La protezione legale di cui Donald Trump godeva come presidente è giunta al termine, aprendo la strada a possibili procedimenti legali nei suoi confronti per i suoi sforzi nel tentativo di alterare l’esito delle elezioni del 2020, culminati nell’assalto al Campidoglio.
Trump, lo scontro con Biden
Una corte d’appello federale a Washington ha emesso una decisione che colpisce duramente l’ex magnate, che tuttavia ha annunciato l’intenzione di presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema. Nel frattempo, mentre in Nevada si svolgono caucus e primarie senza scontri diretti, Trump ha accettato una sfida a un dibattito immediato proposto da Joe Biden, che ha però scelto di contrattaccare dalla Casa Bianca, accusandolo di esercitare pressioni sui repubblicani per sabotare una legge sulla sicurezza al confine con il Messico, definita come la più rigorosa e umanitaria di sempre.
Trump, la corte: “L’immunità sarebbe pericolo per la democrazia”
La decisione unanime della corte d’appello sembra essere inequivocabile e non facilmente ribaltabile. I giudici hanno respinto la tesi difensiva secondo cui Trump sarebbe immune dalle azioni legali prese durante il suo mandato presidenziale, sottolineando che, dal punto di vista penale, l’ex presidente Trump è ora semplicemente un cittadino con le stesse difese legali di chiunque altro coinvolto in un procedimento penale. Inoltre, hanno ammonito che l’idea di un presidente immune dalla responsabilità penale minerebbe il principio fondamentale del controllo dei poteri esecutivi da parte dei risultati elettorali.
Trump, l’appello alla corte suprema
La squadra legale di Trump ha annunciato l’intenzione di appellarsi alla decisione della corte d’appello, sostenendo che l’assenza di immunità potrebbe aprire la porta a una spirale di persecuzioni politiche contro i futuri ex presidenti. Nel frattempo, Trump ha espresso minacce contro Biden, così come contro altri ex presidenti come Clinton, Bush e Obama, attraverso i suoi canali social media. Il tempo stringe per Trump, che deve presentare il suo appello entro il 12 febbraio, prima alla corte d’appello e successivamente alla Corte Suprema, dove spera di ottenere il sostegno della maggioranza conservatrice (6 a 3). L’obiettivo minimo dell’ex presidente è ritardare l’inizio del processo, precedentemente fissato per il 4 marzo ma ora rinviato a causa delle questioni relative all’immunità.
Trump, la corte suprema e le sfide per gli Usa
Nel frattempo, giovedì la Corte Suprema esaminerà anche il ricorso di Trump contro l’esclusione dalla candidatura in Colorado in base al 14° emendamento, che vieta a funzionari coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la costituzione di ricoprire cariche pubbliche. Biden ha risposto sarcasticamente alla sfida di Trump per un dibattito, sottolineando le sue carenze nel campo dell’eloquenza e della precisione. Tuttavia, il presidente potrebbe beneficiare della solida ripresa economica e della possibilità di incolpare i repubblicani per la crisi migratoria al confine con il Messico, se non appoggeranno una riforma radicale proposta da tutte le parti. Nonostante ciò, rimane il rischio che il blocco dell’accordo possa compromettere anche i finanziamenti per l’Ucraina, creando ulteriori problemi di politica estera per Biden.
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