Recentemente abbiamo intervistato il generale Roberto Vannacci a proposito di temi trattati nei suoi libri e altri che sono più o meno all’ordine del giorno. Quando ci siamo trovati tra il pubblico abbiamo pensato che oltre al personaggio mediatico, forse sarebbe stato il caso di indagare, giornalisticamente parlando, anche il lato umano del generale, per quanto possibile.
Il pubblico del generale Vannacci, i commilitoni, le donne, l’età
La prima cosa che risalta quando si raggiunge una delle sue presentazioni è il linguaggio della gente che vi prende parte. Si tratta in gran parte di ex militari in pensione. Ascoltando i loro discorsi si nota come ricordino le caserme, le missioni all’estero, i colleghi comuni. Talvolta sono accompagnati dalle famiglie, consorti e figli. Vi è una abitudine, da parte loro, a considerare che tutti gli altri presenti, compresi quelli che non conoscono personalmente, siano ugualmente militari. Ci si dà del tu anche se non ci si è mai visti perché in qualche modo sono convinti che si sia tutti colleghi.
Una cosa che non si immagina, venendo dall’esterno, è la presenza delle donne. Il pubblico è composto a maggioranza da uomini, questo è vero, ma sono numerose le donne, probabilmente tra le consorti dei commilitoni e quelle che invece sono effettivamente arruolate, la componente femminile raggiunge il 35 – 40 % del pubblico.
L’età media è abbastanza alta, i militari presenti sono in massima parte in pensione ferma restando la presenza di numerosi effettivi. I giovani, dove per giovani si intendono coloro che sono al di sotto dei 40 anni, sono pochi. Pochi anche i ragazzi, al massimo qualche teenager. A un certo punto arriva lui, la star della serata, il generale Vannacci.
L’incontro con il generale
Quando entra dal retro della sala, la maggior parte dei presenti si voltano, molti gli vanno incontro ma senza ressa, in modo ordinato, quasi aspettando al proprio posto ciascuno il proprio turno. Intorno al generale si fermano in attesa di salutarlo e scambiare qualche parola con lui al massimo 4 o 5 persone per volta. Lui non ha fretta, è arrivato con 20 minuti d’anticipo probabilmente perché è abituato a saluti e dialoghi preliminari. Non appare spazientito, ha una stretta di mano e un sorriso per ognuno, si ferma a parlare quasi con tutti per almeno 20 secondi. Dopo circa un quarto d’ora ci avviciniamo. Si gira sorridente, ci saluta e ci presentiamo chiedendogli una breve intervista da concordare oppure da realizzare a margine della presentazione. Il generare accetta immediatamente senza fare alcun calcolo di opinione o chiedere ulteriori chiarimenti. Vorrebbe soltanto che la cosa non durasse più di 5 o 6 minuti. Ovviamente ringraziamo e accettiamo.
Cosa si evince ascoltando la presentazione di Vannacci
Nonostante i 20 minuti d’anticipo la presentazione inizia con circa 10 minuti di ritardo a causa del prolungarsi dei saluti. All’esposizione prendono parte oltre all’autore anche 2 discussant. Il generale racconta aneddoti e snocciola alcuni dati. Dal suo intervento si evincono 3 cose
- La capacità di tolleranza unita alla fermezza espositiva. È sicuro delle proprie idee ma chiede sempre a chi non è d’accordo di farsi avanti e parlarne.
- La maggior parte dei presenti si sente rappresentata, in qualche modo, dal generale. Si immaginano un pubblico di nicchia, con il generale a rappresentare questo zoccolo duro, non in politica, dato che ha messo in evidenza di non volersi proporre almeno per ora, ma nella notorietà mediatica.
- Il generale è probabilmente uno dei pochi a immaginare che seppure la quasi totalità degli ascoltatori è un militare, sono presenti anche altri gruppi sociali e lavorativi.
La tolleranza e la pazienza del generale Vannacci
La tolleranza è una qualità che probabilmente ha contribuito non poco a determinare le fortune mediatiche del generale. Lui è sicuro che nessuno possa costringerlo a cambiare idea, ma è altrettanto sicuro di voler ascoltare sempre chiunque voglia dire qualcosa di diverso. Sembra che a tratti chieda quasi a chi si oppone alle sue idee, di farsi avanti. Ha una capacità di ascolto abbastanza rara che unita alla tolleranza verso le idee altrui lo mette in condizione di essere investito, non si sa quanto volontariamente, della rappresentanza del suo pubblico.
A fine presentazione, dopo un’ora e 45 minuti, da spazio alle domande. Infine si dedica ai saluti finali e al firma copie. Non dice mai di avere fretta, fosse per lui non direbbe a nessuno che il tempo a disposizione è poco. In ultimo ci presentiamo ricordandogli l’intervista. Nello stesso momento una collaboratrice gli ricorda che la location deve chiudere a breve. Lui ci chiede di stringere i tempi a un solo minuto ma rispondiamo che in questo modo non possiamo farlo perché si tratterebbe davvero di un tempo troppo breve. Lui rilancia a 4 minuti e accettiamo. Risponde a tutte le domande senza sottrarsi al confronto. Interrompiamo poco prima dello scadere del tempo concordato per non abusare della sua disponibilità. Alla fine ci ringraziamo reciprocamente.
Il pubblico che non si sente rappresentato dalla politica
Si evince, da questa esperienza, che il generale ha un pubblico di sostenitori dichiaratamente di destra che non si sente completamente rappresentato dai partiti politici attualmente in maggioranza. Il sostenitore tipo di Vannacci è un uomo di età media di 60 anni, militare, ex militare, a provenienza geografica trasversale. Non mancano donne, ma sono quasi del tutto assenti i giovani.
Persona disponibile al dialogo
L’impressione che abbiamo avuto avvicinando il generale è che si tratti di una persona preparata, che probabilmente ha bisogno di metodo per acquisire dati di tipo economico, per quanto lui stesso, parlando di temi che non gli competono, esplicita di rimandare agli esperti dei vari settori. Quello che però gli conferisce carisma è questo essere gentile con tutti, aperto all’ascolto e alla diversità di idee, insieme al fatto che ha sempre un modo cortese, educato, seppure fermo, per dire le cose.
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