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Intervista a Francesco Emilio Borrelli

Francesco Emilio Borrelli
Francesco Emilio Borrelli

Abbiamo intervistato l’onorevole Francesco Emilio Borrelli, da anni impegnato nel ripristino e nella difesa della legalità a Napoli e nel meridione.

Onorevole Borrelli, sono anni che lei si batte contro coloro che ledono il buon nome e la legalità nel territorio di Napoli e del Mezzogiorno. Posso chiederle come nasce questa sua vocazione?

Ho iniziato perché mi sono reso conto che se non avesse iniziato qualcuno non si sarebbe mai andati avanti. Sia chiaro che questa non è una critica a prescindere nei confronti di chi gestisce la sicurezza sul territorio, ma se vogliamo che le cose cambino dobbiamo avere il coraggio di impegnarci e metterci in prima linea sconfiggendo i grandi mali della nostra terra, l’omertà, la vigliaccheria la violenza e la sopraffazione che sono l’humus per far crescere la criminalità organizzata a l’illegalità. Per questo ho messo in piedi una serie di battaglie esponendomi io in prima persona iniziando a fare un percorso che ha portato anche a risultati ad esempio lo smantellamento dei Contini che si erano presi buona parte dell’ospedale San Giovanni Bosco, la liberazione a Pizzofalcone delle strutture occupate da camorristi che avevano preso illegalmente abitazioni destinate a persone economicamente disagiate. La battaglia analoga che abbiamo fatto a Quarto e poi la guerra totale contro la camorra. Voglio ricordare a tutti i lettori che la prima manifestazione a Caivano contro la piazza di spaccio la organizzammo noi.

Lei è abbastanza popolare anche tra i giovani ma spesso proprio i giovani e i giovanissimi si rendono protagonisti di fatti di illegalità anche gravi. Che idea si è fatto in merito? Pensa che sarebbe necessario abbassare la soglia di punibilità perché oggi la gioventù è diversa da quella che c’era quando il legislatore ha pensato a questa legge?

Assolutamente sì ma bisogna colpire le famiglie perché nessun ragazzino si comporta da criminale se non ha alle spalle una famiglia, spesso criminale, o disinteressata  a lui.

Lei è un valido esponente della cultura del Mezzogiorno, una cultura che lei difende ogni giorno e della quale diffonde i valori. Vorrei sapere cosa pensa della teoria della civicness di Robert Putnam?

Non penso che ci sia molto di vero. Sembra quasi una teoria lombrosiana. Io sono convinto che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini che non rispettano le regole non lo fanno perché non sono capaci di rispettarle ma perché non hanno amore per la loro terra. Le faccio un esempio se prendessimo 4 ragazzi su un motorino e per assurdo li trasportassimo in un istante in una città del nord Europa inizierebbero a comportarsi rispettando le regole. Chi non rispetta le regole non ha amore per la nostra terra. Sono persone che devono essere sanzionate, ma d’altro canto serve anche l’indignazione civica. Non bastano le forze dell’ordine, c’è bisogno di un’azione di controllo civico fatta da tutti i cittadini. Dobbiamo iniziare dalle regole elementari. Se una persona getta un mozzicone di sigaretta dove non si può, non è pensabile attendere l’intervento delle forze dell’ordine ma occorre agire in prima persona. Certo è più facile girare la faccia dall’altra parte. C’è chi dice “mi risponde male”, “mi insulta”, “mi minaccia”, ma se 10 cittadini sfidano un cialtrone, il cialtrone è un vigliacco e farà retromarcia. Attualmente abbiamo però un numero esagerato di cialtroni, per questo invito i cittadini ad aggregarsi a questa battaglia perché dobbiamo tornare a essere maggioranza tutti insieme.

Le posso chiedere un parere sull’autonomia differenziata? Pensa che sia sostenibile o penalizza il sud?

Non c’è nessuna possibilità che sia sostenibile. D’altronde non c’è nessuno studio che va in questa direzione. Se resta la gran parte dei soldi nelle aree più ricche del paese e si perde il fondo di solidarietà, quale potrebbe essere il destino del sud? Esistono rapporti di Gimbe e Svimez che certificano che se passerà l’autonomia differenziata chiuderemo un terzo degli ospedali e degli asili. Stanno già chiudendo le caserme. Il vantaggio non è per il mezzogiorno e nemmeno per il nord ma esclusivamente per il lombardo-veneto. Ovviamente non abbiamo niente in contrario ai cittadini lombardi e veneti ma con i loro amministratori che pensano che per aumentare il loro consenso possono affamare ulteriormente una parte del Paese.

Cosa devono aspettarsi gli elettori dalle imminenti elezioni europee e cosa devono aspettarsi da Francesco Emilio Borrelli?

Se sarò eletto andrò a Bruxelles la giusta elargizione dei fondi che il ministro Fitto sta spostando verso il nord. Questo appare come un tradimento verso il sud. Si tratta di una scelta assurda antistorica ed egoista. Il peggio che può fare un meridionale è tradire il proprio popolo.

Le capita mai di restare scoraggiato pensando che da solo non ce la farà?

Dipende sempre dai cittadini. Adesso hanno la possibilità di votarmi. Negli ultimi anni ho preso sempre il 3-4%. Rappresento questo. Siamo un pezzo piccolo della nostra società. Se manterremo il consenso potremmo fare molto di più. Non penso che posso fare tutto da solo ma negli anni ho dimostrato di portare risultati concreti attraverso le mie battaglia. Spero di riuscire a tracciare un percorso che anche se non nell’immediato, ci porti a non avere più politici legittimati dai cittadini che però non fanno gli interessi dei cittadini. Io invito a votare chi fa gli interessi generali e non chi fa favori personali. Occorre che i cittadini si battano per un interesse collettivo e non per sé stessi o per gli interessi di qualche parente. Questa è la grande svolta che dobbiamo realizzare.

Ringraziamo l’onorevole Francesco Emilio Borrelli, la sua scorta e i suoi amici e collaboratori che ci hanno fatto sentire subito tra amici rendendo possibile la realizzazione di questa intervista.

Leggi anche Intervista a Luigi De Magistris

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