Una nuova scoperta paleontologica ci rivela che nella Preistoria a cacciare non erano solo gli uomini, ma anche le donne, a farlo è uno studio messo in pratica dal team guidato dal professor Randy Haas dell’Università della California, il quale ha esaminato altri siti di sepoltura tra il Nord e il Sud America, scoprendo i resti di 27 individui sepolti con strumenti di caccia di selvaggina di grossa taglia.
Di questi, 16 erano maschi e 11 di sesso femminile.
I nostri risultati mi hanno fatto ripensare alla struttura organizzativa più basilare degli antichi gruppi di cacciatori-raccoglitori e dei gruppi umani più in generale.
Nella prima fase della sua analisi, dopo una breve analisi i ricercatori avevano supposto che il proprietario fosse un uomo:
Deve essere stato davvero un grande cacciatore, una persona molto importante per la società.
Una volta tornato in laboratorio, Haas fece un’attenta analisi indicò la fisiologia di una donna, ma poi guardando attentamente notò una cosa molto significativa, i resti trovati vicino agli utensili appartenevano a un individuo biologicamente femminile e non solo, aveva notato che questa cacciatrice non era l’unica eccezione. A conferma di questo, è una proteina dello smalto dentale che è correlata al sesso.
nella preistoria le donne cacciavano, la scoperta dalle sepolture
Successivamente alla scoperta del team di Haas sono state riprese in esame sepolture di periodi simili precedentemente studiate in tutte le Americhe, si è scoperto che tra il 30% e il 50% di cacciatori di caccia grossa potrebbero essere stati individui biologicamente femminili. Questo studio è un colpo di scena e potrebbe stravolgere la teoria dominante tra gli antropologi che ha sempre sostenuto una marcata divisione di genere nei compiti in età preistorica, con gli uomini impegnati nella caccia e le donne raccoglitrici. Pamela Geller archeologa presso l’Università di Miami che non fa parte del team di ricerca, sostiene: “I dati ci sono”, è solo questione di come vengono interpretati dai ricercatori. Haas specifica
Ne sono responsabile come tutti gli altri. Ho pensato che fosse coerente con la mia conoscenza del mondo.
Il team ovviamente non può individuare l’identità di genere dell’individuo ma soltanto il suo sesso biologico, non è possibile affermare se 9.000 anni fa abbia vissuto in un modo tale da identificarlo come una donna all’interno della società. La scoperta mette in dubbio la teoria secondo la quale gli uomini si occupavano di caccia e le donne di agricoltura, e badare ai figli. Teoria affermata anche da Kim Hill dell’Università statale dell’Arizona (ASU, dall’inglese Arizona State University), specializzato in antropologia dell’evoluzione umana che non ha fatto parte del team di ricerca.
Non puoi fermarti nel bel mezzo di una battuta di caccia al cervo per allattare un bambino che piange.
Per decenni, afferma Geller, i ricercatori moderni pensavano fosse più semplice differenziarli così:
danno per scontata un’universale e rigida divisione sessuale dei compiti e delle attività poiché è l’opinione più comune, poi trovano difficoltà a spiegare perché i resti di individui dal corpo femminile abbiano segni scheletrici riconducibili alle attività di caccia o utensili per la caccia nel corredo funebre, come se ignorare l’evidenza la facesse sparire”.
Conclude Geller.
anche le donne cacciavano per supportare il bisogno di cibo
Stimolato dalla ricerca, il team di Haas portò alla luce altri resti, hanno trovato 24 strumenti colorati tra cui: punte litiche per abbattere grandi mammiferi; rocce pesanti probabilmente usate per fratturare le ossa o scuoiare l’animale, piccoli frammenti di pietra smussata per raschiare il grasso dalle pelli, piccole scaglie con angoli appuntiti che potrebbero essere servite per tagliare la carne e grumi di ocra rossa che potrebbero aver aiutato a preservare la pelle. Sparsi intorno al sito sono stati trovati frammenti di ossa di animali, tra cui antichi parenti del lama e cervi. Esaminò così fondo i documenti di vecchi scavi dei primi cacciatori e raccoglitori in tutte le Americhe. Molti studi passati avevano rilevato la presenza di analoghi utensili in pietra per la caccia in sepolture con individui biologicamente femminili, e le poche punte litiche trovate nella sepoltura potrebbero essere state le armi con cui sono state uccise e sepolte le vittime. Dai numeri di resti umani trovati, le incertezze sulla sepoltura sono presenti in entrambi i tipi di sepoltura, maschile e femminile, resta simile la quantità di sepolture con utensili da caccia tra individui di sesso femminile e maschile.
le donne cacciavano e usavano armi senza distinzione di genere
“Questi modelli non sono affatto quelli che ci si aspetterebbe in una popolazione di soli cacciatori uomini”, aggiunge. Hill della ASU afferma che non è pienamente convinto che la donna sepolta 9.000 anni fa sia stata effettivamente una cacciatrice in vita. Il nuovo set di utensili apparteneva effettivamente alla persona sepolta? Sterling mette in dubbio l’indagine stessa.
Generalmente non ci poniamo questa domanda quando ritroviamo questo tipo di attrezzi con individui di sesso maschile. È solo quando vengono messe in dubbio le nostre convinzioni sul genere che ci poniamo dei dubbi. C’è così tanta ginnastica mentale da fare per cercare di dissipare questi pregiudizi.
aggiunge Geller. Haas sostiene che l’insieme di attrezzi scoperti nella sepoltura di 9.000 anni fa era abbastanza vario e includeva sia strumenti preziosi sia strumenti preziosi sia comuni.
Secondo Geller, questo dibattito ha forti implicazioni per il mondo attuale.
C’è una grande disparità di genere, oggi. Se ipotizzassimo che esiste qualcosa che ci predispone biologicamente, allora questa disparità sarebbe giustificata. Credo che tutto questo sia pericoloso e del tutto infondato.
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