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Intervista allo stilista Mimmo Tuccillo, curiosità sugli stili di Sanremo

Lo stilista Mimmo Tuccillo - gli outfit di Sanremo
Lo stilista Mimmo Tuccillo - gli outfit di Sanremo

Il Radar prosegue negli approfondimenti. Questa settimana abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori una intervista sugli stili e sulla moda con uno specifico focus sul Festival di Sanremo. Per farlo abbiamo chiesto a un nostro amico, lo stilista Mimmo Tuccillo, che ci ha accolti nel suo salotto guidandoci pazientemente alla scoperta del mondo della moda.

Tu hai vestito alcuni personaggi vip, alcuni un più noti altri meno. Posso chiederti come hai iniziato a incontrarli e come hanno fatto loro a sapere c’è “Mimmo Tuccillo andiamo da lui a prendere consigli di stile”?

Io ho iniziato molto presto, ma alcuni incontri non accadono mai per caso. C’è sempre un tam tam di amicizie e di incontri. Diciamo che sono loro che hanno scelto me e avrei un lungo elenco.

Perché non ce ne dici qualcuno?

Ho iniziato in RAI come assistente ai costumi con Alda D’Eusanio, su Rai 2 un po’ di anni fa. Probabilmente era il 2002-2003. Poi ho incontrato Tosca D’Aquino e, sempre in RAI, ho incontrato Panariello in occasione del programma Torno Sabato abbinato alla lotteria Italia. Nello stesso periodo ho incontrato Matilde Brandi, la prima ballerina della RAI. Poi in giro per l’Italia con Panariello e Tosca D’Aquino incontrai Anastasia, la cantante internazionale che tutti conosciamo. Lei utilizzava sempre jeans durante i concerti. Avevo con me dei jeans ricamati di Swarovski che erano simili ai jeans che lei indossava spesso e li indossò. Successivamente mi ha scritto una lettera ed è stato un incontro molto bello e interessante.

Nel tuo paese sei conosciuto per aver vestito Tina Cipollari e per la tua amicizia con lei. Ci vuoi dire qualcosa anche di lei?

Con Tina è stato un amore a prima vista perché l’ho incontrata tramite un mio carissimo amico che si chiama Massimiliano Costabile. Stavano cercando uno stilista e lui, conoscendo il mio modo di lavorare, mi ha messo in contatto con Tina. Mi sono recato a Roma portando con me diversi abiti e sono andato a lavorare nella costumeria di Uomini e Donne. Subito è scattata questa simpatia, questa empatia tra me e lei. Da quel momento sono stato a lavorare per quella trasmissione per ben 5 anni. Ancora oggi ci sentiamo con Tina nonostante, a causa del mio dinamismo, non mi piaccia fare per sempre la stessa cosa. Però è rimasta una grandissima amicizia con lei. Ci sentiamo spesso e da lì sono nati altri incontri. Quando arrivi in una trasmissione così seguita, che tutti i giorni entra nelle case degli italiani, c’è qualcuno che poi si accorge del tuo nome nei titoli di coda. Quando mi hanno chiesto come dobbiamo scrivere il tuo nome, io chiesi che nei titoli di coda fosse scritto il mio nome come Mimmo Tuccillo Ottaviano come se il nome del mio paese fosse un secondo cognome, dato il legame che ho con la mia terra. C’è stato qualcuno che mi ha chiesto se fosse il mio secondo cognome, ma io dicevo di no, è solo perché sono legato alla mia terra e ci tengo che questo nome sia visibile. Si tratta di un nome spesso conosciuto per altre situazioni, ma mi faceva piacere ricordarlo anche per situazioni carine e piacevoli. Attraverso Tina ho incontrato anche Serena Grandi proprio negli anni in cui ha lavorato nella Grande Bellezza.

Una domanda un po’ più personale, tu lavori con lo stile e cerchi di stimolare l’apparenza dei tuoi clienti e di coloro che si affidano a te. Lo stile non è un concetto meramente estetico, ma influisce su chi ti guarda. Volevo sapere nel tuo caso, sul tuo primo impatto con le persone quanto influisce il modo di vestire di una persona per metterti in condizioni di pensare che sia una persona alla moda, distinta. Ovviamente si tratta di un parere transitorio, ma quanto influisce l’apparenza?

