Il 9 marzo 2020 l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte annunciò in diretta televisiva e a reti unificate l’inizio del periodo più buio dell’Italia repubblicana, la quarantena come misura di prevenzione del contagio contro il Covid-19. Successivamente i media hanno ribattezzato quel periodo con il termine lockdown. Quel giorno eravamo di fronte a una situazione nuova che, per tutte le generazioni presenti, era stata vissuta soltanto sui libri di storia. Non solo, anche quelli più attempati avevano avuto esperienza di periodi così complessi soltanto circa 80 anni prima in occasione degli eventi della Seconda Guerra Mondiale.
ricordiamo quelli che c’erano e non ci sono
Da quella sera che cambiò l’Italia e la vita degli italiani per sempre sono passati oggi 4 anni. Tantissimi amici, parenti, colleghi, conoscenti che c’erano allora, adesso non ci sono più vinti, in maniera diretta o indiretta, dalla pandemia, da questo nemico invisibile il Sars-Cov-2, l’agente virale che causava la malattia da Covid-19.
Covid-19, l’Italia e il senso di nazione, grazie alle persone vicine e lontane
Quattro anni dopo ci piace ricordare che quel periodo è fortunatamente passato e che, grazie all’immunità raggiunta a causa dei contagi e per merito dei vaccini, il Covid-19 non rappresenta più quella ecatombe che rappresentava nel 2020. Probabilmente in quei giorni l’Italia aveva trovato il suo senso di nazione, quella terra per conquistatori, così come era stata additata la nostra nazione, era diventata tutta a un tratto e per necessità una sola nazione che si rispecchiava negli inni nazionali cantati dai balconi, nelle voci ascoltate a distanza, nelle piazze deserte delle principali città del Bel Paese, nelle voci e nei messaggi delle persone che, vicine o lontane, in qualche modo, ci hanno fatto compagnia a ricordarci che la paura può essere complice di cose belle se l’isolamento non coincide con la solitudine. Probabilmente in quella solitudine qualcuno ha anche ritrovato se stesso, o la giusta compagnia per attraversare un periodo che altrimenti sarebbe stato di paura.
i numeri della pandemia e il ricordo di chi non ce l’ha fatta
La pandemia oggi significa ancora qualcosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato chiusa la pandemia a maggio 2023. I morti nel mondo sono stati oltre 7 milioni, in Italia 131 mila. Cifre enormi paragonabili a quella che potrebbero essere conseguenza di una guerra. La BCE ha emesso centinaia di miliardi di euro in più tra il 2020 e il 2022, il Pnrr è proprio conseguenza di questa politica di supporto monetario. Il Covid-19 non fa più paura, non come 4 anni fa ma le cicatrici che ha lasciato e le persone che ci ha portato via le ricorderemo per sempre.
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