Skip to content

Caccia al pesce spada, una tradizione antica

Il pesce spada
Il pesce spada

La caccia al pesce spada è una tradizione molto antica che risale alla cultura fenicia ed è attualmente ancora viva nello Stretto di Messina. Molte storie circolano sulla pratica della pesca al pesce spada, ma un’antica leggenda umanizza il pesce spada facendolo risalire ai guerrieri fedeli ad Achille, che dopo aver appreso la notizia della morte del loro eroe, si lasciarono annegare in mare. La ninfa Teti, mossa da tanta compassione, li trasformò in pesci dal lungo rostro, simile alla loro spada.

pesce spada, la tecnica di caccia descritta da Omero

Lo stesso Omero descrive la caccia al pesce spada in un passo del XII libro dell’Odissea, raccontando che molti animali come anche i delfini, venivano cacciati vicino a Scilla. In origine non veniva utilizzata nessuna imbarcazione, il pescatore seduto sugli scogli, aspettava pazientemente che il pesce abbocasse. Oggi, a distanza di duemila anni, la tecnica non è mutata molto: dopo aver avvistato il pesce, il pescatore lo insegue, lotta contro di lui e lo uccide, infliggendolo con un arpione.

l’Introduzione della Feluca e le bandiere d’avviso

Negli ultimi secoli, è stata introdotta un tipo di imbarcazione di origine araba, chiamata Feluca. La Feluca è una barca piccola, lunga non oltre i 6 metri, con al centro un albero alto 30 metri per l’avvistatore e un balconcino a prua per l’arpioniere, gli altri 4 componenti dell’equipaggio sono rematori. Dall’alto dell’albero, l’antenniere, dopo aver avvistato il pesce spada, sventolava una bandiera bianca e gridava “Paleddu di Paja”, per avvisare l’equipaggio che il pesce si avvicinava e si allontanava, oppure “Forte Paleddu di Fo”, che significava che il pesce era troppo lontano.

il momento della cattura e la ripartizione del bottino

Successivamente l’arpioniere attendeva il momento esatto per colpire con la fiocina il pinocchio della Costa Viola. A questo punto, il pesce infilzato affiorava e si immergeva dall’acqua fino allo sfinimento; poi, una volta portato a bordo, il pescatore incideva vicino alla branchia un segno “a Cardata ra cruci”. Al termine della pesca, il pesce veniva coperto dal sole per non alterare la freschezza e diviso tra i membri dell’equipaggio: una parte al maestro dei ferri, una parte e mezza al padrone dell’attrezzatura, una parte e mezza al marinaio e più parti venivano date ai guardiani.

Il significato culturale del pesce spada

Il pesce spada viene ironicamente chiamato il pinocchio della Costa Viola ed è il re della cucina e dei porti di una parte della Calabria, una terra che porta con sé tradizioni antichissime sia culinarie, sia religiose. A Scilla c’erano 13 poste, a Bagnara Calabra erano presenti due poste intorno al 1085 e a Palmi altri due fino al 1466. I posti di avvistamento oggi, con l’utilizzo delle nuove tecnologie non ci sono più, e forse a Palmi se ne intravede uno sporadicamente.

riti e tradizioni legate alla pesca

Infatti il pesce spada era fonte di sostentamento delle famiglie, le quali lo omaggiavano con riti e preghiere recitate in greco, perché secondo le credenze, le altre lingue avrebbero inficiato la pesca. Apportavano dei sortilegi con piatti cosparsi di acqua, olio e sale e pregavano contro i ma. Uno dei riti ancora oggi praticati, come segno di ringraziamento, è quello di segnare sotto l’occhio una croce.
Oggi la caccia al pesce spada è diventata un passatempo più che un lavoro e i pescatori chiedono che questa pratica non vada persa, ma che si tramandi nelle generazioni future.

Leggi anche Esplorando la musica romana con Nadya Borzak e Zalib

Articoli correlati

Seguici sui social

ADVERTISMENT

Recent Posts

ADVERTISMENT