Per me l’apparenza è molto importante. Con i miei clienti, con le persone che mi scelgono, instauro sempre un bellissimo rapporto. Amo molto ascoltare. Penso che sia più importante ascoltare che chiacchierare perché, anche dalla persona che apparentemente sembra più stupida, puoi ricevere qualcosa, emozioni che non conosci. Ci sono persone che non riescono a leggere un libro o a seguire una trasmissione o un documentario, ma possono farti emozionare. È possibile che ci siano persone colte ma non riescano a trasmetterti queste stesse emozioni. Attraverso l’ascolto è possibile imparare tantissimo. La fisicità della persona è comunque molto importante perché dal dialogo si arriva a studiare la persona e, grazie alla tua esperienza, riesci a mettere in evidenza le cose più belle nascondendone eventuali difetti. Se non fosse così non avrebbe senso che scegliesse un tecnico, in questo caso uno stilista, ci si potrebbe benissimo recare in una boutique dove si trovano abiti di serie, di tipo industriale, con la commessa di turno dirà sempre che qualsiasi cosa sta bene. Da noi stilisti questo non succede perché viene prima il nome e poi l’abito.

Questa è una domanda che può sembrare un po’ più filosofica. C’era un filosofo che era George Luis Leclerc conte di Buffon. Sosteneva che “lo stile è l’uomo”. La domanda che ti faccio è secondo te quanto l’uomo ha bisogno di stile e quanto invece possa essere lo stile a derivare dall’uomo?

Io penso che lo stile sia qualcosa di innato. Tante persone cercano comunque di crearsi alcuni stili, ma cadono nel ridicolo. La cosa più importante è essere coerenti con sé stessi. La mia filosofia è questa, ci sono molte persone che seguono delle tendenze, ma la tendenza non è la moda, non è stile. È uno stile che conta in quel momento ma a un certo punto svanisce. Tante persone pensano che seguire un trend significa essere alla moda ma non è così. Il vero stile è quello che resta per sempre. Ti faccio un paragone: l’abito di Grace Kelly che ha sposato Ranieri III di Monaco e un abito che ha più di 70 anni, ma ancora oggi viene scelto e proposto come figura. Ci sono delle clienti che cercano la foto di quell’abito su internet e vengono da me a chiedermi di realizzare un abito ispirandomi a quello. Questo significa che quell’abito ha fatto storia perché lo stile non passa mai di moda.

Questo è un concetto molto importante.

Sì è un concetto Importantissimo perché c’è molta confusione tra trend e moda. Ci sono anche persone che si affidano a consigli di persone inesperte. Pensa al Festival di Sanremo di quest’anno. Dal punto di vista dello stile non è molto competitivo. La musica è bella e riesce a trasmettere emozioni anche per la presenza di tanti giovani, da questo punto di vista mi piace molto. Però per quanto riguarda la moda, lo stile non c’è molto, ce n’è davvero molto poco. C’è una figura che si chiama stylist che da un po’ di anni è presente in quasi tutte le trasmissioni. Tanti artisti si affidano a questa figura e questa persona sceglie gli abiti per loro. Io artista sono convinto che quella persona sia capace di vestirmi, ma non si tratta di una stilista, di una modellista o di una costumista. È una persona che ama se stessa che pensa a se stessa e vorrebbe far indossare ciò che va di moda a quel determinato artista. Sto seguendo il Festival di Sanremo per dare dei pareri, per rilasciare alcune mie opinioni ad alcuni giornali e radio che me lo hanno chiesto. Pensa a Giorgia vestita in frac, pantaloncini e stivali. Essendo vestita da Dior, che non è certo l’ultimo arrivato, mi sarei aspettato qualcosa di diverso. Vestono comunque firmati. Amadeus veste Mattiolo, Dior per Giorgia Armani, Mengoni Versace, sono target di abiti che non rispecchiano davvero la personalità dell’artista. Tornando ad Amadeus, questo è il quinto anno e lui ha dichiarato che non se ne faranno altri con lui come direttore artistico. Però per quanto riguarda un presentatore del suo calibro conosciutissimo in Italia e in Europa, avrei scelto qualche giacca meno colorata e meno piena di Swarovski, di pietre. Si tratta di un bravo conduttore, estremamente famoso, che starebbe bene anche con un abito scuro secondo il mio punto di vista.

Lui è il primo, il secondo è Fiorello veste come hai suggerito tu.

Per un mio punto di vista personale io non avrei vestito Amadeus così.

C’è una persona che per me è affettivamente importante e ha la stessa età di Annalisa Scarrone. Volevo sapere cosa ne pensi dello stile di Annalisa Scarrone?

