Per le nostre interviste di approfondimento questa settimana abbiamo partecipato alla presentazione dei libri del generale Roberto Vannacci “Il Mondo al Contrario” e il “Coraggio Vince”. A margine della presentazione tenutasi a Palazzo Chigi di Ariccia, il generale, pur avendo impegni pressanti e pochissimo tempo a disposizione, ci ha concesso una intervista.
A proposito di quanto ha dichiarato nel corso della presentazione di oggi, circa la possibilità di mettere uno dei due adulti della famiglia a occuparsi dei figli, crede che sia possibile tornare a un modello di tipo male breadwinner – o anche female breadwinner – anziché dual adult worker? Crede che sia compatibile con la società post-capitalistica?
Non sono d’accordo sul “mettere”. Deve essere una scelta individuale perché se c’è uno dei due adulti che vuole occuparsi dei figli, secondo me, è più che opportuno e anche redditizio remunerare questo lavoro perché si tratta di un lavoro sociale a tutti gli effetti. Non sono d’accordo sul fatto che questo potrebbe togliere posti di lavoro anzi, probabilmente, potrebbe rilanciare un’attività che è quella dell’educazione dei giovani, che invece sembra essere devoluta solamente a quelle che vengono chiamate le istituzioni dell’infanzia.
Una domanda da militare. Lei pensa che il lavoro di intelligence e l’investire nelle forze armate, negli armamenti, nell’addestramento, possa essere sufficiente in presenza di una crisi economica e demografica dell’Occidente, per far sì che questo resti competitivo nei confronti della Cina?
Guardi mai come oggi il proverbio latino “se vuoi la pace prepara la guerra” è valido. Certamente la sicurezza e la difesa sono una delle priorità di qualsiasi nazione che deve essere sicuramente allineata al panorama internazionale e alla condizione economica, ma non sono tematiche che possono passare al secondo posto perché senza la sicurezza e senza la difesa non c’è neanche lo sviluppo economico.
Lei sarebbe favorevole a raggiungere il famigerato 2% del PIL?
Non parliamo di tassi, di numeri. Parliamo di livelli accettabili di sicurezza e di difesa di ogni paese.
Parlando di immigrazione, altro tema al quale fa riferimento nel suo primo libro, lei sarebbe favorevole a rivedere il modo in cui la nostra Costituzione concede il diritto d’asilo?
Guardi ci sono degli aspetti che vanno rivisti, non c’è dubbio. Penso ci siano tutta una serie di norme, anche internazionali, sino alla loro integrazione nel diritto nazionale che possono essere riviste. Ad esempio nel libro spiego che la dimostrazione di essere persone che hanno il diritto d’asilo dovrebbe ricadere sugli Individui e non sulla nazione ospitante.
Un’ultima cosa. Io per motivi di studio non ho fatto il servizio militare. Come può un cittadino che non indossa una divisa e che non appartiene alle forze armate, essere fedele all’articolo 52 della Costituzione che sancisce che la difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino?
In tanti modi. La difesa della Patria non è solamente in armi. Anzi, in armi la si fa solo quando è necessario farla e quello è un sacro dovere riconosciuto anche dalla nostra Costituzione. Per questo la difesa è importantissima ed è una cosa alla quale dovrebbero essere istruiti tutti, compresi gli immigrati che sappiano che dal momento che raggiungono la cittadinanza italiana, uno dei doveri che incombono su di loro è la difesa della Patria eventualmente anche in armi.
Se non sbaglio si fa anche in America?
Non so se è così, approfondiremo.
Ringraziamo il generala Vannacci per la disponibilità, la cortesia e per non sottrarsi mai al confronto delle idee.
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