Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia di celebrazione del centenario dell’istituzione della stella al merito del lavoro. Per l’occasione ha tenuto un discorso specificando quanto sia importante la demercificazione del lavoro e del lavoratore ponendo particolare enfasi sul fatto che il lavoratore è un cittadino e come tale vengono prima i suoi diritti e i suoi doveri.
Il lavoro è stato propulsore e avanguardia del Progresso nell’emancipazione da condizioni individuali di subalternità, anche attraverso l’opera delle organizzazioni dei lavoratori. Nell’espansione dei diritti e nell’affermazione della loro carattere universale. Nella costruzione di un modello sociale, e di welfare, capace di garantire più alti livelli di sostegno e assistenza a chi si trova nel bisogno. Nel potenziamento dell’istruzione, nel rafforzamento delle norme sulla sicurezza sociale e delle condizioni di lavoro.
Mattarella, meno precari e salari dignitosi
Il capo dello Stato è intervenuto anche sulla necessità di rendere meno precaria la vita dei lavoratori e di garantire loro salari dignitosi e minimizzare la possibilità di restare vittime di incidenti sul lavoro:
da un lato l’occupazione stabile, il lavoro professionale qualificato, i settori di avanguardia, l’organizzazione aziendale attenta alla qualità. Dall’altro in occupazione, bassi salari, precarietà, caporalato, ritardo dell’ingresso dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro, squilibri di salario ha parità di lavoro.
Cerimonia Stella la Merito, Mattarella si a progresso ma lavoro è creatività
Ma Mattarella non si risparmia dal intervenire anche circa le questioni di progresso tecnologico che potrebbero permettere alla tecnologia e all’intelligenza artificiale di svolgere il lavoro che oggi è dell’essere umano. L’inquilino del Quirinale specifica che nonostante non si possa perdere di vista lo sviluppo delle nuove tecnologie sarebbe sciocco da parte di una qualsiasi economia occidentale rinunciare a questa occasione. Resta comunque evidente che il lavoro è espressione della creatività umana. Infine tema a lui caro in quanto garante della Costituzione, spiega perché è annoverato tra i principi fondamentali:
I costituenti hanno deciso di indicare nel lavoro il fondamento della Repubblica nata dalla Resistenza e dalla Liberazione. Una scelta generativa, Per dirla con un’espressione efficace e moderna, per piantare solide radici nella società.” Poi si dedica all’articolo 4 proprio quello che plasma il principio del Lavoro in costituzione” l’articolo 4 era collocato nella prima stesura come Articolo 31. È stato spostato tra i principi generali, proprio per rimarcare il carattere non soltanto economico, bensì comunitario e sociale del lavoro.
Infine il presidente ha messo in evidenza come sia importante che lo spirito della Repubblica resti collegato all’etica del lavoro pur ammettendo che il modo di lavorare anche a causa dell’evoluzione dei mercati e dello sviluppo delle tecnologie possa cambiare in continuazione.
la demercificazione e il lavoro nella Carta
Uno dei primi a studiare il fenomeno della demercificazione fu il politologo e sociologo danese Gøsta Esping-Andersen nel suo libro del 1990 The three worlds of welfare capitalism. Si tratta di un’opera di riferimento per tutti i sociologi e gli studiosi dei regimi di welfare. Il capo dello Stato pur senza riferimenti diretti allo studioso, mette in evidenza tematiche trattate nella sua opera.
La celebrazione per il secolo della stella al merito del lavoro è stata quindi, un’occasione di riflessione alla quale il presidente non ha voluto sottrarsi. Vale la pena annoverare anche altri articoli che tutelano il valore assoluto del lavoro. Due concetti plasmati nella carta Costituzionale sono contenuti negli articoli 36 e 37. Essi sanciscono l’obbligo di retribuire il lavoro con paga dignitosa per il lavoratore e per la sua famiglia, riconoscono l’uguaglianza sul piano lavorativo, a parità di lavoro, tra uomini, donne e minori lavoratori. Infine tutelato il diritto al riposo settimanale e alle ferie retribuite. I padri costituenti al momento di scrivere la Carta Costituzionale avevano pensato, con una profonda lungimiranza, anche a contemplare eventuali cambiamenti optando per una interpretazione adattabile, ma non flessibile.
la stella al Merito del Lavoro
La stella al merito del Lavoro è una onorificenza della repubblica conferita a cittadini che abbiano prestato un’opera lavorativa di 25 o 30 anni a secondo che abbiano lavorato per una sola o più aziende. Può, infine, essere conferita anche a cittadini italiani che hanno lavorato all’estero anche per periodo più brevi. Coloro che ne sono insigniti sono detti Maestri.
L’onorificenza fu istituita nel 1923 con regio decreto da parte dell’allora re Vittorio Emanuele III, ma fu recepita nell’ordinamento italiano con la legge 316 del 1 maggio 1967, data anche simbolica per il mondo del lavoro.
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