Due esplosioni hanno causato almeno 95 morti e oltre 200 feriti a Kerman, in Iran. Le esplosioni sono avvenute nei pressi del cimitero dove è sepolto Qassem Soleimani, il capo delle forze Qods delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso nel 2020 in un’operazione degli Stati Uniti.
Secondo le autorità iraniane, le esplosioni sono state causate da due ordigni esplosivi, fatti esplodere a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. Le vittime sono per lo più pellegrini che si stavano recando al cimitero per commemorare la morte di Soleimani.
L’Iran ha subito immediatamente chiamato in causa Israele attribuendo allo stato ebraico la responsabilità dell’attacco. Tel Aviv, com’era immaginabile, non ha rivendicato l’attacco, ma non ha nemmeno negato apertamente negato il proprio coinvolgimento. Intanto, al momento non c’è stata alcuna rivendicazione da parte di gruppi terroristici.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha condannato l’attacco come “un atto vigliacco”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin hanno espresso le loro condoglianze al popolo iraniano.
l’attacco è un duro colpo per l’Iran
L’attacco è un duro colpo per l’Iran. Soleimani era una figura chiave del regime iraniano, ed era considerato un eroe nazionale. La sua morte aveva già causato una profonda tensione tra l’Iran e gli Stati Uniti.
L’attacco, che arriva a 4 anni esatti dall’operazione militare nella quale il generale fu ucciso, potrebbe anche portare a un’escalation del conflitto tra Hamas e Israele. La Jihad islamica palestinese, un gruppo terroristico affiliato a Hamas, ha condannato l’attacco come “un atto codardo”.
la situazione in Medio Oriente è sempre più instabile
L’attacco di Kerman è un altro segnale dell’instabilità che regna in Medio Oriente. La regione è già teatro di diversi conflitti, tra cui la guerra in Siria, la guerra in Yemen e il conflitto israelo-palestinese.
L’attacco di Kerman è un ulteriore elemento di tensione che potrebbe portare a un’escalation del conflitto nella regione.
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