò la necessità di studiare le persone sane attraverso un’indagine empirica, con l’obiettivo di focalizzarsi sui comportamenti di coloro che si fossero autorealizzati. Maslow sottolineava l’importanza di essere più attenti al lato positivo dell’esperienza umana e mettere in risalto le qualità positive e le virtù di ogni singolo individuo. Lo stato delle funzioni psichiche, varia da persona a persona e cambia a seconda dei momenti che caratterizzano la personalità e lo stato mentale di ogni individuo dal quale deriva, poi il modo di interagire con l’ambiente circostante. L’ insieme delle funzioni mentali, emotive e relazionali dell’individuo viene definito con il termine “Psiche”. L’etimologia della parola Psiche, deriva dal greco ψυχή (psiché) e significa soffiare. Quello che per i greci significava il respiro esistenziale, noi lo identifichiamo con l’anima. La nostra psiche svolge funzioni molto importanti e le fa interagire tra loro risolvendo in modo efficace i problemi che si pongono quotidianamente.
A chi non è mai capitato di avere pensieri contrastanti, di pensare in un modo e, nel giro di poco, di avere l’impressione di aver cambiato idea del tutto. A volte ci sembra di essere diventati “pazzi”, di non riuscire a comunicare serenamente le nostre sensazioni, poiché noi, in primis, abbiamo difficoltà a comprenderle. Perché ciò accade? Gli psicologi affermano che ognuno di noi porta con sé diverse parti, definite ” i tre attori della psiche”, che nella vita di tutti i giorni interagiscono, comunicano, s’impongono e spesso ci fanno soffrire.

La ricerca cognitiva di Selingman

Alla fine degli anni Novanta, Martin Seligman pensò che la stessa catena cognitiva di cause negative, sulla quale riversiamo i fallimenti della nostra vita, poteva essere traslata sul versante positivo, in che modo? Seligman era convinto che attuando una psicologia positiva, basata sul benessere, sulla felicità, sull’ottimismo e sulla speranza, la prognosi di alcune malattie come quelle respiratoria avrebbe visto un netto miglioramento. Non solo, alcuni studi hanno dimostrato che nei pazienti sottoposti a trattamenti a lungo termine, la speranza apportava benefici nelle malattie croniche mentali. L’obiettivo della psicologia positiva era, ed è tutt’ora, quello di basarsi sulle emozioni positive e sulla capacità di rivalutare in modo positivo i propri vissuti, attraverso esercizi e attività mirate a valorizzare i punti forza dell’esistenza di ogni singola persona. I ricercatori, attraverso una meta-analisi combinata tra 49 studi, hanno rivelato che gli interventi positivi aumentano significativamente il benessere. Inoltre, i risultati combinati di 25 studi mostrano che gli interventi positivi sono anche efficaci per trattare i sintomi depressivi.

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