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Perché non dobbiamo temere la terza guerra mondiale: le dichiarazioni di Tusk

Donald Tusk
Donald Tusk

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha recentemente rilasciato una lunga intervista ai giornali del gruppo Lena, del quale fa parte anche la testata italiana Repubblica. Rieletto da poco nel suo paese e, in precedenza, già presidente del consiglio europeo e del PPE, Tusk è una delle personalità più in vista nella politica continentale. Durante la sua lunga intervista pubblicata in Italia dal quotidiano La Repubblica, si è lasciato andare a parlare di numerosi temi a partire dalla guerra in Ucraina e dalla necessità per l’Europa di avere una difesa comune, fino alla necessità di modificare il diritto internazionale in tema di migranti. Appare quasi, quindi, in questo senso, aver dimenticato l’opposizione della Polonia alle proposte italiane per alleggerire la pressione migratoria sulle nostre coste.

In questo approfondimento non ci occupiamo di riportare l’intervista integrale, ma di indagare su alcune considerazioni dell’ex presidente del consiglio europeo. Secondo Tusk l’Europa è in una fase pre bellica e per quanto abbia esplicitamente dichiarato di non voler spaventare i cittadini europei, ribadisce la necessità di fare fronte comune.

Tusk e la situazione Russia Ucraina

Peraltro il premier polacco ha dichiarato che ci troviamo in una situazione che in Europa non si verificava dal 1945, cioè l’invasione di uno stato ad opera di un altro stato. Tusk non ha detto che la guerra in Europa mancava dal 1945, come è stato erroneamente riportato da qualcuno. Del resto se l’avesse detto avrebbe confermato di non conoscere la storia dell’Europa. Tra le altre cose Tusk stesso ha affermato che viviamo nella parte migliore del mondo e che siamo leader in termini di economia e qualità della vita. Questo deve farci riflettere sul fatto che conosce benissimo i vantaggi che l’Europa ha nei confronti della Russia.

I numeri tra Russia e Nato

Ma la domanda che tutti ci facciamo è se è sia o meno conveniente per la Russia iniziare una guerra di invasione o di distruzione contro altri stati d’Europa e quindi, anche contro la Nato. Se da un lato la capacità di deterrenza militare ci fa protendere per il No, dall’altro occorre considerare anche altri fattori. La Russia ha una popolazione di circa 150 milioni di abitati, non sarebbe difficile per loro mobilitare fino a 10 milioni di effettivi per difendere l’esistenza stessa del paese. Con un rapido sguardo all’economia consideriamo che il Pil della Russia nel 2022 era di poco superiore ai 2200 miliardi di dollari con circa 15 mila dollari pro capite. In Germania si superavamo i 4000 miliardi con 83 mila euro pro capite. L’Ue superava i 14500 miliardi, gli Usa oltre 25 mila con pil pro capite superiori a 70 mila euro l’anno. Se questi indicato possono dare l’idea dell’equilibrio tra popolazione e risorse si può dire che significhino qualcosa anche in termini di fattibilità di una eventuale, e grazie a Dio ancora improbabile, guerra mondiale nucleare.

La comunicazione di Tusk

Ma perché il premier polacco dovrebbe dire, seppure con tutte le riserve del caso, che è necessario prepararsi alla guerra? Tusk è una delle personalità più in vista nell’Unione Europea e nel PPE, del resto il suo è un curriculum di tutto rispetto. Per le imminenti elezioni europee di giugno, probabilmente vuole lanciare messaggi ai componenti del PPE e ai propri elettori, nonché, in qualità di premier della Polonia, ai suoi omologhi degli altri paesi d’Europa e al futuro presidente degli Stati Uniti. Durante la guerra fredda il mondo si trovava frequentemente sull’orlo di una guerra mondiale, ma la comunicazione, che all’epoca non era parlare con i social e arginare le distorsioni dell’information overload, ma comunicare con la controparte sovietica o americana, era diversa, talvolta basata su dichiarazioni, gesti e mosse che, esattamente come in una partita a scacchi, lasciavano intravedere, all’intelligenza dell’avversario le proprie necessità. Oggi qualcosa è cambiato, ci sono numerose linee rosse che non sarebbero state mai superate ai tempi della guerra fredda, ma persiste il principio della mutua distruzione assicurata che tiene in equilibrio la volontà di non giungere a una guerra mondiale. Del resto è esattamente quello che ha fatto intendere Tusk, chiedendo ai governi di essere preparati.

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