il poeta latino Orazio scrisse il celebre verso “Ora bisogna bere” per festeggiare una importante vittoria. Ed ogni volta che c’è un’occasione di festa, ancora oggi si è soliti esordire con “stappiamo un bottiglia”! Ma quando poi si arriva al dunque, sorge un dubbio: Cosa bere?
Il vino, le origini e l’arrivo in Europa
Di solito, sin dai tempi antichi, la bevanda preferita per un brindisi è il vino. Ma cos’è il vino? Per definizione, il vino è una bevanda alcolica, ottenuta dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l’uva (sia essa pigiata o meno), o del mosto. Il vino è una bevanda antichissima e la sua origine si perde nella notte dei tempi. Le prime tracce di vino risalgono al neolitico e si pensa che sia stato ottenuto la prima volta circa 10.000 anni fa nel Caucaso, per poi diffondersi nell’attuale Iran, Mesopotamia, antico Egitto, Grecia e poi finire in tutto il Mediterraneo.
A portarlo in Italia furono probabilmente le prime colonie micenee che si collocarono in Sicilia e nella Magna Grecia. Ne sono testimonianza alcuni vitigni, che rimandano ad una antica storia, come l’Aglianico, il cui nome deriverebbe dalla trasformazione del termine Ellenico, proprio perché sarebbe il frutto di una selezione di uve greche che vennero portate nell’VIII sec. a.C.
L’Italia leader e il resto del mondo
In questi migliaia di anni, il vino si è evoluto ed ha cambiato composizione, consistenza, fragranze, ma oggi l’Italia è il maggior produttore di vino al mondo con la più grande presenza di varietà di vitigni coltivati del pianeta: 545 vitigni totali, di cui almeno 350 autoctoni.
Se per anni il nostro principale competitor nel mondo era la Francia, oggi l’Italia deve vedersela anche con altri produttori come Spagna, Stati Uniti, Argentina, Australia, Cina, Sud Africa (ma la lista è veramente lunga), ognuno con livelli qualitativi crescenti. Ogni vino, è espressione del suo territorio di origine e di coltivazione, elemento vivo in grado di assorbire quante più caratteristiche (odori, sapori, sentori anche la capacità di abbinarsi ai piatti) in base a dove e come sono state coltivate le viti.
Ed è qui che arriviamo alla domanda: quindi cosa devo bere?
Ironicamente, guardando al calendario, con l’inizio del caldo e della bella stagione, viene voglia di andare in posti di vacanza, di mare. E se siamo in Italia possiamo andare certamente a prenderci un bel bicchiere di vino bianco o di rosato ad una corretta temperatura di servizio, magari con una bella frittura di pesce di fronte ad un bel tramonto. Ed ecco che arriva la nostra prima proposta. Non faremo nomi di cantine (solo perché i produttori sono molti e di vino buono ce n’è tanto) per cui godetevi la nostra selezione di vini:
- Falanghina dei Campi Flegrei, Campania: semi aromatico, con sentori minerali, di frutta fresca è adatta per accompagnare pesce arrostito e piatti della tradizione campana, ma anche bei formaggi.
- Catalanesca, Campania: tipico dell’areale del Vesuvio, è un vino che richiama alla dominazione spagnola. Poco noto, ma straordinario;
- Ischia Biancolella, Campania: originario dell’isola, va bevuto anche fuori dal territorio ischitano. Ci sono poche ma ottime cantine che lo producono per avere sapori estivi tutto l’anno;
- Negramaro Rosato, Puglia: non solo rosso ma anche rosato da bere ben freddo. Il territorio pugliese ne offre molte versioni che potrete abbinare dal polpo all’insalata, alle tipiche bombette fino al ragù.
- Salento Rosato, Puglia: il territorio produce molti vini rosati ottenuti con diverse tipologie di vitigni e uvaggi. Assaggiatene tanti e capirete che la diversità è arricchimento.
- Chardonnay, Puglia: lo Chardonnay è un vitigno internazionale che ben si adatta ai vari territori dove viene coltivato. Provate un buon chardonnay pugliese per capire di cosa parlo.
Ma ricordate che non esiste il vino buono, esiste il vino che vi piace. Ma se pensate che questi sono buoni, allora condividete.
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