Annalisa è una bellissima ragazza, ha talento e spacca tutto. Certo a Sanremo può lanciare anche meglio il proprio disco, ma Annalisa anche senza Sanremo spaccherebbe comunque tutto perché è brava ed è una che tira molto dal punto di vista musicale. Ma anche lì, per quanto riguarda il look, le darei 5 non perché sia vestita da Dolce e Gabbana che è un ottimo marchio, ma sempre perché ha scelto qualcuno al suo posto. È una bellissima ragazza, avrei scelto per lei un bellissimo abito alta moda.

Giorgia è una cantante che anche nel Sanremo 2023, ma anche negli anni precedenti, ha messo in risalto sempre più la voce che il vestito Infatti l’anno scorso a Sanremo si è presentata con un maglioncino. Quest’anno invece hanno puntato su una moda diversa.

Giorgia è una grande artista, ha festeggiato quest’anno i 30 anni di “E poi” prendendosi giustamente una standing ovation del pubblico. Personalmente non ho mai incontrato Giorgia, ma da come la conosco penso che sia una persona molto sicura di sé e credo che sappia di piacere al di là dello stile come artista. Secondo il mio punto di vista non è stata vestita bene perché si tratta di una co-conduttrice del Festival di Sanremo vestita con il frac abbinato agli stivali. Ho notato che anche il trucco e il parrucco lasciava un po’ a desiderare. Lei ha una bellissima voce e fa benissimo a puntare sulla voce, questo lo sanno anche coloro che la vestono, ma credo che dal punto di vista dello stile non abbiano proprio preso in pieno l’obbiettivo.

Cosa le avresti messo?

Lei ha una taglia 38-40. Le avrei messo qualcosa che avrebbe messo in evidenza il suo corpo molto bello. Ripeto non è lo stilista che sbaglia, ma chi le consiglia di vestirsi in quel modo. Una cantante è concentrata sulla musica e allo stesso modo i cantanti in gara sono ancora più concentrati, quindi, sempre molto presi dalla musica e questo è giusto. Quando si affidano agli stylist spesso si sbagliano. Del resto Sanremo è una vetrina ed è sempre soggettivo un parere.

Mengoni, ho indossato Gai Mattiolo, Versace e Dior.

Ho avuto il piacere di incontrare Mengoni al 67° festival del cinema di Venezia con un film di John Turturro, un film documento. Si tratta di un famoso regista americano innamorato di Napoli che nel suo film ha messo su un cast con grandissimi artisti tra i quali anche Angela Luce, Massimo Ranieri, Lina Sastri, Gennaro Cosmo Parlato, Valentina Occhei e c’era anche Fiorello. È stato in questa occasione che ho conosciuto Marco Mengoni. Erano i primi anni che lui era sulla scena musicale. Si tratta di un bellissimo ragazzo che è maturato moltissimo anche dal punto di vista professionale. Ritornando allo stile, ho notato un’altra cosa, si tratta magari di un pensiero personale, ma ho notato che hanno vestito tante donne da uomini e tanti uomini da donna. Pensiamo alla gonna di Mengoni. Una gonna di Versace bellissima, certamente non ci scandalizziamo. In Scozia lo fanno da tantissimi secoli, sono nati con il kilt, però Sanremo e Sanremo e penso che anche in questo caso sia un problema di voler seguire la tendenza piuttosto che lo stile. La sua presenza a Sanremo incentiva molto il pubblico giovane. Pensa che lui ha fatto il tutto esaurito allo stadio di San Siro a Milano per un tour nel 2025 e ha dovuto inserire un’altra data per le troppe richieste.

Dimmi di due veterane della musica italiana, Fiorella Mannoia e Loredana Bertè.

  • Loredana Bertè per quanto riguarda il pezzo bellissimo, mi è piaciuta tanto. Lei è la nostra rockstar italiana, lo è da sempre. È un po’ là Tina Turner italiana. Per quanto riguarda lo stile, il suo pezzo forte sono state sempre le gambe, fin da quando era ragazza e anche adesso, che ha la sua età, devo dire che non ha niente da invidiare a una ragazza di 20 anni. Si tratta di una persona alla quale l’abito lungo, elegante, penso che non andrebbe. Sarei curioso di capire cosa porta nella borsetta che ha sempre con sé. Per quanto riguarda lo stile tra le due preferisco Loredana Bertè nonostante Fiorella Mannoia sia un’altra delle grandi della musica italiana. È arrivata scalza, ma si tratta di una cosa che già avevano fatto Marina Rei e Anna Oxa. Fiorella indossava un abito bianco di Luisa Spagnoli. Mi aspetterei sempre di più. In realtà gli artisti sono anche degli influencer perché ci sono persone che guardano Loredana e guardano Fiorella e dicono voglio il taglio come loro oppure il vestito come il loro.

