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La Befana per i piccoli, i saldi per i grandi: sane abitudini

Befana
Epifania

In occasione della concomitanza con gli ultimi giorni delle festività natalizie e dell’inizio dei saldi, la redazione del radar ha voluto approfondire le aspettative, anche psicologiche, dei più piccoli – particolarmente legate a Babbo Natale e alla Befana – e quelle degli adulti, orientate invece alle vacanze e alla possibilità di fare acquisti a prezzi convenienti. Per approfondire la questione abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione della dottoressa Raffaella Manzo, psicologa e psicoterapeuta alla quale abbiamo posto qualche domanda.

Durante le domeniche di Avvento, ma in generale, durante tutto il periodo che precede le festività, le televisioni mostrano le vie dello shopping di Roma, Napoli e Milano. Anche nel periodo delle feste guardando i telegiornali possiamo osservare come i centri delle città d’arte e i luoghi nei quali si festeggia vi è un grosso affollamento. Secondo il suo parere tecnico la presenza di un numero eccessivo di persone Può risultare divertente o può appesantire la psicologia di coloro che si trovano concentrati in soprannumero in questi posti?

Il Natale è in grado di coinvolgere grandi e piccini, seppur a diversi livelli di emozioni. Per i piccini il Natale è magia, mistero, fantasia ed attesa, ingredienti, questi, che crescendo per ragioni di natura diversa, l’adulto, tende a dimenticare. Per alcuni adulti si verifica una condizione particolare che si chiama Christmas blues, per molti nota come depressione di Natale. Con l’avvicinarsi delle feste di fine anno, infatti, molte persone vengono avvolte da una insolita tristezza, contrariamente all’atmosfera che si respira. Addobbi, regali e auguri non sempre bastano a strappare un sorriso e a spazzare via la tristezza. Quello che si percepisce visitando le piazze e guardando le case addobbate varia da persona a persona, per alcuni gli addobbi natalizi, le luminarie, i regali aiutano a entrare in un clima di condivisione e rilassatezza, per altri possono essere causa di ansia e agitazione.

Nelle famiglie è usanza diffusa chiedere ai bambini di essere più buoni in questo periodo per evitare di ricevere il carbone dalla Befana. Recentemente una maestra ha detto ai bambini che Babbo Natale è una leggenda. Lei ritiene corretto illudere i bambini prospettando loro l’esistenza di personaggi come Babbo Natale o la Befana? Non pensa che ci possa essere il rischio che quando scopriranno la verità restino traumatizzati da ciò? Inoltre c’è un momento esatto in cui comunicare ai propri figli che Babbo Natale non esiste?

No! In genere la scoperta che Babbo Natale, o la Befana, non esistono avviene sempre in maniera graduale e il bambino inizia a cercare “le prove” per sondare i suoi sospetti. Intorno ai 6 anni, i bambini iniziano a farsi delle domande. se si percepisce che il piccolo ha già intuito qualcosa (magari i suoi amichetti non credono più a Babbo Natale), allora è opportuno non continuare ad illuderlo oltre misura. Perché si rischierebbe, a quel punto di procurargli una delusione più grande in seguito. Se invece il bambino è più piccolo, ma ha avuto modo di ascoltare qualche discorso “da adulti”, allora lo si può rassicurare sull’esistenza di queste figure perché è bene che continui a sognare ancora per un po’. Nella prima infanzia poi è giusto e sano che credano a Babbo Natale e fa parte del loro processo di crescita. Così come la favola, anche questa credenza sarà utile per stimolare la loro fantasia e facilitare la costruzione di un pensiero altruista. Scrivere la letterina a Babbo Natale e chiedere qualcosa in dono è un modo per imparare il valore dello scambio e della condivisione.

Personalmente ricordo che quando ero piccolo la festività dell’epifania era la mia preferita proprio perché mi piaceva ricevere calza e giocattoli. Noi del radar abbiamo anche provato a chiedere a vari genitori per quale motivo fanno credere ai figli che esistano queste figure “fantastiche” e la risposta più frequente è stata che piace in primis ai genitori. Pensa che questo sia indice del fatto che tutti abbiamo un po’ della sindrome di Peter Pan?

Pensi proprio alla parola Epifania. Il termine epifania deriva dal greco “ἐπιφαίνω”, epifànio, verbo che significa “mi rendo manifesto” e dal sostantivo femminile “ἐπιφάνεια”, epifàneia “manifestazione, apparizione, venuta”. Il Cristo “si manifesta” ai Re Magi, anche se il bambino Gesù non fa nulla di particolare, non compie miracoli in questa circostanza, che possano testimoniare la sua natura divina. Solo la stella cometa guida il loro cammino affinché anche loro, re eruditi, colti e sapienti possano “manifestarsi” ed essere riconosciuti dal bambino Gesù. L’epifania, dunque, a livello interiore rappresenta la nascita psicologica che può avvenire solo grazie alla presenza e al riconoscimento dell’altro. Solo attraverso l’altro, attraverso il contatto con chi è al di fuori di me che davvero io posso percepire me stesso. Per quanto riguarda il restare bambini, è un bene non perdere mai la capacità di stupirsi.

Infine, lei ritiene che le aspettative di divertimento di tutti, adulti e piccoli, siano concentrate maggiormente sul Natale o sulle festività dei giorni seguenti?

Le festività natalizie terminano tradizionalmente il 6 gennaio proprio in occasione dell’epifania. Solitamente in questi giorni iniziano i saldi in tutte le regioni italiane Probabilmente per i piccoli e per le vacanze le aspettative dei giorni del Natale sono maggiori, ma per gli adulti può esserci anche una maggiore concentrazione sui giorni dei saldi. L’importante è che il fenomeno dello shopping non diventi compulsivo, in tal caso occorrerebbe chiedere un aiuto psicologico, ma se almeno una volta nella vita ci si lasci andare non ci sono problemi.

Ringraziamo la dottoressa Raffaella Manzo per la disponibilità e la cortesia dimostrataci nell’aiutarci a completare questa indagine.

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