Ultimamente, riguardo alle eruzioni vulcaniche, le TV locali svizzere avanzano tesi non conformi a quelle diffuse dalla protezione civile campana. La TV svizzera RSI afferma: “In caso di eruzione dei Campi Flegrei, Napoli verrebbe sepolta sotto 30 metri di cenere.” Secondo i media svizzeri, un’ipotetica eruzione vulcanica dei Campi Flegrei comporterebbe gravi danni non solo nel napoletano, ma coinvolgerebbe il sud Italia e buona parte del continente europeo.
Napoli, lo scenario post-apocalittico secondo gli svizzeri
Il reportage intitolato “Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa”, della durata di 42 minuti e 24 secondi, mostra i danni collaterali di una futura eruzione vulcanica. Nel video si osserva un paesaggio post-atomico: Piazza del Plebiscito sommersa dalle nubi ardenti, la Chiesa di San Francesco da Paola distrutta con fiamme che fuoriescono dai finestroni, offrendo una visione di Napoli completamente sepolta dalla cenere, con solo la collina di San Martino rimasta intatta, in pratica un paesaggio post-atomico. Ciò che sorprende gli esperti, oltre alle immagini, sono le dichiarazioni di studiosi intervistati, che contrastano con quanto dichiarato dalla Protezione Civile Nazionale, ovvero un’eruzione di media entità, definita subpliniana, caratterizzata da eruzioni esplosive simili a quelle pliniane, ma con danni ridotti e minore dispersione areale dei prodotti eruttati.
Previsioni terrificanti ed esagerate
Nel reportage si sentono frasi come: “Su Napoli incombe una minaccia, un pericolo che spaventa l’Europa. Alcuni scienziati ritengono che i Campi Flegrei siano responsabili della scomparsa dell’uomo di Neanderthal. A 40 mila anni di distanza, ci sono segnali di risveglio, la catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento.” “Il vulcano dei Campi Flegrei contiene ormai così tanta lava e tanta pressione che il cataclisma è inevitabile e inizia alla Solfatara.” Il vulcanologo Patrick Allard afferma: “Vedremmo colonne eruttive che si innalzano per diverse decine di chilometri, fino alla stratosfera. La cenere cadrà su Napoli, portando morte e distruzione.” La Professoressa di Geografia dell’Università di Cambridge aggiunge: “A quel punto la città dovrebbe essere deserta perché l’aria sarebbe satura di cenere, materiale piroclastico e residui vulcanici di ogni tipo. Napoli scomparirà sotto trenta metri di materiale vulcanico.”
Prospettiva Scientificamente Supportata
Sebbene possano sembrare irrilevanti ma toccanti, gli interventi di Allard e della Professoressa dell’Università di Cambridge, è la risposta del Direttore del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, lo scienziato Diego Perugini, a destare maggiore attenzione. Egli ci ricorda che sotto i Campi Flegrei ci sono due serbatoi di magma, uno superficiale e l’altro più profondo. Quello superficiale è profondo 4 chilometri, l’altro si trova a 15 km di profondità, pertanto prima dell’eruzione i magmi appartenenti ai due serbatoi si miscelano. Il team di ricerca di Perugini sta lavorando a un interrogativo più importante: “Quanto tempo avranno le persone per scappare prima dell’eruzione?” La risposta è: “Studiando il materiale eruttato in passato, abbiamo riscontrato che almeno due magmi si sono incontrati all’interno della crosta terrestre e hanno iniziato a mescolarsi. Abbiamo ricreato il processo in laboratorio e per quello che possiamo stimare, dall’inizio del mescolamento dei magmi fino all’eruzione i tempi sono molto brevi, dell’ordine di decine di minuti.” Una voce fuori campo conclude: “Trenta minuti sono pochi per evacuare una città.”
Napoli, l’impegno della pianificazione
Il Professor Giuseppe De Natale, dopo le recenti scosse di terremoto, ritiene opportuno assicurarsi prima di tutto sulla stabilità degli edifici, considerando che purtroppo si verificheranno altri episodi sismici. Nella zona della Solfatara, la magnitudo potrà arrivare anche a 5.0, e un terremoto di magnitudo 5.0 ha un’energia circa 33 volte maggiore di quello di magnitudo 4.0 avvenuto il 2 ottobre 2023, che causò danni notevoli in Via Pisciarelli. Secondo il Prof. De Natale, è urgente una verifica degli edifici, come già indicato nella lettera al Prefetto di Napoli del 18 settembre 2023. Il Decreto Legge Campi Flegrei, emanato a fine ottobre scorso, al primo punto stabilisce quanto detto da De Natale con una verifica addirittura più ampia di quanto affermato: “Ma bisogna farlo presto, con la massima celerità; perché un terremoto più forte, anche molto più forte di quelli odierni, può avvenire in qualsiasi momento, anche se non è possibile sapere esattamente quando. I terremoti non si possono prevedere singolarmente, ma ormai da anni sappiamo che purtroppo l’evoluzione sarebbe stata verso terremoti sempre più forti e più frequenti, man mano che il livello del suolo fosse salito.”
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