Cos’è l’eleganza per te?

Penso che sia qualcosa che faccia in modo che quando vedi una persona ti rimanga un ricordo. Ho visto una ragazza che arrivava da mare fuori con un abito di Armani privè e quando l’ho vista ho detto com’è elegante. Oggi ho guardato un’intervista di Angelina Mango su Radio Italia. Era davvero carina con uno stivaletto bianco, una calza avorio a rete, leggermente lavorata e traforata e una minigonna. Un piccolo giubbotto di jeans e una shirt con capelli messi normali con la riga centrale. Pochissimo trucco. Era bellissima. 

Mahmood?

Si tratta di un ragazzo con una bellezza fuori dagli schemi probabilmente anche per le sue origini arabe. Ha uno stile molto simile a Elodie dal punto di vista musicale, ma non essendo un tecnico non mi esprimono su queste similitudini. Ovviamente parlo soltanto di emozioni che percepisco attraverso la TV che comunque un ambiente distante è virtuale, potrebbe essere diverso, ad esempio, ascoltarlo in un concerto. Per quanto riguarda lo stile penso che anche lui sia stato mal consigliato. Certamente può essere un bravo cantante, ma dal punto di vista di stile non va bene.

La spigolatrice di Sapri?

C’è stato un bando per creare questa statua con vari artisti ed è stata scelta quella che poi è stata realizzata. Commissionata dall’amministrazione Gentile, che il sindaco di Sapri. È stata un po’ criticata perché si diceva che la spigolatrice, come dice la poesia, è una donna di campagna che va a spigolare. Questa l’hanno messa di spalle al mare, il vento soffia e il vestito mette in evidenza le forme del corpo, ma qualcuno ha pensato se si tratta di cotone trasparente, di questa ragazza semplice, è possibile che la Spigolatrice non indossi la biancheria intima. Per questo è stata al centro di qualche polemica. Spesso vado in vacanza in quelle zone perché mi piacciono molto e so che ogni anno c’è una rappresentazione diversa della storia di Pisacane. Si sceglie una persona, una ragazza del posto che deve impersonare la spigolatrice. Io ho avuto l’onore di fare da presidente di giuria per questa scelta. La Spigolatrice è una ragazza semplice che può essere interpretata da chiunque, non c’è bisogno di avere determinate misure e taglie. Da un paio di anni la Pro Loco di Sapri mi ha coinvolto in questa organizzazione. Ho collaborato con loro perché ho fornito l’abito con il quale è stato fatto il servizio fotografico.

Volevo sapere se hai una musa ispiratrice?

La mia musa ispiratrice è il nostro territorio. Mi ispiro molto al territorio perché lo amo e sono convinto che ci sia tanto da vedere. Amo approfittare della bellezza che ci circonda nel territorio vesuviano. Ho dedicato una collezione alla costiera sorrentina e amalfitana riportando sui miei abiti, dipinti a mano, fiori della costiera e frutti. Limoni e bouganville, ma anche glicini di cui è pieno Positano. Anche il Vesuvio è una fonte di ispirazione. Gli stilisti, come i poeti e come gli artisti, sono molto curiosi, hanno una curiosità costruttiva. Questo è uno dei motivi per cui amo tanto ascoltare perché tutti possono darti tanto e fornirti ispirazione. Chi è creativo prende. Vi racconto un aneddoto personale. Amo molto osservare le luci nelle case. Non so che cosa significa questo tratto della mia personalità, ma quando vedo una luce accesa mi soffermo a guardare e vorrei sapere, con molta curiosità, cosa si sta dicendo in quella casa in quel momento. Si tratta di qualcosa che mi mette gioia, ma anche tristezza perché in quel momento, in quella casa, ci può essere qualcosa di bello, ma anche di brutto. Nel periodo del covid ho sofferto molto per il fatto di dover restare chiuso in casa. Difronte casa mia c’era una luce che era accesa notte e giorno. Quella luce mi ha fatto compagnia e dopo il covid sono andato a casa di queste persone per ringraziarli per il fatto che quella luce, non spegnendosi mai, mi ha fatto una bellissima compagnia. Ancora oggi quella luce non viene mai spenta perché hanno dei bambini piccoli che hanno paura del buio e per attraversare la casa hanno pensato di lasciare questa luce sempre accesa.

Ringraziamo l’amico stilista Mimmo Tuccillo per il tempo che ci ha dedicato permettendoci di condividere queste informazioni con i nostri cari lettori.

Leggi anche Intervista ad Angelo Caruso, presidente della provincia dell’Aquila

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